Challengers di Luca Guadagnino: amore o tennis? | Recensione

Recensione Challengers di Luca Guadagnino: amore o tennis?

Challengers il nuovo film di Luca Guadagnino, celebre regista siciliano ormai affermatosi nella scena cinematografica internazionale,  è stato rilasciato nelle sale italiane il 24 Aprile 2024. Il cast vanta di attori rinomati come Zendaya, celebre grazie al ruolo interpretato nella serie televisiva Euphoria, apparendo in film acclamati dalla critica quali Spiderman: No Way Home, Dune e The Greatest Showman. L’attrice insieme ai due co-protagonisti Mike Faist e Josh O’Connor promette di raccontare una storia intensa, intrisa di passione, odio e desiderio di rivalsa, il tutto attraverso il mondo del tennis. Il trailer, già sulle piattaforme dall’estate del 2023, ha portato spettatori di tutto il mondo a precipitarsi nelle sale, ma è riuscito a catturare la vera essenza del film o è un semplice espediente per attirare il pubblico?

Il film non è una blanda storia di un triangolo amoroso, l’amore e la passione permeano la vicenda ma non nel modo in cui lo spettatore si immagina. Centrale è il tennis, ciò che comporta praticarlo, la dedizione che richiede, le vittorie e le sconfitte dello sport, grande metafora della vita.

La protagonista, Tashi Duncan, giovanissima promessa del tennis, si pone nell’intreccio della relazione dei due amici Art e Patrick, entrambi tennisti di livello inferiore. Il destino di Tashi, che sembrava esser già scritto e che la vede nei panni di una campionessa, ha una brusca deviazione a causa di un grave infortunio, che, come si vede nel trailer, le porterà alla rinuncia più dura della sua vita: abbandonare il tennis come giocatrice abbracciando la carriera di allenatrice. Questo sport viene definito da Tashi stessa come una relazione, infatti chi guarda il film, passerà dall’interrogarsi sui drammi tra gli amici, le vicende amorose e di infedeltà; al capire che tutti i passaggi, i dialoghi, le interazioni al di fuori del campo da tennis, sono lo specchio della relazione che i protagonisti hanno con il tennis stesso.

Le vicende si spalmano su un lasso di tempo che va dal 2006 al 2019, con grandi balzi in avanti e a ritroso nel tempo, che portano lo spettatore a smarrirsi e poi ritrovarsi, ad inserire e sottrarre pezzi di un puzzle che lo lasceranno interdetto.  La linearità  interrotta del film permette di comprendere come il tennis abbia delle ripercussioni sulla vita dei personaggi, ci si interroga sui veri sentimenti della protagonista, velati  dalla smania di dominio su Art e Patrick, tanto diversi quanto simili, che vedranno il loro saldo rapporto sgretolarsi proprio per Tashi, tanto avvenente e talentuosa quanto consapevole del suo potere.  

Challengers di Luca Guadagnino non è un film sul tennis, ma è propriamente tennis e il regista cerca di farlo trasparire in tutti i modi: tra close-ups sui corpi grondanti di sudore, la macchina da presa utilizzata dinamicamente riprendendo la pallina come soggetto, l’esecuzione dei movimenti, il passaggio da momenti di tensione sportiva a momenti di quiete. La conflittualità  che troviamo nelle vicende del triangolo amoroso tra Art, Patrick e Tashi, vengono poi riversati sul campo da gioco: tanti anni dopo il loro ultimo incontro, il caso vorrà farli ritrovare al Challenger, un torneo internazionale, di La Rochelle, dove un ormai famoso e ricco Art, agli sgoccioli della sua carriera da tennista, si troverà  davanti allo specchio delle sue più grandi insicurezze, nel tennis e nella vita. Il suo amico di infanzia Patrick, ormai trasandato e squattrinato, che partecipa alla competizione solo per racimolare qualche spiccio. Le vite dei tre personaggi si intrecciano durante i 13 anni di azione partendo dal match finale e andando a ritroso, si consumano in un triangolo tossico, dove i due ragazzi vogliono affermarsi come migliori, prima nella vita e successivamente nel gioco, e Tashi che muove i fili dei loro destini, tra l’immobilizzazione sentimentale e la freneticità  del tennis. 

Lo spettatore di Challengers è interdetto, non prende posizione, osservatore delle vicende esattamente come uno spettatore di una partita di tennis. I fatti si spostano dalla camera da letto al campo, in cui il terreno di gioco duro quanto morbido, i personaggi tenaci quanto deboli, avidi di potere quanto innamorati, seri quanto irresponsabili. Alla fine del film emerge la consapevolezza di aver guardato un vero match di tennis, avvincente, audace, scandito dal suono rimbombante dei colpi della pallina. Challengers di Luca Guadagnino ci racconta della brama di potere, di sesso, di rivalsa, di essere apprezzati e amati e soprattutto di mettersi in gioco, rischiare nel tennis, parabola della vita.

Nonostante il trailer mostri un qualcosa di altamente appetibile, ponendo maggiore enfasi sulla parte romantica e sulla tensione erotica, possiamo dire che sebbene il film in sè differisca dall’anteprima, non deluderà di certo l’aspettativa, catturando con la sua intimità  e visceralità  il pubblico.

Fonte immagine : poster del film 

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