È capitato spesso di assistere a morti di personaggi negli anime a cui il pubblico si è affezionato in modo particolare, o di rimanere di sasso nel vedersi morire un personaggio che sembrava promettere con esso un’evoluzione nella trama, divenendo indispensabile, o ancora rimanerci malissimo nell’assistere ad una dipartita che, in confronto a scene precedenti, è sembrato un incidente di poco conto, dal quale il personaggio poteva salvarsi senza problemi.
La dinamica delle morti negli anime
Negli anime, come anche nelle serie TV, la morte di un personaggio simboleggia, nel bene o nel male, un cambiamento radicale: l’inizio o la fine di un arco narrativo, l’avvento di nuove dinamiche che possono risentire o meno della mancanza di tale personaggio.
Le morti negli anime più famose sono quelle di Jiraya in Naruto, Erwin Smith ne L’attacco dei giganti, ed L di Death Note e molti altri.
La morte è simbolo di chiusura di un cerchio, che può portare a prospettive di trama migliori o meno.
Di seguito, verranno elencate tre morti ingiuste negli anime che hanno lasciato un fortissimo retrogusto amaro nello spettatore.
Nei tre casi che verranno presentati, verrà svelato il contesto entro cui tali personaggi si muovono e come esso si sia adattato alla loro assenza, talvolta creando persino problematiche agli autori stessi.
(Da qui in poi potrebbero esserci spoiler)
1. Kyōjurō Rengoku dal manga/anime Demon Slayer di Koyoharu Gotōge
Rengoku è uno degli spadaccini più forti dell’epoca Taishō, tanto da essersi guadagnato il ruolo di “Pilastro del fuoco”. In un Giappone dei primi anni del’900, infestato da esseri demoniaci che uccidono gli esseri umani e si nascondono al calar del sole, Rengoku rappresenta una speranza nella lotta tra esseri umani e demoni. Verrà ucciso da Akaza, demone considerato “Terza Luna Crescente” dell’esercito del perfido demone Kibutsuji Muzan, durante l’arco narrativo del treno Mugen. Rengoku appare relativamente poco nella storia, giusto il tempo di mostrare le sue abilità di combattimento e il suo pensiero riguardo alla lotta contro i demoni. Nonostante ciò, ha lasciato un così forte impatto nel pubblico da lasciarne il riverbero anche negli archi narrativi successivi, come una sorta di guida spirituale per tutti gli altri pilastri e il protagonista Tanjiro nelle loro avventure. Non si sa se questo fatto fosse stato premeditato dall’autrice oppure, nel vedere il successo del suo personaggio, la sua morte abbia inavvertitamente aumentato la sua popolarità all’interno dell’opera. Tra le morti negli anime, la sua è stata recepita come una delle più inaspettate.
2. Rokurota Sakuragi, dal manga/anime di Rainbow, di Abe e Kakizaki
La sua morte all’interno dell’opera ha portato con sé una serie di situazioni che meritavano un approfondimento maggiore. Rokurota può essere considerato il perno delle dinamiche che si dipanano per tutta la storia. Per tutta la prima parte dell’anime Rokurota è un personaggio chiave verso cui ruota tutta la vicenda e tutto il mistero ad essa legata. Dopo la sua scomparsa però, avvenuta anche in un momento abbastanza infelice della storia, sembra che la trama stessa metta il turbo affinché la risoluzione arrivi quanto prima. Questo ha comportato una conclusione affrettata della sua vicenda, e che probabilmente meritava di diventare l’argomento principale di tutta la seconda parte dell’anime. Non a caso, molti commenti riguardo sia l’anime che il manga di Rainbow sono unanimi sul fatto che la storia si sarebbe dovuta concludere una volta vendicato il personaggio di Rokurota. Purtroppo, dalla sua uscita di scena, e dopo un brevissimo arco narrativo dedicato alla vendetta per il suo omicidio, la storia perde quasi tutta la sua potenza, risentendone successivamente con il prosieguo della storia. La stessa Setsuko, che doveva essere il suo interesse amoroso, viveva in sua funzione narrativa: una volta che Rokurota è morto Setsuko ha smesso di avere importanza, scivolando sempre più in basso a livello di trama.
3. Ren Honjo, dal manga/anime Nana di Ai Yazawa
Il personaggio di Ren è uno dei più belli e controversi dell’intera opera della Yazawa. La sua è una morte struggente e indimenticabile. Un ragazzo smarrito, perso, incapace di muovere un dito da solo per sé stesso quando nessuno è lì ad aiutarlo: incredibile e affascinante musicista sul palcoscenico, fragile e rotto una volta chiuso nel suo camerino, dove la droga diventa il suo unico rifugio. La morte di Ren in Nana è uno dei traumi che solo chi si è trovato a leggere il manga può ricordare, visto che la trasposizione animata si ferma a qualche volume prima. Qualche indiscrezione trapelata in questi anni lascerebbe addirittura intuire che la stessa autrice, dopo aver disegnato la sua morte, si sia sentita talmente bloccata da non riuscire a proseguire nella pubblicazione. Per i fan di Nana, la morte di Ren è stata davvero ingiusta. Non era un personaggio perfetto, aveva i suoi lati oscuri e le sue debolezze, ma ciò che ha fatto molta più rabbia è stato vedere il totale abbandono in cui versava a causa della droga e del successo smisurato che un’anima semplice come la sua non riusciva a sostenere. Non è la prima volta che la Yazawa parla di personaggi schiavi della dipendenza: un accenno era stato fatto anche con il personaggio di Adam in Ultimi raggi di luna. Con Ren ha messo in tavola la situazione, rimanendo però evidentemente schiacciata poi dal risultato finale. Non si sa quando e come vedremo il finale di Nana, un prosieguo senza Ren. Sono già passati troppi anni dalla pubblicazione dell’ultimo capitolo, e Yazawa è sempre stata molto vaga sulla ripresa dell’opera. Non resta dunque che continuare ad aspettare, e sperare in un epilogo degno.
Le morti ingiuste negli anime sono davvero tante, chi di maggior e chi di minor natura, a seconda dell’opera in questione.
Ma talvolta questo espediente narrativo serve anche a rendere tali personaggi immortali nella memoria collettiva. Un po’ come la morte di Mufasa ne Il Re Leone ha contribuito a rendere il suo personaggio indimenticabile nell’infanzia della Generazione Y e Z.
Fonte immagine: Animeclick