End of Justice – Nessuno è innocente, un film di Dan Gilroy (Recensione)

End of Justice – Nessuno è innocente, un film di Dan Gilroy

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, End of Justice – Nessuno è innocente è l’ultimo film drammatico scritto e diretto dal regista statunitense Dan Gilroy in programmazione nei nostri cinema dal 31 maggio.

Roman J. Israel (Denzel Washington), fervente e appassionato attivista per i diritti civili sin dagli anni ‘70, svolge la professione di avvocato a Los Angeles presso uno studio legale nel quale si occupa di studiare i vari casi mentre il suo socio li dibatte nei tribunali. Alla morte di quest’ultimo Roman si ritrova disoccupato e, a causa delle ristrettezze economiche e gli infruttuosi risultati nella ricerca di una nuova occupazione, decide di accettare l’offerta del giovane e ambizioso collega George Pierce (Colin Farrell) di andare a lavorare per lui. Sarà a causa di uno dei nuovi incarichi affidatigli che il protagonista, difensore di un ragazzo accusato di omicidio, metterà in discussione tutto ciò in cui ha fino ad allora creduto e per cui ha duramente e instancabilmente lottato in nome di una realtà che non gli appartiene e che finirà per fagocitarlo senza nessuna pietà costringendolo a fare i conti con chi era e chi è diventato.

End of Justice – Nessuno è innocente : il peso della coscienza tradita

Il regista Dan Gilroy punta – a ragione e con cognizione di causa – sulla spiccata indole trasformista dell’impeccabile Denzel Washington candidato, grazie a questo ruolo, all’ultima edizione del Premio Oscar come Migliore attore protagonista – ad aggiudicarsi la statuetta è stato l’attore brittanico Gary Oldman per la sua interpretazione in L’ora più buia.

Il protagonista veste i panni – ormai fuori moda non soltanto per quanto riguarda acconciatura e abiti, ma soprattutto per i modi di pensare e gli atteggiamenti – di un personaggio eccezionale: dai modi bizzarri, di una precisione maniacale, dotato di una memoria straordinaria, fervente credente nell’universale e inviolabile diritto alla giustizia. Una giustizia che deve essere garantita a tutti perché tutti devono sì pagare per i reati da loro commessi ma devono farlo dopo aver ricevuto la giusta pena.

«Se non puoi cambiare la legge, sfida il sistema».

Questa è la grande utopia di Roman J. Israel che, vissuto troppo a lungo dietro la scrivania tra tomi e scaffali e sempre meno nel tempo presente che è andato avanti lasciandolo indietro, perde se stesso nel momento in cui decide di voltare le spalle a tutto ciò su cui ha costruito la sua vita e la sua carriera.

End of Justice – Nessuno è innocente è un film che poggia principalmente – forse in maniera eccessiva – sulla bravura dell’attore protagonista eppure, la trama, funziona perché infonde speranza in un cambiamento che, anche se tardivo, può sempre arrivare.

A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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