Maria Wisława Anna Szymborska è stata una poetessa polacca molto conosciuta, nacque nel 1923 a Kórnik e morì a Cracovia nel 2012. Nel 1996 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Le sue poesie hanno uno stile semplice ma unico, attraverso il quale Szymborska esprime, per lo più, pensieri esistenziali e i sentimenti che derivano dall’amore, senza essere mai banale. Ecco le tre poesie di Wislawa Szymborska più belle.
La musa in collera: tra le poesie di Wislawa Szymborska
Perché scrivo canti d’amore
così raramente?
Questa domanda già prima
me la potevi fare,
ma tu, come si comporta
ogni uomo indulgente,
aspettavi la scintilla
che in strofa s’accende.
È vero, taccio – ma taccio
solo per timore
che il mio canto in futuro
mi dia dolore,
che verrà giorno e d’un tratto
smentirà le parole,
resteranno ritmi e rime,
se ne andrà l’amore,
e sarà inafferrabile
come l’ombra di un ramo.
Oh, sì, un normale timore
mi lega la mano.
Questo mio silenzio
so però spiegare.
Come incidere su pietra
parole audaci,
se neppure oso toccare.
petalo di rosa?
Timore arciprudente,
tu mi fai paurosa…
Quando misi mano al foglio,
c’era un altro fra noi.
Non attese, corse fuori
sbattendo la porta.
Se era il vento che entrava
– poco importa, ma se
era la musa, la Musa
dei canti d’amore?
So che la mia prodezza
indignerà i vicini.
Ma dica pure la gente
ciò che le pare.
Correrò giù e griderò
ai quattro venti:
Erato, torna! Aspetta!
Erato, mi senti?
La poesia La Musa in Collera è tra le più belle poesie di Wislawa Szymborska, nella quale la poetessa esprime ben chiaramente il timore di scrivere canti amorosi, poiché è consapevole del fatto che l’amore possa d’un tratto finire e non vuole essere ferita in futuro per questo. Negli ultimi versi, però, con l’abbandono di Erato, la Musa della poesia amorosa, sembra ritornare a credere nell’amore e pare non ascoltare più ciò che dicono le persone; per lei l’amore rende vive l’arte e la poesia, per cui decide di accogliere questo intenso sentimento e di continuare a basare la sua poetica sulle sue diverse sfaccettature. Inoltre, ciò che rende la sua poesia unica è il fatto che la poetessa permette ai lettori di immedesimarsi in ciò che lei stessa prova e nelle sue esperienze.
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
Accanto a un bicchiere di vino è anch’essa tra le più belle poesie di Wislawa Szymborska. Qui la donna amata si lascia guardare dal suo amato, anzi, cerca continuamente lo sguardo su di lei. Infatti, l’amato, guardandola, sembra esprimerle l’amore che prova e renderla ancora più bella. Inoltre, il suo sguardo è non solo capace di idealizzarla, ma anche di definire ciò che essa stessa è e la sua identità. Infatti, è come se l’innamorata si nutrisse delle fantasie del suo innamorato e la realtà si offuscasse dentro sé stessa. Nei versi finali, però, si ha una visione completamente diversa, in quanto l’innamorata si rende conto che è solo dallo sguardo di lui che proviene la sua euforia; ciò riflette, in realtà, l’idea più profonda secondo la quale l’amore, da una parte, permette di fuggire dalla realtà crudele, ma dall’altra sottolinea la condizione di vuoto a cui è destinato l’uomo.
Un amore felice
Un amore felice. È normale?
È serio? È utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo –
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano –
sembra un complotto contro l’umanità!
È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?
Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.
Tra le più belle poesie di Wislawa Szymborska impossibile non citare Un amore felice, in cui l’autrice pone ai lettori un quesito, a cui non da risposta diretta: se l’amore felice è normale, utile e necessario. Chi si ama felicemente, infatti, sembra essere indifferente a tutti gli altri e le loro “smancerie” sono inutili per l’umanità.
Nei versi finali, però, la poetessa sembra rispondere ironicamente alle sue domande: chi non ha mai conosciuto l’amore felice, sostiene che non esiste, perché prova invidia; solo in questo modo essi possono continuare ad ingannarsi, per vivere e morire in modo meno doloroso.
Inoltre, la poetessa, attraverso il suo componimento, sembra andar contro la solita visione poetica dell’amore, descritto come un sentimento complesso ed estremamente doloroso; al contrario, Szymborska sottolinea che l’amore è semplice, spontaneo, fatto di attenzioni quotidiane e piccoli gesti.
Fonte immagine: Foto di Álvaro Serrano su Unsplash