I momenti migliori di One Piece: 5 dei più memorabili

I momenti migliori di One Piece: 5 dei più memorabili

Quali sono i momenti migliori di One Piece?

One Piece è un manga scritto e disegnato da Eiichiro Oda, serializzato su Weekly Shonen Jump dal 22 luglio 1997, ed adattato ad anime nel 1999. Nel corso della sua lunga e tutt’ora in corso storia, One Piece è riuscito a farci amare, od odiare, centinaia di personaggi, sia primari che secondari, unici ed inimitabili, caratterizzati in modo impeccabile dal maestro Oda.
Questa è un’opera in grado di mischiare comicità, azione, drammaticità, momenti demenziali e momenti emozionanti in modo totalmente naturale, facendo emozionare da oltre 20 anni milioni e milioni di persone, che con One Piece sono cresciute e per cui ha segnato una parte importante della loro vita.
OP è un’opera ancora in corso, e che continuerà a tenerci incollati sulle sue pagine ed episodi ancora per anni, regalandoci momenti incredibili.

Andiamo quindi a vedere quali sono stati per ora 5 dei momenti migliori di One Piece, momenti che han fatto rimanere tutti a bocca aperta e con la pelle d’oca:

ATTENZIONE SPOILER!

1) Sogeking brucia la bandiera del governo mondiale

Ci troviamo ad Enies Lobby, capitolo 398 del manga, dove la ciurma di Rufy Cappello di Paglia si è recata per salvare la loro compagna rapita e condannata all’esecuzione, Nico Robin.

Robin è una reduce del bombardamento dell’isola di Ohara, casa di numerosi archeologi, amici di Robin, che sono stati brutalmente sterminati dal Governo Mondiale poichè stavano ingadando sui segreti del mondo, in particolare sul Secolo Buio, e cercando di decifrare i Poneglyphs, antiche pietre su cui sono incastonate scritte illeggibili per molti, ma che nascondono la verità sul mondo.

Essendo Robin in grado di decifrare queste antiche scritte, è stata per tanto tempo braccata dal Governo Mondiale, che finalmente nella saga precedente a Enies Lobby, Water 7, è riuscita a catturarla e portarla ad Enies Lobby,  uno dei tre grandi centri di potere del Governo.

A causa dei suoi passati traumi, la perdita della madre, dei suoi amici archeologi e di Saul, un gigante appartenente alla Marina con cui aveva fatto amicizia e che le aveva insegnato a ridere, in seguito giustiziato dall’ammiraglio Aokiji, Robin aveva totalmente perso la voglia di vivere, e per questo si è arresa al Governo, nel tentativo di mantenere i membri della ciurma di Cappello di Paglia fuori dai suoi problemi.

In questo incredibile capitolo però, Rufy e i suoi compagni, dopo essersi fatto strada attraverso Enies Lobby, giungono dinanzi a Robin tenuta prigioniera, ed in atto di sfida, Rufy ordina a Sogeking, Usopp sotto false spoglie, di bruciare la bandiera del Governo, sfidando così il mondo intero. In seguito alle azioni dei suoi compagni, e alle parole del suo capitano, Robin scoppia a piangere, e felice di aver trovato dei nuovi amici, urla quella che è diventata una delle frasi più iconiche di One Piece, Io voglio vivere, sancendo con queste parole uno dei momenti migliori di One Piece.

2) Non è successo niente

Capitolo 485, in seguito all’aspra battaglia contro il membro della Flotta dei 7 Gecko Moria, la ciurma di Cappello di Paglia è stata minacciata da un nuovo infermabile nemico, il membro della Flotta dei 7 Orso Bartholomew, il quale possiede un potere distruttivo.

La ciurma di Rufy, addormentatosi a causa della fatica provata in seguito al combattimento con Moria, viene rapidamente spazzata via da Orso, il quale dice che li risparmierà soltanto se gli offriranno la sua testa, offerta che ovviamente viene rifiutata.

In seguito al micidiale colpo di Orso, soltanto Zoro e Sanji rimangono in piedi, tuttavia, Sanji viene messo k.o. da Zoro il quale vuole risolvere la situazione da solo, senza causare altre vittime. Orso propone a Zoro un patto, attraverso il suo potere egli gli farà provare tutto il dolore che Rufy ha provato nella precedente battaglia, tutto in un solo colpo probabilmente fatale.

Questa è una delle tante situazioni, probabilmente la più significativa, in sui si vede il rispetto che Zoro nutre nei confronti del proprio capitano, addirittura mettendo a rischio la sua vita pur di salvarlo.

Zoro accetta la proposta di Orso, ed in seguito al dolorosissimo colpo ricevuto, la scena va avanti nel tempo, facendoci vedere la ciurma insieme a Rufy risvegliata, il quale si accorge di non provare più nessun dolore ne stanchezza.

Sanji, avendo anche lui riaperto gli occhi, va rapidamente in cerca di Zoro, e lo ritrova fermo in piedi in fin di vita, fermo in una pozza enorme di sangue. Sanji, sorpreso e spaventato dalla condizione del proprio compagno chiede cosa sia successo, domanda alla quale Zoro risponde non è successo niente. 

A Zoro non importa del dolore, importa soltanto di aver salvato il proprio capitano, la persona che egli più rispetta. Questa è sicuramente una delle scene più potenti di One Piece, una scena che ha fatto venire la pelle d’oca a tutti i lettori dell’opera. uno dei momenti migliori di One Piece.

3) Rufy dà un pugno ad un drago celeste

Capitolo 502, Arcipelago Sabaody, la ciurma di Cappello di Paglia corre una corsa contro il tempo per salvare la loro amica Camie, una sirena appartenente al popolo degli Uomini-Pesce, rapita da dei mercenari per poi essere venduta ad un’asta illegale come merce di alto valore.

Insieme alla ciurma ci sono anche Pappag e Hachi, due uomini-pesce amici della ciurma e soprattutto di Camie, anche loro disperati per salvare la loro amica. Nel mondo di One Piece, gli uomini-pesce sono un popolo altamente discriminato, considerati degli immondi mostri, a cui non è assolutamente concesso mischiarsi con gli umani, sebbene tra i due popoli non ci sia nessuna differenza se non l’aspetto fisico.

All’asta in cui Camie è stata portata, presiedono anche i Draghi Celesti, considerati gli esseri più importanti di One Piece, in quando discendenti dei creatori del Governo Mondiale: l’ordine dei Draghi Celesti è assoluto, la Marina è al loro totale servizio e ribellarsi a loro significa morte certa, sono un’entità suprema a cui è concesso anche giocare con le vite umane. Il Drago Celeste in questione è Charlos, uno stupido ma schifosamente ricco Drago Celeste, che vista Camie decide istantaneamente di comprarla.

Giunti all’asta, Hachi cerca di fermare Rufy che si sta precipitando verso Camie non curante delle conseguenze, e nel farlo rivela per sbaglio i suoi tentacoli e di conseguenza la sua identità di uomo-pesce. Mentre Rufy corre verso Camie, il Drago Celeste Charlos spara ad Hachi, ed inizia a ballare contento di aver ucciso uno schifoso uomo-pesce.

In seguito a questo atto barbarico, l’attenzione di Rufy si sposta su Charlos e, nonostante il morente Hachi cerchi di fermare Rufy dal fare qualcosa di estremamente pericoloso, Rufy non contiene la sua ira, e tira un fortissimo pugno in faccia al Drago Celeste,  fregandosene delle regole e sfidando nuovamente, in modo anche più grave, il Governo Mondiale.

Questa scena ci da un’enorme introspezione sul personaggio di Rufy, facendoci comprendere la sua non curanza nei confronti delle regole, e il suo totale disprezzo nei confronti delle ingiustizie e della disuguaglianza. Questa scena, a causa del suo profondo significato, è comunemente considerata uno dei momenti migliori di One Piece, un momento che ci fa capire quanto questa opera sia di più di quel che vuole far intendere, e di come Rufy sia più che un semplice pirata giocherellone.

4) Raizou-dono è salvo e sta bene

Isola di Zou, capitolo 816, in seguito alle vicende di Dressrosa, la ciurma di Rufy, precedentemente divisa, si riunisce su quest’isola situata su un enorme elefante, ed abitata dalla tribù dei Visoni, animali antropomorfi, governati da due re che si odiano a vicenda, Inuarashi, detto il Re del Giorno, e Nekomamushi, il Re della Notte.

La tribù dei Visoni, e la loro stupenda città, sono stati quasi distrutti da Jack, uno dei 3 confidenti di Kaido, il capitano dei Pirati Bestia, nonché uno dei 4 imperatori, che attualmente risiede e governa l’isola di Wano, paese d’origine dei samurai, tra cui Kin’Emon, Momonosuke e Kanjuro, attualmente in viaggio con la ciurma di Rufy, arrivati a Zou per incontrare il loro compagno Raizou.

Jack, come i samurai, si era recato a Zou per cercare Raizou, essendo venuto a conoscenza della sue presenza sull’isola, e ha torturato i Visoni affinché tradissero la sua posizione, cosa che non è accaduta visto che continuavano ad affermare di non saperne nulla di questi samurai di cui lui parlava.

Venuti a conoscenza della storia, Rufy e i suoi amici erano convinti che i Visoni odiassero i samurai, essendo stata causa indiretta della loro quasi distruzione, e di conseguenza fanno di tutto per tenere nascosti Kin’Emon e il suo gruppo, che però si erano rimasti indietro rispetto la ciurma per altre ragioni.

Avvistati i samurai sull’isola, la tribù dei Visoni si riunisce con fare minaccioso, facendo addirittura incontrare i due re, i quali, di solito, non possono mai vedersi senza scoppiare in una feroce lite. La ciurma è terrorizzata all’idea di cosa possa succedere quando i Visoni vedranno 3 samurai sulla loro isola, e si preparano al peggio, che sia la fuga o il combattimento. Kin’Emon, noncurante di tutto, si reca davanti ai due re e gli mostra lo stemma della famiglia Kozuki, che lui serviva in giovane età e che è stata spodestata dal comando dell’isola di Wano in seguito alle macchinazioni di Kaido e Orochi.

Alla domanda di Kin’Emon su dove si trovi Raizou, i due re rispondono in tale modo, Raizou-dono è salvo e sta bene, sconvolgendo i pirati di Cappello di Paglia e rivelando a tutti che in verità Raizou è sempre stato sull’isola, e loro hanno mantenuto il segreto anche a costo dell’estinzione della loro razza. In seguito a questo avvenimento, si scopre che il clan dei Visoni è da sempre alleato del clan Kozuki, e questo rispecchia molto l’idea di onore samurai tipico della storia ed opere giapponesi, in cui i samurai sono sempre rispecchiati come uomini d’onore pronti a morire per difendere la propria famiglia e il proprio signore.

Questa scena rientra senza ombra di dubbio tra i momenti migliori di One Piece, dando l’ennesima dimostrazione di come quest’opera possa sempre sorprenderci con i suoi colpi di scena, e di come possa trattare di argomenti, anche importanti, sempre diversi.

5) Oden si sacrifica per salvare i suoi allievi

Capitolo 971, ci troviamo in un flashback, quello del defunto Kozuki Oden, figlio del vecchio imperatore dell’isola di Wano, e legittimo erede al potere, a cui spetterà, tuttavia, un’infelice sorte.

Oden è il maestro dei Nove Foderi Rossi, 9 abili samurai cresciuti ed allenati da Oden, tra cui i già citati Raizo, Kin’Emon e Kanjuro. Anni prima dei tristi eventi, Oden aveva lasciato il paese con la ciurma del pirata Barbabianca, con l’obbiettivo di esplorare il mondo ed uscire dai confini di Wano, un paese sempre stato isolazionista. In seguito al suo viaggio con Barbiabianca, Oden si unisce per un solo anno alla ciurma del Re dei Pirati, Gol D. Roger, che aveva chiesto il suo aiuto per decifrare i Poneglyphs, la cui arcaica scrittura è da sempre tramandata nella famiglia Kozuki. Oden è una delle poche persone ad aver scoperto i segreti del mondo ed aver visto il One Piece, il leggendario tesoro.

Tornato a Wano dal suo viaggio, Oden scopre che il paese è caduto in mano a Kaido e Kurozumi Orochi, un membro della famiglia Kurozumi che era stata distrutta da quella dei Kozuki perchè ritenuta malvagia, e che quindi cerca da sempre vendetta per il suo clan.

Dopo un fallito tentativo di uccidere Orochi, Oden viene costretto da Kaido ed Orochi ad umiliarsi dinanzi alla gente di Wano ballando nudo per strada, così che la gente di Wano non venga uccisa dalla malvagia alleanza. Dopo 5 anni di umiliazioni, Orochi viene meno alla sua promessa di non fare male alla popolazione, e Oden decide di far guerra a lui e Kaido insieme ai suoi Nove Foderi Rossi.

La battaglia finisce male per Oden, e lui e i suoi compagni verranno condannati all’esecuzione. Al momento dell’esecuzione Kaido fa una proposta ad Oden: se riuscirà a sopravvivere nell’olio bollente per 1 ora, saranno liberi di andare. Oden, completamente nudo, solleva i propri compagni su un enorme tappo di legno, e si immerge da solo nell’olio bollente, sopravvivendo miracolosamente per 1 ora. All’ultimo secondo, non in grado di sopportare l’umiliazione, Orochi cambia le regole e rende l’esecuzione da bollitura a fucilazione, costringendo così i foderi rossi a scappare, mentre Oden muore da solo sparato nell’olio bollente, col sorriso sulle labbra per aver salvato i suoi compagni e per non dimostrarsi mai triste, rimanendo fedele alla sua idea di uomo felice che ama la vita.

Oden termina il suo lungo calvario con la sua tipica frase, non puoi chiamarlo Oden se non è bollente, recitata in coro dai tristi cittadini spettatori dell’esecuzione, facendo riferimento al suo piatto preferito, l’oden.

Oden è uno dei personaggi più iconici e meglio scritti di One Piece, un personaggio che nonostante il suo breve screentime e riuscito a farsi amare da tutti, per il suo spensierato ma forte carattere, e per l’amore che egli prova nei confronti del suo paese, della sua gente, dei suoi amici e della sua famiglia, per il quale si è ridicolizzato per anni e per il quale è morto, col sorriso sulle labbra, in una dei momenti migliori di One Piece, uno dei momenti più struggenti ed emozionanti che il maestro Oda abbia mai scritto.

Fonte immagine in evidenza: Screenshot dell’episodio 377 dell’anime ufficiale di One Piece

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