Marco Acri con Messages alle Gallerie Riunite

Marco Acri

Messages, la mostra personale di Marco Acri alle Gallerie Riunite, in via Cavallerizza a Chiaia al civico 57.

Messages è il titolo della raffinata mostra dell’artista partenopeo Marco Acri, visitabile fino al 2 febbraio 2024.

Marco Acri: alcuni cenni biografici sull’artista

Designer ed architetto di formazione e professione, Marco Acri, intraprende la sua ricerca artistica nel 2021, vantando già due importanti esposizioni all’ Aquapetra Resort & Spa(2022) e presso The Other Art of Fair di SAATCHI Art a Londra(2022) e la partecipazione, attualmente, come artista in residenza al  progetto Art Summit – Vesuvio Contemporary Residency al Borgo Casamale di Somma Vesuviana organizzato dall’associazione Tramandars in collaborazione con Ansaldo Trasporti S.p.A e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre.

Messages: il concept della mostra di Marco Acri

In mostra due esempi, diversi e complementari, della ricerca artistica finora intrapresa dall’artista a partire dal 2021: sei tele di medio formato della serie “Hidden Message” e due quadri di piccolo formato della serie “Don’t call it post-it

Come si evince dal testo critico di Valeria Bevilacqua, «la pittura di Acri è non tanto il tentativo di riprodurre la realtà così come la vediamo – ammesso che esista una percezione oggettiva della visione, e ammesso che ad Acri interessi – quanto il desiderio di cogliere la profondità abissale di un guizzo passeggero, l’eternità di un movimento nella memoria, un fermo immagine sull’universalità di un’epifania, che tuttavia può essere alla portata di tutti, nel quotidiano, purché qualcuno ci ricordi di farlo – magari lasciandoci un messaggio in codice, o su un post-it.»

Il percorso espositivo

All’ingresso nell’accogliente sala espositiva di Gallerie Riunite il primissimo quadro dipinto da Marco Acri, Ditta Nocerino (2004). Un’opera di un approccio che potremmo definire iperrealistico, basato interamente sulla parola scritta, con cui l’artista ci racconta il suo incontro con la pittura: un ricordo adolescenziale, di quando in un’afosa giornata estiva, andando in giro per la città di Napoli con il motorino, Acri viene praticamente rapito da un’insegna di un’officina: un’iscrizione dipinta a mano, grezza, irregolare, un po’ banale, ma che stimola subito la sua immaginazione e la voglia di riprodurla.

La serie Hidden Message di Marco Acri 

Alle pareti laterali le sei tele della serie  Hidden Message (2018 – in corso), in cui è possibile riconoscere fin da subito, dalla razionale e rigorosa costruzione delle forme e degli spazi, la raffinata impronta architettonica di Marco Acri: linee verticali «disposte l’una di seguito all’altra in file ordinate celano un alfabeto, le cui lettere sono decifrabili solo grazie al colore.» (V. Bevilacqua).

Un alfabeto visivo personale dunque fatto di linee colorate che sottintendono un messaggio nascosto, un codice segreto che ad un occhio esperto richiama alla mente la tecnica delle cancellature di Emilio Isgrò: una creativa rielaborazione delle linee solitamente nere del noto artista, drammaturgo e scrittore italiano.

Ma quali messaggi si celano dietro le linee colorate di Acri?

«Dei  “reminder”, a seguire i propri sogni, ad amare sé stessi, a serbare il ricordo speciale delle “prime volte”, a far tesoro di quelle piccole cose e sensazioni che rendono l’ordinario straordinario. In fondo, “It’s all about how you look at it”.» (V. Bevilacqua)

Ma a ciascun visitatore la sua interpretazione, lasciandosi ispirare dalle emozioni suscitate dalle forme e dai colori delle tele di Acri.

La serie Don’t call it Post-it  di Marco Acri 

In fondo alla sala i due quadri della serie Don’t call it Post-it (2005 – in corso). Qui, invece, Marco Acri  «frammenta concetti e immagini in una griglia, semplificando il soggetto come un singolo pixel.» (V. Bevilacqua).

Subito si resta avvolti dai bei colori caldi partenopei delle due piccole tele che come ci ha confermato lo stesso Marco Acri in galleria: «sono un forte riferimento a Napoli. “Cloud”, è il cielo “nuvoloso” di Napoli, mentre “Yellow buoy” è il mare di Nerano dove dall’infanzia trascorro le mie estati, ed il tassellino giallo è la tipica boa che incontri a mare.»

Soggetti astratti realizzati su cartoncini quadrati tagliati a mano, che sembrano dei Post-it, ma che attraverso colori e forme, ci trasmettono emozioni, sensazioni, idee, prestandosi, volendo vedere oltre la loro superficie, ad un’interpretazione simbolica: una nuvola nel cielo, una boa che emerge dall’azzurro del mare «una lieve interferenza nella quiete apparente della superficie … un’ombra alla quale ripararsi, un appiglio per mettersi in salvo.» (V. Bevilacqua).

La mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio, pertanto a chi non è potuto andare in occasione delle feste natalizie, ne consigliamo vivamente la visita.

Per info sugli orari e sulla mostra clicca qui

Fonte immagine in evidenza: Gallerie Riunite

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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