9 marzo 1959: nasce Barbie

9 marzo 1959: nasce Barbie

9 marzo 1959. Nasce Barbie: la bambola più popolare e rivoluzionaria, icona di stile, identità ed emancipazione.

Ed oggi Barbie compie ben 63 anni dal suo primo debutto alla fiera del giocattolo di New York: indossava allora un costume da bagno zebrato, che avvolgeva il suo vitino da vespa (stile pin-up!), mettendo in risalto le sue snelle e lunghe gambe; infine, folti capelli neri raccolti in una coda, seguiti successivamente dalla chioma bionda che la renderà la bambola più famosa tra tutte.

Ma andiamo ad analizzare da vicino la sua storia.

Nasce Barbie: excursus storico

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Barbie nasce da un’incredibile intuizione di Ruth Handler, quando la donna, osservando i suoi figli giocare, si accorge che, mentre il maschietto possiede giocattoli con cui riesce ad identificarsi attraverso i disparati ruoli di astronauta, poliziotto, vigile del fuoco e medico, alla bambina manca la possibilità di calarsi in altri ruoli oltre a quello di madre, dal momento che le sue bambole hanno fattezze per lo più da neonati. Ecco che Ruth comincia ad immaginare una bambola con corpo da donna, con cui tutte le bambine avrebbero finalmente potuto immedesimarsi, riuscendo così a liberarsi dallo stereotipato ruolo di mamme e basta, aprendo per loro le porte della vita adulta.

Intuendo che potesse trattarsi anche di un’ottima scelta di mercato, Ruth suggerisce la sua innovativa idea di una linea di bambole dall’aspetto adulto a suo marito Elliot Handler – cofondatore della Mattel con il suo amico Harold Matson, società destinata a diventare un colosso nel mondo dei giocattoli, e nata appunto dalla fusione dei nomi “Matson” ed “Elliot”. Elliot non sembra inizialmente entusiasmato dalla proposta, ma sapendo di una bambola simile commercializzata in Germania, la “Bild Lilli”, si convince. Nasce così la prima Barbie, il cui nome è ispirato a quello della figlia degli Handler, Barbara. Diviene in poco tempo la bambola più venduta al mondo e punta di diamante della sua casa di produzione, nonché oggetto di desiderio per milioni di bambine. Si stima che oltre un miliardo di Barbie siano state vendute in almeno 150 nazioni, con notevoli trasformazioni in versioni diverse nel tempo.

Nel corso dei suoi brillanti e fantastici 63 anni, Barbie svolge moltissime professioni, divenendo inoltre importante icona per stilisti ed artisti. Negli anni Sessanta Barbie è Fashion Editor, Infermiera, Assistente di volo, Ragazza in carriera e Astronauta, truccatissima sotto il suo casco spaziale. Nel 1968 Barbie abbraccia l’internazionalità con Christie, la prima Barbie di colore. Da quel momento Barbie allarga gli orizzonti, non essendo più solo bionda, alta, magra e americana. Comincia ad assumere diverse fattezze, e con la collezione “Dolls of the World” negli anni Ottanta diviene Indiana d’America e Scozzese. Nel 1992 Barbie concorre per le presidenziali americane, divenendo icona di intraprendenza, sicurezza e indipendenza. Nel XXI secolo Barbie è inarrestabile, continuando ad ispirare generazioni di bambine e collezionisti, promuovendo modelli dedicati a icone di creatività e realismo, attraverso la linea “Inspiring Women”, come la straordinaria Frida Kahlo e Samantha Cristoforetti.

Attraversando il tempo e le diverse professioni, Barbie sperimenta sempre nuovi stili: negli anni Ottanta e Novanta, ad esempio, Barbie abbandona un look più formale per accoglierne uno più libero e disinvolto, con lunga chioma folta, liscia o plissettata, anche in grado di colorarsi, ed abiti coloratissimi con accessori appariscenti, che la rendono unica nei panni di Barbie Rockstar danzante. Barbie inoltre presta il suo corpo a icone dello star system, come Cher e Beyoncé. Un’importantissima svolta per Barbie e per i collezionisti a lei devoti giunge nel 2016, quando vengono introdotte nuove tipologie di corpo per lei, al fine di promuovere una sempre più reale integrazione ed inclusione nel mondo: nascono così Barbie curvy, petite e tall, così che lei, il suo trucco, i suoi vestiti e le sue forme possano adattarsi ad ogni moda, periodo storico, fisicità e carattere.

La biografia di Barbie: amici, amore e carriera

Per accrescerne il mito ed affascinare ulteriormente l’immaginario di acquirenti ed appassionati, la Mattel cuce addosso a Barbie un’intrigante biografia, assegnandole un’identità specifica con tanto di nome e cognome, Barbara Millicent Roberts, e costruendole intorno famiglia, amici, amore, con relativi accessori irrinunciabili, dall’auto alla moto, dal camper ai cavalli. Del mondo di Barbie entrano così a far parte la sorella Skipper (dal 1964), i fratelli gemelli di sesso differente Tutti e Todd (1966-1971), la piccola e dolcissima sorellina Shelly (1995-2010), Krissy (dal 1999) e Chelsea (dal 2010). E non poteva mancare un grande amore nella vita di Barbie: si tratta dell’ormai famosissimo Ken (nome ottenuto dall’elisione del nome Kenneth, altro figlio degli Handler). Il loro amore sarebbe nato nel 1961 su un set televisivo, una grande storia d’amore, sicuramente tra le più celebri mai conosciute, lunga ma non eterna, dal momento che dopo 43 anni di fidanzamento decidono di separarsi. Secondo la biografia, Barbie rimane single per un periodo, nonostante un breve flirt con il giovanissimo surfista australiano Blaine. Dopo qualche anno l’ex coppia si riconcilia, senza però giungere ai fiori d’arancio. Eterni fidanzati ed eternamente giovani. 63 anni e non sentirli!

Intensa e movimentata la biografia di Barbie redatta da Mattel, tra studi, carriera, amicizie, amori ed animali, e strabilianti il suo successo e il suo carisma.

Nasce Barbie: le critiche

Nonostante la sua fama e gli apprezzamenti dei suoi appassionati, Barbie attira su di sé anche numerose critiche, soprattutto nei primi decenni dalla sua creazione.

L’Arabia Saudita mette al bando la sua vendita a causa dello stile succinto e delle pose peccaminose, non conformi con i princìpi dell’Islam, ma simbolo della decadenza del “perverso” occidente. In Medio Oriente viene dunque creata una bambola alternativa, “Fulla”, simile a Barbie, ma disegnata per essere più accettabile nel mercato islamico.

Altre critiche molto frequenti puntano il dito contro il corpo della bambola, dalle forme e proporzioni troppo distanti dalla realtà, tanto che nel 1997 le viene allargato il bacino e successivamente introdotte le nuove tipologie di corpo sopra citate.

Barbie viene inoltre accusata di rappresentare un modello di femminilità stereotipato e non inclusivo, in quanto per molto tempo è bionda, bianca e magra, e ancora ritenuta superficiale e priva di spessore, vista come “la ragazza dal bell’aspetto ma stupida”. In questo senso il termine viene usato nella nota canzone Barbie Girl del gruppo danese Aqua, e diffuso un po’ nell’immaginario collettivo quando ci si riferisce a ragazze dall’aspetto impeccabile, essendo magari ricorse anche alla chirurgia estetica per ottenerlo, ma con scarsi argomenti da condividere e poca sostanza.

E ancora critiche in seguito alla creazione di una Barbie parlante, programmata per esprimere varie frasi, tra cui “la matematica è difficile”, suscitando il malcontento di un’associazione femminile universitaria.

Ma le intenzioni di Ruth Handler non sono mai state a ben guardare disdicevoli: la sua intuizione di bambola adulta è senz’altro rivoluzionaria, ma soprattutto stimolante per lasciar progredire l’universo dei giochi femminili. Inoltre va riconosciuta a Barbie una maturità conquistata progressivamente con sempre nuove modifiche inclusive ed esemplari, rendendola ancora oggi quel modello di non sola bellezza, bensì intraprendenza, eleganza, arte, cultura, professionalità, crescita e miglioramento.

Nasce Barbie: immaginario collettivo, collezionismo e cultura

La Mattel stima l’esistenza di oltre 100.000 collezionisti di Barbie: per il 90% sono donne, con età intorno ai 40 anni, che acquisterebbero una ventina di nuove Barbie ogni anno. Il 45% spende oltre 1.000 dollari ogni anno per accrescere e completare la propria irrinunciabile e preziosa collezione. E mentre le prime Barbie nel 1959 vengono vendute per 3 dollari, le medesime vedono progressivamente accrescerne il valore commerciale, giungendo fino agli oltre 3.000 dollari sui siti di vendita. E le collezioni son davvero fantastiche. Oltre alle già citate Barbie in carriera e Barbe nel mondo, Barbie si identifica anche con creature mitologiche, divenendo splendide Barbie Sirena. Inoltre, ancora famosa e in produzione risulta l’elegantissima linea natalizia di Barbie Magia delle Feste, con i suoi meravigliosi abiti, acconciature ed accessori regali ed unici ogni volta.

Icona di stile e musa di artisti (nel 1985 l’artista Andy Warhol crea un quadro di Barbie), con i suoi differenti look, Barbie racconta nel tempo la storia non solo della moda, ma anche della società. Da Moschino, Dior, Louboutin, Yves Saint Laurent e Patrizia Pepe, Barbie lavora con più stilisti di qualunque altro brand al mondo.

Barbie è anche il primo giocattolo ad avere una strategia di mercato basata massicciamente sulla pubblicità televisiva: gli spot per molti anni sono caratterizzati dalla melodia di Georgy Girl, hit del gruppo musicale The Seekers.

Infine Barbie non manca d’essere protagonista indiscussa del cinema, fondendo tra l’altro arte, repertori di balletto e fiabe: vengono prodotti Barbie e Lo Schiaccianoci (2001), Barbie e Il Lago dei Cigni (2003) e Barbie Raperonzolo (2002).

Oggi Barbie non smette di far sognare intere generazioni di bambine, e non solo, continuando ad ispirare giovani e adulte collezioniste, grandi e piccini, quale unico e ineguagliabile modello di bellezza, grinta, dolcezza, arte, multietnicità e soprattutto di crescita sociale, professionale e identitaria.

 

Foto di: Pixabay

 

 

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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