Femminismo intersezionale: come viene rappresentato in tv

Femminismo intersezionale: come viene rappresentato in tv

L’evoluzione degli audiovisivi negli anni, è andata di pari passo ad un’evoluzione sociale, per ciò che riguarda il riconoscimento dei diritti delle minoranze e la lotta alle discriminazioni, come quella etnica, di genere, di orientamento. Tutto ciò ha portato non solo a trattare questi argomenti al cinema e in tv, ma anche a fare particolare attenzione a una rappresentazione equa di soggetti solitamente discriminati. Nel caso delle donne abbiamo avuto modo di vedere, negli ultimi anni, una rappresentazione sempre più emancipata.

Ovviamente c’è ancora da migliorare, soprattutto per ciò che riguarda una degna presenza e raffigurazione di donne, non solo discriminate in quanto tali, ma anche perché facenti parte di minoranze etniche, o con orientamenti che si allontanano dall’eteronormatività.

Questo è proprio il concetto di femminismo intersezionale, cioè il riconoscere che anche all’interno della stessa categoria femminile, ci siano differenze di discriminazione collegate ad altri fattori; non si può appunto mettere sullo stesso piano le esperienze di vita di una donna bianca con quelle di una donna nera o latina, perché la prima sarà stata sicuramente più privilegiata.

Tenendo presente questo, anche la tv e le più recenti piattaforme tra cui Netflix, si sono adeguate, incentrando sempre più prodotti su donne appartenenti a minoranze.

She’s Gotta Have It

She’s Gotta Have It si incentra sulla storia di Nola, un’artista afroamericana, che combatte ogni giorno con l’esperienza del sessismo, ma anche del razzismo.  Racconta di come le donne nere vengano ipersessualizzate, e di come a volte il femminismo tradizionale non aiuti a sradicare questo fenomeno perché non tiene abbastanza conto dei loro problemi, ma solo di quelli delle donne caucasiche. Nola inoltre rivendica il diritto per ogni donna di poter vivere liberamente la propria sessualità, così come viene concesso agli uomini. Per di più nel corso delle stagioni vedremo un’importante relazione di Nola con una donna.

Dear White People

Una serie corale in cui la protagonista, Sam, è una speaker della radio del suo college, e ha aperto una rubrica che si chiama proprio Dear White People, per far conoscere ai bianchi tutte le cose discriminatorie e razziste che pensano delle persone nere. La serie si incentra anche su come le donne nere risentano ancor più della discriminazione collegata anche al loro genere, e di come si faccia credere loro che per essere belle, debbano adeguare le proprie caratteristiche fisiche a quelle caucasiche; per esempio indossare parrucche lisce per nascondere le capigliature afro.

Chewing Gum

Uscita sul canale britannico E4 e distribuita in Italia su Netflix, parla delle avventure di una ragazza inglese, Tracey, di origini africane, che in un’occasione si trova ad avere a che fare con un uomo caucasico con il feticcio per le donne nere. Un tema in effetti molto dibattuto è anche quello della feticizzazione delle persone nere, che vengono così deumanizzate ed equiparate ad oggetti sessuali.

Queste sono solo le serie più famose, ma ce ne sono anche altre per fortuna, questo ovviamente non deve farci credere che il problema della rappresentazione sia risolto, ma che almeno il cambiamento è decisamente iniziato.

 

Fonte immagine di copertina: Officinafemminista.it

A proposito di Teresa Errichiello

Nata nel 1995, laureata in Lettere moderne e Discipline della musica e dello spettacolo , grande appassionata di scrittura, arte, cinema ma soprattutto serie tv.

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