Mangaka donne: 3 da conoscere assolutamente

Mangaka donne: 3 da conoscere assolutamente

Tra i mangaka, autori degli ormai famosissimi fumetti giapponesi conosciuti come manga, non si annoverano soltanto autori di genere maschile. Sono tante le mangaka donne che hanno dato vita a storie immortali e che sono andate oltre confine e diventate di fama mondiale.
Peccato che, però, spesso vinca il pregiudizio. Come modello di trama, loro scelgono di a scrivere o lo shojo o il majokko, per lo più. Esempi lampanti li abbiamo grazie a Ai Yazawa e Naoko Takeuchi, autrici rispettivamente di shojo del calibro di Nana, e di majokko come Sailor Moon.

Mangaka: una cerchia prettamente maschilista (?)

Si è abituati a leggere manga di autori rinomati del calibro di Kentaro Miura o Naoki Urasawa, la cui fama è assicurata al solo sentir nominare tali mostri sacri.
Per le mangaka donne è una questione molto diversa: a meno che le loro opere non vengano consacrate a furor di popolo nell’Olimpo dei manga, è molto difficile che si facciano conoscere soprattutto all’estero, nonostante in patria vengano considerate tanto quanto i loro colleghi maschi.

In Occidente, soprattutto in Italia, si ha il pregiudizio che i manga scritti da donne non abbiano la stessa valenza di uno redatto invece da una penna maschile. Ma, paradossalmente, per quanto alcune opere di mangaka maschile siano molto apprezzate, peccano facilmente in alcuni cliché, soprattutto se si cimentano ad inserire nelle loro trame relazioni amorose: alcuni esempi potrebbero essere L’attacco dei giganti di Hajime Isayama e Rainbow di George Abe e Masasumi Kakizaki, che per quanto in trama e pathos non si possa assolutamente dire nulla, sul versante amoroso vi si legge incertezza e poca accuratezza nella resa delle relazioni, tanto da ritenerle inutili e superflue durante la lettura.

Che le autrici donne, allora, sappiano gestire meglio le relazioni amorose nelle loro storie?
In larga scala sì, anche se non è detto. La bravura di un mangaka non è evidenziata dal genere, ma talvolta lo è dal punto di vista del pregiudizio del pubblico, riguardante il fatto che le opere delle mangaka donne fossero prive dello spessore e dei dettagli che i creatori uomini sono in grado di trasmettere nelle loro storie. Tutto questo è forse associato anche allo stereotipo del manga shonen che ha una certa importanza, mentre lo shojo è semplicemente la storiella d’amore quasi sempre adolescenziale ambientata tra le mura scolastiche.

A seguire, verranno proposte tre mangaka donne che, assieme ad altre indiscusse colleghe, due delle quali sopracitate, hanno saputo raggirare lo stereotipo, donando alle loro storie la stessa dignità che spesso si riserva a manga di autori maschili.

3 mangaka donne da conoscere

Tra le mangaka donne che meritano una maggiore attenzione, è doveroso ricordare:

1. Rumiko Takahashi

Autrice di manga famosi come Urusei Yatsura (conosciuta in Italia col nome di Lamù, grazie anche alla serie animata) Ranma ½ e Maison Ikkoku.
In patria è conosciuta col nomignolo affettuoso di principessa dei manga, poiché il suo tratto di disegno è molto delicato e dolce, inconfondibile e riconoscibile.
Usando spesso il pennello per le sue tavole, Takahashi dona un tocco morbido al disegno, riuscendo a giocare meglio anche col chiaroscuro.
La mangaka spazia tra vari generi: la vediamo trattare lo slice of life romantico con Maison Ikkoku mescolando sapientemente anche il seinen, per poi passare al sovrannaturale e addirittura all’horror con Inuyasha e La saga delle sirene.
Il suo tratto di disegno è così semplice da risultare efficace per farsi apprezzare da un pubblico variegato, ed è grazie ad esso se è tra le mangaka più lette al mondo.

2. Akiko Monden.

Principalmente autrice di manga josei, Akiko Monden possiede un tratto di disegno meraviglioso, al pari di un dipinto. Dalle prime opere pubblicate agli inizi degli anni’90 fino ad oggi si nota il cambiamento della mano, divenuta quasi onirica, delicata, scontrandosi con la durezza delle trame che descrive. Le storie di Monden infatti sono spesso pervase di un forte senso di malinconia, contornate di traumi assopiti e voglia di riscatto.
Ne I semi dell’eros, la mangaka presenta delle storie autoconclusive che ruotano tutte attorno alla sfera sessuale, non discriminandola, bensì esaltandola nella sua forma più viva e florida.
In Ice Age la storia ruota attorno ad un giovane professore che sceglie di aiutare i suoi alunni in difficoltà, cercando al contempo di superare il suo stress post traumatico dovuto all’esperienza della guerra, vissuta da reporter in prima linea.
I personaggi delle sue opere sanno essere così espressivi che è impossibile per il lettore scostare lo sguardo altrove. Sembra che gli si rivolgano come a voler chiedere silenziosamente di essere capiti ed apprezzati, anche senza aver proferito parola.
Non si può certo dire che alle opere di Monden manchi profondità, dopotutto.

3. Kaoru Tada.

Autrice di shojo, il tratto di disegno di Tada è talmente “vaporoso” da risultare eccentrico.
È nota per essere l’autrice di Aishite Knight (qui in Italia famoso col nome di Kiss Me Licia) e Itazura na Kiss, rimasto purtroppo incompiuto a causa della scomparsa della mangaka, avvenuta a soli 38 anni per un incidente domestico.
Nonostante abbia descritto prevalentemente opere shojo, in alcune di esse emergeva anche l’amore che Tada nutriva per la musica rock, che in quegli anni impazzava tra i giovani, rendendola talvolta la colonna sonora delle vicende amorose.
Il caos delle tavole, i visi spigolosi in contrapposizione ai capelli fluenti e soffici, rendono le opere della mangaka riconoscibili nel suo tratto, e uniche nel suo genere.
La sua personalità era racchiusa nella rappresentazione di quei personaggi eccentrici e stralunati, in quelle storie d’amore piene sì di cliché, ma adorabili.

Queste sono tra le mangaka donne che, chi in sordina, chi in pompa magna, hanno fatto parlare di sé, mostrando di valere tanto quanto i loro stessi colleghi uomini.

Fonte immagine: Maison Ikkoku – Amazon; Aishite Knight – Animeclick; I semi dell’eros – Amazon

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