Black Box di Tommaso Ottieri alle Gallerie Riunite

Black Box di Tommaso Ottieri alle Gallerie Riunite

Inaugurata  venerdì, 31 marzo, “Black Box”, la nuova personale di Tommaso Ottieri, presso gli spazi di Gallerie Riunite, in via Cavallerizza a Chiaia 57, a Napoli.

Dopo il successo della mostra al Museo del Tesoro di San Gennaro, Tommaso Ottieri lancia il suo nuovo progetto “Black Box”, presentandolo personalmente al pubblico presente all’inaugurazione negli spazi della rinomata galleria di Chiaia.

L’artista è noto per restituire con la sua pittura immagini di luoghi realmente esistenti (splendenti interni dorati di teatri, chiese barocche, storici palazzi, suggestivi paesaggi notturni metropolitani) ma trasfigurati con  l’uso sapiente della sua straordinaria tecnica che infonde luce e ombra  in nuove visioni, in non-luoghi immaginari, che suscitano in chi li osserva stupore, meraviglia e una vasta gamma di emozioni che ci fanno  rendere conto di quanta bellezza ci sia intorno a noi solo se ci fermiamo un attimo a osservarla.

Cambio di soggetto ma non di messaggio

Questa volta, con “Black Box” Ottieri decide di spostare la sua personale indagine sull’uomo sebbene il fine della sua arte sia sempre lo stesso:  dimostrare quanto è forte, vera e grande la bellezza e quanto bene può farci nella nostra vita. 

Come l’artista stesso ha dichiarato all’inaugurazione della mostra “Il messaggio delle mie opere è sempre lo stesso. Solo che adesso sono interessato a far vedere la bellezza che è racchiusa dentro di noi, facendo riemergere in superficie, con queste scatole nere, che è anche il titolo della mostra, quelle tracce di memoria di quegli attimi che noi perdiamo inconsapevolmente nel presente per troppa distrazione”.

Ritratti, dipinti, scatole nere , che sembrano, in un primo momento, fotografie, istantanee di volti, di corpi, ma che poi, osservandoli più da vicino, svelano un linguaggio pittorico sbalorditivo fatto di tante sfumature di nero (nero fumo, nero d’avorio con lacca viola)  e di squarci di luce improvvisi che dall’oscurità vanno ad esaltare frammenti corporei colti nella loro essenzialità; lo sguardo cade così immediatamente su quei dettagli, su quei profili carichi di luce che brillano e attirano la nostra attenzione su ciò che a volte superficialmente non scorgiamo, rivelandoci tutto il fascino e il mistero del non visto.

Il  testo su Spinoza, a cura di Tommaso Ottieri

Influenzato dalla lettura di Baruch de Spinoza e dalle sue riflessioni sull’uomo, Ottieri ci conduce verso un’osservazione volta a cogliere la complessità della natura umana, lasciandone intravedere una descrizione più intima e profonda.

“Con il giudizio degli angeli e la sentenza dei santi, noi dichiariamo Baruch de Spinoza scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso, con l’assenso di tutta la sacra comunità.
Sia maledetto di giorno e maledetto di notte; sia maledetto quando si corica e maledetto quando si alza; maledetto nell’uscire e maledetto nell’entrare.
Possa il Signore mai più perdonarlo; possano l’ira e la collera del Signore ardere, d’ora innanzi, quest’uomo, far pesare su di lui tutte le maledizioni scritte nel Libro della Legge, e cancellare il suo nome dal cielo; possa il Signore separarlo, per la sua malvagità, da tutte le tribù d’Israele, opprimerlo con tutte le maledizioni del cielo contenute nel Libro della Legge.
Siete tutti ammoniti, che d’ora innanzi nessuno deve parlare con lui a voce, né comunicare con lui per iscritto; che nessuno deve prestargli servizio, né dormire sotto il suo stesso tetto, nessuno avvicinarsi a lui oltre i quattro cubiti [circa due metri], e nessuno leggere alcunchè dettato da lui o scritto di suo pugno”.
Con questo testo veniva scomunicato Baruch de Spinoza, ebreo marrano a Amsterdam. A secoli di distanza questa scomunica non risulta ancora essere revocata. Aveva 24 anni.
Empietà, eresia, maledizione, esecrabile interpretazione della parola di Dio, in un unico, semplice, fino ad allora impronunciato concetto: ogni uomo non è immagine di Dio, non è creato da Dio, non guarda o cerca Dio e non deve sforzarsi di capirlo.
Dio è tutto, e l’uomo è Dio. Ogni cosa presente nella Natura è essa stessa Dio, contenendo le stesse ragioni, gli stessi principi e la stessa forma.
Immaginate un frattale, ogni singola porzione: ogni cellula ha la stessa struttura del livello superiore, e di quello sopra ancora, ed infine del tutto.
Non dobbiamo cercare di scoprire cause, essenza o verità. Siamo noi stessi tutto questo. Se solo non ci distraessimo con ogni cosa futile in cui ci imbattiamo nella nostra vita, e che sembra portarci al bene.
Io ho nove scatole nere di memoria, di ogni volta in cui siete stati a contatto con voi stessi.
E che avete dimenticato”.

Ma qual è  il significato di “Black box”?

La scatola nera, in realtà, è arancione – spiega l’artista – ed è quella degli aeroplani, una scatola che conserva un percorso di un viaggio, anche all’insaputa di chi sta facendo il viaggio. Ho immaginato queste scatole nere come dei pacchetti, dei forzieri nei quali chiudiamo dei momenti di bellezza, dei momenti di idillio, di grazia, che viviamo e di cui ci dimentichiamo. Bisogna imparare un po’ a  disinnescarle, per cui io ho dipinto questi quadri come un invito a raccogliere e rivivere quei momenti, quegli attimi (anche immaginari) che ci hanno messo in contatto con noi stessi facendoci capire cos’è la vera felicità.”

Nove dipinti, realizzati su delle scatole, appese al muro temporaneamente per la mostra, ma che possono essere anche poggiati a terra o su un qualsiasi piano. Scatole, che sono anche di dimensioni più ridotte rispetto ai formati abituali dell’artista, e che possono  in questo modo essere trattati come degli oggetti mobili; scatole da poter portare con sé per sempre e ovunque nel mondo e da poter aprire nel momento del bisogno per ritrovare la via del bene e riscoprire il vero senso della vita. 

La mostra sarà visitabile fino al 28 aprile 2023.

Per info e contatti clicca qui

Fonte immagine in evidenza:  Gallerie Riunite (Tommaso Ottieri, Black Box,  2017, olio su tavola, 180×230 cm)

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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