Quali sono i momenti migliori di One Piece? È una domanda che ogni appassionato si è posto almeno una volta. One Piece è il manga scritto e disegnato dal genio Eiichiro Oda, serializzato su Weekly Shonen Jump dal 22 luglio 1997 e adattato in un anime di successo planetario dal 1999. Nel corso della sua lunghissima storia, l’opera di Oda è riuscita a farci amare, odiare e comprendere centinaia di personaggi, sia primari sia secondari, resi unici e inimitabili da una caratterizzazione impeccabile.
Questa è un’opera capace di mischiare comicità, azione, drammaticità e momenti demenziali con una naturalezza disarmante, facendo emozionare da oltre vent’anni milioni di persone. Per molti, One Piece non è solo un manga, ma un compagno di crescita che ha segnato una parte importante della loro vita. L’avventura è ancora in corso e continuerà a tenerci incollati alle sue pagine e ai suoi episodi ancora per molto tempo, regalandoci momenti indimenticabili. Andiamo quindi a rivivere 10 delle scene più potenti, quelle che hanno lasciato tutti a bocca aperta e con la pelle d’oca.
ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler significativi per chi non è in pari con il manga.
Indice dei contenuti
- “Luffy, aiutami”: La richiesta d’aiuto di Nami
- Sogeking brucia la bandiera del Governo Mondiale a Enies Lobby
- L’addio alla Going Merry
- “Non è successo niente”: il sacrificio di Roronoa Zoro
- Rufy colpisce un Drago Celeste
- La morte di Portuguese D. Ace a Marineford
- “Raizou-dono è salvo e sta bene”: l’onore dei Visoni
- Il sacrificio di Kozuki Oden
- Shanks scommette sul futuro
- Il risveglio del Gear Fifth
1. “Luffy, aiutami”: la richiesta d’aiuto di Nami
Durante la saga di Arlong Park, scopriamo il tragico passato di Nami. Per anni è stata costretta a disegnare mappe per l’uomo-pesce Arlong, l’assassino di sua madre Bellemere, con la vana promessa di poter riscattare il suo villaggio, Cocoyashi, per 100 milioni di Berry. Quando Arlong la tradisce, sequestrando il tesoro che lei aveva accumulato con immensi sacrifici, Nami crolla. In un impeto di rabbia e disperazione, inizia a pugnalarsi il braccio su cui porta il tatuaggio della ciurma di Arlong. Rufy la ferma e, di fronte alla sua sofferenza, attende. Non fa domande, non la forza. Aspetta che sia lei a chiedere. Infine, con le lacrime agli occhi, Nami si volta e pronuncia quattro semplici parole: “Luffy, aiutami”. La risposta di Rufy è immediata e totale. Si toglie il suo prezioso cappello di paglia, glielo posa sulla testa in un gesto di fiducia assoluta, e urla a pieni polmoni: “Certo che lo farò!”. Questo momento definisce la natura del legame tra i Mugiwara: non serve conoscere i dettagli, se un compagno soffre, si agisce.
2. Sogeking brucia la bandiera del Governo Mondiale a Enies Lobby
Ci troviamo ad Enies Lobby, capitolo 398 del manga, dove la ciurma di Cappello di Paglia si è recata per salvare la loro compagna Nico Robin, condannata all’esecuzione. Robin è una reduce del bombardamento dell’isola di Ohara, sterminata dal Governo Mondiale perché i suoi archeologi studiavano il Secolo Buio e i Poneglyph. Braccata fin da bambina, Robin è convinta che la sua esistenza porti solo sventura a chi le sta vicino. Per questo si consegna al CP9, nel tentativo di proteggere la ciurma. Ma i Mugiwara non la abbandonano. Dopo essersi fatti strada attraverso l’isola giudiziaria, giungono dinanzi a lei. Rufy, per dimostrarle che i suoi nemici sono anche i loro, ordina a Sogeking (Usopp sotto mentite spoglie) di bruciare la bandiera del Governo. È una dichiarazione di guerra al mondo intero. Di fronte a questo gesto estremo, le difese di Robin crollano. Commossa dalle parole del suo capitano, scoppia a piangere e urla quella che è diventata una delle frasi più iconiche di One Piece: “Io voglio vivere!”. Una scena potentissima che sancisce la sua piena appartenenza alla ciurma.
3. L’addio alla Going Merry
La Going Merry non era solo una nave, era un membro della ciurma a tutti gli effetti. Dopo i danni irreparabili subiti durante il viaggio, specialmente a Skypiea e Water 7, la sua chiglia si spezza definitivamente durante la fuga da Enies Lobby. In un ultimo, miracoloso sforzo, la Merry, guidata dal suo spirito (il Klabautermann), salva la ciurma dalle fauci del Buster Call. Ma il suo viaggio è finito. Rufy, con il cuore pesante, decide di darle un funerale vichingo. Mentre le fiamme avvolgono la caracca, la ciurma piange disperata. In quel momento, una voce si sente nella loro mente: è la Merry che parla. “Grazie per esservi presi cura di me. Sono stata felice”. Questo addio è uno dei momenti più strazianti dell’intera opera, un tributo commovente a un compagno di viaggio silenzioso ma fondamentale, che ha condiviso ogni avventura.
| Momento iconico | Tema centrale e saga di appartenenza |
|---|---|
| Dichiarazione di guerra a Enies Lobby | Amicizia e ribellione contro l’autorità (Saga di Water 7 / Enies Lobby) |
| Sacrificio di Zoro | Lealtà e sacrificio (Saga di Thriller Bark) |
| Pugno al Drago Celeste | Lotta all’ingiustizia e all’oppressione (Saga dell’Arcipelago Sabaody) |
| Morte di Ace | Perdita, fallimento e crescita (Saga di Marineford) |
| Esecuzione di Oden | Onore e sacrificio per il futuro (Saga di Wano) |
4. “Non è successo niente”: il sacrificio di Roronoa Zoro
Nel capitolo 485, a Thriller Bark, dopo l’estenuante battaglia contro Gecko Moria, sulla ciurma piomba un nemico di caratura completamente diversa: il membro della Flotta dei Sette Orso Bartholomew. Con un potere devastante, Orso spazza via tutti. Il suo obiettivo è la testa di Rufy, stremato e privo di sensi. Zoro e Sanji sono gli unici a rimanere in piedi. Dopo aver messo K.O. Sanji per impedirgli di sacrificarsi, Zoro offre la sua vita in cambio di quella del suo capitano. Orso accetta, ma a una condizione: usando il potere del suo frutto Nikyu Nikyu, estrarrà tutto il dolore e la fatica accumulati da Rufy e li trasferirà in Zoro. Un colpo probabilmente fatale. Zoro accetta senza esitazione, dimostrando la sua incrollabile lealtà. Quando Sanji si riprende, trova Zoro in piedi, immobile, in una pozza di sangue, ma vivo. Alla domanda spaventata di Sanji su cosa sia accaduto, Zoro risponde con una frase che è entrata nella storia: “Non è successo niente”. Una dimostrazione sublime della sua devozione e della sua sopportazione sovrumana.
5. Rufy colpisce un Drago Celeste
Siamo nell’Arcipelago Sabaody, capitolo 502. I Draghi Celesti sono i discendenti dei fondatori del Governo Mondiale, nobili intoccabili che possono disporre della vita altrui a piacimento. Attaccarne uno significa scatenare l’ira di un Ammiraglio della Marina. Alla casa d’aste, il Drago Celeste Charlos decide di comprare la sirena Camie. L’uomo-pesce Hachi, amico di Camie, tenta di fermare Rufy, ma nel farlo rivela la sua identità e viene colpito a sangue freddo da Charlos, che ride della sua sofferenza. In quel momento, ogni avvertimento perde di significato. L’ira di Rufy esplode. Ignorando le conseguenze, si avvicina a Charlos e gli sferra un pugno devastante in pieno volto. La scena è catartica. È la personificazione del tema centrale di One Piece: la lotta per la libertà contro un’oppressione ingiusta e arbitraria. Rufy non si cura delle gerarchie o del potere; per lui, un amico in pericolo e un’ingiustizia palese sono motivi sufficienti per sfidare il mondo intero.
6. La morte di Portuguese D. Ace a Marineford
La saga di Marineford è un punto di svolta per l’intera opera. Rufy affronta l’impossibile per salvare suo fratello Ace, condannato a morte. Dopo una guerra che sconvolge gli equilibri mondiali, Rufy riesce a liberarlo. Per un attimo, la speranza si riaccende. Ma l’ammiraglio Akainu provoca Ace, insultando Barbabianca. Ace cade nella trappola e si ferma per combatterlo. Akainu, vedendo Rufy vulnerabile, dirige un colpo mortale verso di lui. Senza pensarci un istante, Ace si frappone, usando il suo corpo come scudo. Il pugno di magma di Akainu lo trapassa. Le sue ultime parole, sussurrate a un Rufy in stato di shock, sono un ringraziamento per essere stato amato, nonostante il suo sangue “demoniaco” (essendo figlio di Gol D. Roger). La morte di Ace è un trauma devastante per Rufy e per i lettori, un momento di puro dolore che segna la fine della sua innocenza e l’inizio di una nuova consapevolezza: non è ancora abbastanza forte per proteggere chi ama.
7. “Raizou-dono è salvo e sta bene”: l’onore dei Visoni
Sull’isola di Zou (capitolo 816), la ciurma scopre che la tribù dei Visoni è stata torturata e la loro civiltà distrutta da Jack, un uomo di Kaido, perché cercava il samurai Raizou. I Visoni hanno negato fino alla fine di averlo mai visto. Quando Kin’emon e gli altri samurai arrivano sull’isola, la ciurma teme il peggio, credendo che i Visoni li incolpino della loro sofferenza. La tensione è palpabile. Invece, di fronte alla richiesta di Kin’emon, i due re dei Visoni, Inuarashi e Nekomamushi, si inchinano e rivelano la verità: “Raizou-dono è salvo e sta bene”. Hanno protetto il samurai per tutto il tempo, sopportando torture e la distruzione della loro patria, perché il loro clan è da secoli alleato del clan Kozuki. Questo momento è una potentissima testimonianza di onore e lealtà, ispirata al Bushido, il codice d’onore dei samurai. I Visoni erano disposti a sacrificare tutto per un amico, lasciando i pirati di Cappello di Paglia senza parole.
8. Il sacrificio di Kozuki Oden
Il flashback di Kozuki Oden (capitolo 971) è uno dei racconti più epici e tragici dell’opera. Oden, l’erede legittimo dello shogunato di Wano, dopo aver viaggiato con Barbabianca e Gol D. Roger, torna nel suo paese e lo trova sotto il controllo di Kaido e dello shogun usurpatore Orochi. Per proteggere la popolazione, Oden accetta un patto umiliante: ballare nudo per le strade per cinque anni. Quando viene tradito, muove guerra, ma viene sconfitto e condannato a essere bollito vivo insieme ai suoi nove fedeli samurai, i Foderi Rossi. Al momento dell’esecuzione, Oden fa una proposta a Kaido: se sopravvivrà nell’olio bollente per un’ora, saranno liberi. Entra nel calderone da solo, sollevando i suoi uomini su una tavola di legno. Sopporta un’ora di agonia indicibile, ma Orochi cambia i termini e decide di fucilarli. Oden usa le sue ultime forze per lanciare i Foderi in salvo, affidando loro il futuro di Wano, prima di essere ucciso da un colpo di pistola di Kaido. Muore con un sorriso, pronunciando la sua frase iconica: “Non puoi chiamarlo Oden se non è bollente!”, un riferimento al suo piatto preferito, l’oden, e alla sua leggendaria resistenza.
9. Shanks scommette sul futuro
Torniamo all’inizio, al capitolo 1. Un giovane Rufy ammira il pirata Shanks il Rosso e la sua ciurma. Dopo aver mangiato per errore il frutto Gom Gom, Rufy viene rapito da un bandito di montagna e gettato in mare. Un Signore della Costa, un gigantesco mostro marino, sta per divorarlo, ma Shanks appare e lo salva, perdendo il suo braccio sinistro nel processo. Per un bambino come Rufy, vedere il suo eroe mutilato è uno shock. Ma Shanks minimizza la cosa, dicendo: “È solo un braccio… sono felice che tu sia al sicuro”. Prima di partire, affida a Rufy il suo cappello di paglia, dicendogli di restituirglielo quando sarà diventato un grande pirata. Questo è il momento fondativo di tutta la storia. Shanks non ha perso un braccio, ha fatto una scommessa sulla nuova era, investendo la sua fiducia, e una parte di sé, in quel bambino determinato.
10. Il risveglio del Gear Fifth
Durante lo scontro finale con Kaido a Wano, Rufy viene apparentemente sconfitto e il suo cuore si ferma. Ma in quel momento, si sente un suono strano, il “ritmo della liberazione”. Il suo frutto del diavolo si risveglia, rivelando la sua vera natura: non il Gom Gom, ma il frutto mitologico Hito Hito no Mi, Modello: Nika. Rufy si trasforma nel “Guerriero della Liberazione”, il Dio del Sole Nika. Questa nuova forma, il Gear Fifth, gli conferisce un potere incredibile, basato sulla libertà assoluta di combattere come vuole, con uno stile che ricorda i cartoni animati classici. È l’apice del personaggio di Rufy, la personificazione della gioia e della libertà che ha sempre inseguito. Il risveglio non è solo un power-up, ma la realizzazione del suo destino, un potere definito “il più ridicolo del mondo”, perfetto per un capitano che ha sempre fatto della risata e della libertà la sua bandiera.
Fonte immagine in evidenza: Screenshot dell’episodio 377 dell’anime ufficiale di One Piece
Articolo aggiornato il: 07/10/2025

