Michael Haneke è sicuramente uno dei registi più interessanti del panorama europeo, se non mondiale; è sempre stato noto per affrontare temi delicati nei suoi film. Che piaccia o no il suo stile, le sue opere suscitano sempre un dibattito. Da buon austriaco, nulla è lasciato al caso: non c’è spazio per l’improvvisazione ma ogni minimo aspetto viene profondamente misurato e pianificato. Tre film di Michael Haneke sono essenziali per conoscere la sua maestria e originalità, scopriamoli insieme.
-
Il nastro bianco
Il nastro bianco (2009): è uno dei film di Haneke più strazianti e stimolanti. Con il suggestivo sottotitolo “Una storia tedesca per bambini“, offre un’analisi inquietante dell’ambiguità morale repressiva nella Germania dell’inizio del XX secolo, che portò alle due guerre mondiali e al nazismo. Il film è una parabola opprimente sulle origini di ogni violenza, incentrata sui bambini di un piccolo villaggio della Germania settentrionale, mesi prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Esteticamente, questo film è un capolavoro, non è un caso che abbia vinto numerosi premi (tra cui il Golden Globe e la Palma d’Oro), anche per la fotografia.
-
Niente da nascondere
Niente da nascondere (2005): La sensazione di essere osservati è probabilmente la più spaventosa che ci sia, ma cosa succederebbe se diventasse la vostra vita quotidiana? Nessun film può avvicinarsi a una tale paranoia come fa Niente da nascondere. Una coppia inizia a ricevere delle videocassette di qualcuno che filma fuori casa; da lì, molti segreti iniziano ad essere svelati. È un film che si sviluppa molto lentamente ed è anche piuttosto inquietante. Assicuratevi di guardarlo fino alla fine, poiché anche dopo i titoli di coda c’è una lunga scena in un unico piano sequenza che, in modo sottile, fornisce un enorme indizio sul mistero di questo film. È un film piuttosto inquietante da guardare in un momento come questo: l’idea di essere costantemente osservati è qualcosa di estremamente attuale.
-
La pianista
La pianista (2001): si tratta di una delle storie più straordinarie raccontate dal regista austriaco. Basato sull’omonimo romanzo di Elfriede Jelinek, ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, nonché il premio come Miglior Attore e Miglior Attrice allo stesso festival, per i suoi due attori principali: Isabelle Huppert e Benoît Magimel. Oltre a questi riconoscimenti, Haneke e questo film hanno ricevuto premi in altri importanti festival internazionali, ed è stato acclamato come uno dei suoi lungometraggi più potenti, ma anche più inquietanti. Siamo addentrati nella storia di questa peculiare insegnante di pianoforte, con un rapporto malsano con la madre, comportamenti sessuali autolesionistici, e violenza nascosta in un’apparente “normalità”. Tutto inizia normalmente, ma man mano che la storia procede, l’inquietante insegnante di pianoforte diventa un personaggio travolgente, scioccante e spaventoso, ma allo stesso tempo affascinante, arricchito dalla meravigliosa interpretazione di Isabelle Huppert (forse, una delle sue migliori).
Oggi molti dei film di Michael Haneke vengono considerati cult, per cui perderseli non è certo un’opzione, buona visione!
Fonte immagine in copertina: Wikipedia

