Film non Disney: 5 titoli che forse non ricordate I Eroica

Film non Disney

Non sono solo i classici Disney ad aver segnato la nostra infanzia: ecco 5 titoli di film d’animazione che forse avete dimenticato, ma che meritano di essere riscoperti per la loro unicità e il loro coraggio.

Quando si parla di film d’animazione si pensa immediatamente ai classici Disney, ma la storia dell’animazione è ricca di perle prodotte da altri studi che hanno segnato un’epoca. Se titoli come Shrek, Anastasia o Il Principe d’Egitto sono rimasti impressi nella memoria collettiva, esistono altri film che molti hanno visto, ma che non hanno trovato un posto stabile tra i ricordi infantili.

Ripercorriamo insieme 5 film d’animazione non Disney che probabilmente torneranno alla vostra mente con un sorriso, analizzandone la storia, lo stile e i motivi della loro parziale scomparsa dalla memoria collettiva.

Film d’animazione non Disney dimenticati: una guida rapida

Titolo del film Anno e studio di produzione
Thumbelina – Pollicina 1994, Don Bluth Entertainment / Warner Bros.
We’re Back! – 4 dinosauri a New York 1993, Amblimation / Universal Pictures
Giuseppe – Il re dei sogni 2000, DreamWorks Animation
Charlie – Anche i cani vanno in Paradiso 1989, Sullivan Bluth Studios / United Artists
Galline in fuga 2000, Aardman Animations / DreamWorks Animation

1. Thumbelina – Pollicina (1994)

Studio di produzione: Don Bluth Entertainment / Warner Bros.

Il lungometraggio di Don Bluth e Gary Goldman si basa sulla fiaba Mignolina di Hans Christian Andersen e racconta le avventure che Pollicina, definibile come una ragazza in miniatura, dovrà affrontare per sfuggire a numerosi bizzarri corteggiatori e ricongiungersi con il ragazzo di cui è innamorata: Cornelius, il principe delle fate.

Perché è stato dimenticato?

Thumbelina fu, ai tempi, un enorme flop al botteghino. Il film fu massacrato dalla critica, che non ne ha apprezzato la narrativa, la musica e i personaggi. Ciò nonostante, questo film d’animazione è stato piuttosto apprezzato dai bambini dell’epoca. Lo stile di disegno è parecchio caratteristico: rimanda un po’ alle atmosfere del disneyano Alice nel Paese delle Meraviglie, collocandosi in una via di mezzo tra il delicato e il grottesco. E anche la storia narrata alterna queste due caratteristiche, introducendo personaggi e scenari romantici, ma anche piuttosto inquietanti, tra cui il rospo El Rambito. Un fattore determinante per il suo insuccesso fu il contesto storico: il 1994 fu l’anno de Il Re Leone della Disney, un colosso che dominò il mercato e l’immaginario collettivo, lasciando poche possibilità a produzioni concorrenti di emergere. Malgrado ciò, la colonna sonora, con brani composti da Barry Manilow, e lo stile visivo unico di Don Bluth lo hanno trasformato in un piccolo cult per una nicchia di appassionati.

2. We’re Back! – 4 dinosauri a New York (1993)

Studio di produzione: Amblimation / Universal Pictures

Qualcuno probabilmente non ricorderà minimamente dell’esistenza di questo film. Qualcun altro avrà ricordi confusi. Prodotto dalla Amblimation di Steven Spielberg, questo film è spesso confuso con Alla ricerca della Valle Incantata. La narrazione si apre con l’incontro tra il tirannosauro Rex e il piccolo uccellino Buster. Il tirannosauro inizia a raccontargli la sua storia in un lungo flashback. Protagonisti, oltre a Rex, sono due ragazzini, Louis e Cecil, e altri tre dinosauri dotati di intelligenza. Altri personaggi di fondamentale importanza sono il Capitano Occhidolci, scienziato geniale, e il suo gemello Sguercio, stregone malvagio che dirige un circo inquietante. Di fondamentale importanza è il tema dei legami familiari e quello dei desideri, esplorato attraverso il contrasto tra i due fratelli scienziati.

Perché è stato dimenticato?

Nonostante le ottime premesse e il nome di Spielberg, 4 dinosauri a New York non è certo stato inserito tra i migliori film d’animazione. L’accoglienza della critica fu tutt’altro che calorosa e l’incasso non coprì i costi di produzione. La sua memoria è stata offuscata anche da un altro film sui dinosauri dello stesso Spielberg, uscito pochi mesi prima: Jurassic Park. Inoltre, le scene con il sinistro Professor Sguercio e il suo “Circo del Terrore” sono state spesso citate come eccessivamente spaventose per i bambini più piccoli, come confermato da diverse retrospettive consultabili su database come IMDb. Questo tono altalenante tra il comico e il genuinamente terrificante ha reso difficile la sua collocazione nell’immaginario infantile.

3. Giuseppe – Il re dei sogni (2000)

Studio di produzione: DreamWorks Animation

Questo film d’animazione si ispira al racconto biblico di Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe. È il terzo film d’animazione tradizionale prodotto dalla DreamWorks Animation, dopo i ben più noti Z la formica e Il Principe d’Egitto, di cui è il prequel. Il film è in grado di intrattenere ed emozionare, con un’ottima colonna sonora e scene commoventi. La storia tocca tematiche impegnative quali il tradimento, la religione e il destino, e lo fa in maniera abbastanza delicata da poter essere compresa dai più piccini, ma mai così scontata da risultare banale agli occhi degli adulti.

Perché è stato dimenticato?

Nonostante la qualità, il lungometraggio non ha eguagliato il successo del suo predecessore. La scelta della DreamWorks di distribuirlo direttamente in home video, senza un passaggio nelle sale cinematografiche, ne ha limitato drasticamente la visibilità e il prestigio. Questa strategia lo ha relegato a un ruolo di “fratello minore” de Il Principe d’Egitto, facendolo percepire come un prodotto secondario. Eppure, la qualità dell’animazione e la maturità della narrazione lo rendono un piccolo capolavoro sottovalutato, che merita una riscoperta.

4. Charlie – Anche i cani vanno in Paradiso (1989)

Studio di produzione: Sullivan Bluth Studios / United Artists

Parlando di film d’animazioni commoventi, è impossibile non nominare Charlie – Anche i cani vanno in Paradiso. Questo film, diretto da Don Bluth, ha suscitato ai tempi opinioni contrastanti. Innanzitutto Charlie, pastore tedesco protagonista della storia, è inserito in un contesto che rimanda ai film gangster. All’inizio della storia, viene tradito e ucciso dal suo socio Carface. Il film non si risparmia scene di fumo, gioco d’azzardo e una spaventosa rappresentazione dell’Inferno. Ciò nonostante, il cuore della storia è il tenero rapporto tra Charlie e la piccola Anne-Marie, una bambina che lo accompagnerà nel suo percorso di redenzione.

Perché è stato dimenticato?

Charlie è un film non Disney che lo rivendica con orgoglio. Uscito lo stesso giorno de La Sirenetta della Disney, fu completamente surclassato al botteghino. Il suo tono decisamente adulto e a tratti cupo, con tematiche come la morte, la dannazione e la redenzione, lo ha reso un prodotto divisivo. Mentre gli adulti potevano apprezzarne l’ironia e la profondità, molti genitori lo ritennero troppo intenso per i bambini. Con il tempo, però, ha guadagnato uno status di cult, generando un sequel e una serie TV, a dimostrazione di un affetto duraturo da parte di chi lo ha apprezzato.

5. Galline in fuga (2000)

Studio di produzione: Aardman Animations / DreamWorks Animation

Abbiamo, infine, un altro film d’animazione realizzato dalla DreamWorks Animation. Galline in fuga, che si ispira vagamente al film La grande fuga del 1963, è ambientato negli anni cinquanta e racconta la storia di un gruppo di galline che vivono in un allevamento. I coniugi Tweedy, proprietari dell’allevamento, le costringono a deporre continuamente uova; qualora non riuscissero a deporne uno, saranno destinate alla macellazione. Una delle galline, Gaia, inizia a progettare un piano di fuga, soprattutto quando i Tweedy decidono di ucciderle tutte per farne dei pasticci di pollo.

Perché è stato dimenticato?

A differenza degli altri film, Galline in fuga fu un enorme successo di critica e pubblico. Realizzato con la meticolosa tecnica della stop-motion (o claymation) dallo studio Aardman, è ancora oggi il film in stop-motion con il maggior incasso della storia. Allora perché inserirlo in questa lista? Perché, col passare degli anni, pur rimanendo amato, è stato forse meno celebrato rispetto ad altri franchise DreamWorks come Shrek o Madagascar. Il suo umorismo tipicamente britannico e la potente metafora dell’allevamento come campo di concentramento (con tanto di filo spinato e appelli mattutini) lo rendono un’opera più complessa e stratificata di quanto appaia. L’uscita del sequel Galline in fuga: L’alba dei nugget su Netflix ha finalmente contribuito a riportare questa perla alla memoria del grande pubblico.

Ricordavate qualcuno di questi film non Disney? Qual è quello che preferite?

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia


Articolo aggiornato il: 15/09/2025

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A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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