Oltre mille balocchi in mostra all’Archivio di Stato

Oltre mille balocchi in mostra all'Archivio di Stato

Oltre mille balocchi in mostra all’Archivio di Stato nel cuore del centro storico di Napoli per tornare tutti bambini e rivivere l’atmosfera magica del Natale.

Lo storico Archivio napoletano, diretto da Candida Carrino, ospita fino al 30 gennaio, la Fiera dei balocchi, che affascina grandi e piccini con i suoi giocattoli antichi, allestiti  con perizia in grandi armadi d’epoca e preziose teche, in una immaginifica scenografia realizzata da Donatella Dentice d’Accadia, curatrice della mostra.

I balocchi nel percorso espositivo

Il percorso espositivo si snoda in ben otto aree tematiche, per macrocategorie: le bambole (dalle più antiche del Settecento alla moderna Barbie nelle sue innumerevoli versioni), i pupazzi, i personaggi del “Corriere dei Piccoli” o del Teatrino di Casa Colonna a Roma, i giocattoli di latta e di legno (macchinine, soldatini, trottole, cavallucci, burattini), i giochi da tavolo, i giochi da guerra e di propaganda; tutti esposti tra la sala Casanova e la sala Filangieri, riccamente affrescate, e i magnifici chiostri dell’antico Monastero dei Santi Severino e Sossio, vere oasi di pace.

La collezione privata di Vincenzo Capuano

La pregevole mostra attinge dalla collezione privata di Vincenzo Capuano, docente di storia del giocattolo presso l’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, che ha raccolto nel corso degli anni, grazie alla sua fervida passione, oltre 8.000 esemplari, a partire dal XVIII secolo fino al Novecento con un occhio di riguardo agli anni definiti l’età dell’oro del giocattolo, tra il 1860 e il 1940: pezzi unici, che dimostrano l’ingegno e la creatività dei loro creatori, ed esemplari rarissimi come un antico pianino degli anni ‘30, con una delle prime versioni del mitico Topolino della Disney.

«All’inaugurazione, come ha spiegato Vincenzo Capuano, il giocattolo è una cosa seria, non è solo un oggetto ludico, ma deve essere considerato al pari di una qualsiasi fonte storica; la storia del giocattolo si intreccia con altre storie e discipline, dall’antropologia, alla sociologia, all’economia,  alla storia politica, a quella della moda, dei materiali, dei meccanismi, alla storia dell’infanzia e dei generi (del maschile e del femminile) : raccontare ad esempio la storia della bambola è raccontare la storia della donna nelle diverse epoche, del ruolo dei generi.»

Teche e altre custodie particolari

I vari giocattoli, considerati a tutti gli effetti dei veri documenti storici, sono conservati in preziose custodie come: la portantina settecentesca finemente decorata con all’interno bambole raffiguranti personaggi della corte borbonica;  la bacheca con i giocattoli del periodo fascista, con  bambolotti  vestiti da giovani Balilla o con il fez,  il tipico copricapo, chiaro riferimento al periodo coloniale o ancora una cassa antica appartenente addirittura all’archivio del principe d’Avalos, riciclata con giocattoli antichi abbandonati.

La mostra, a ingresso libero, è una meta vivamente consigliata in questo periodo natalizio, soprattutto ai turisti, sia per la vicinanza all’immancabile tappa a San Gregorio Armeno sia come pretesto per visitare lo storico edificio dell’Archivio di Stato con i suoi tesori e rarità.

Fonte immagine in evidenza:  https://www.beniculturali.it/

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Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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