Fleabag e la penna tagliente di Phoebe Waller-Bridge

Fleabag

Il primo buon motivo per vedere Fleabag, andata in onda prima su BBC 3 e attualmente disponibile su Amazon Prime Video, è che in un momento in cui si producono film e stagioni televisive di usato sicuro (nessuna citazione per evitare guerre civili), la serie con Phoebe Waller-Bridge non ha bisogno di più di due stagioni da sei puntate l’una per dire tutto il necessario. Per di più la seconda stagione riesce ad essere sorprendentemente migliore della prima.

Se da un lato si potrebbe giustamente desiderare altro, forse si può anche prendere atto che cose brevi e perfettamente riuscite possano restare tali senza necessità di spin-off, sequel o prequel. Se dovesse arrivare una terza stagione la si guarderebbe con grande piacere, beninteso, ma anche così va benissimo.

Acclamata da pubblico e critica, Fleabag è il racconto della vita di una giovane donna londinese che prova a tenere testa alla vita dimesticandosi tra lavoro, famiglia e relazioni. Le puntate e l’intera serie hanno un ritmo incalzante e dei dialoghi brillanti che rendono Fleabag una commedia drammatica estremamente interessante.

Tratto da uno spettacolo teatrale scritto dalla stessa Phoebe Waller-Bridge, che è anche autrice della serie e interprete del personaggio principale, Fleabag intrattiene divinamente con un umorismo estremamente sarcastico e pungente. Umorismo frutto di un’ottima prova attoriale corale, di un’ottima sceneggiatura e della rottura della quarta parete. Infatti, il dialogo tra lo spettatore e Fleabag, “sacco di pulci” che non ci rivelerà mai il suo vero nome, ci fa sentire un po’ complici e confessori. Fleabag si lascia seguire costantemente e alterna azioni giuste con scelte sbagliate e viceversa. Ma c’è anche qualcosa in più. Lo sguardo intelligente e provocatorio in camera è una fuga dalla realtà, uno spazio in cui nascondersi per proteggersi. La stessa autrice ha spiegato come la relazione principale sia quella tra Fleabag e lo spettatore, una relazione che cambia riuscendo a suscitare in chi guarda attrazione, disaccordo, simpatia, antipatia e tenerezza.

E mentre lo spettatore si rivela un amico su cui fare affidamento nei momenti più difficili, il sarcasmo diventa una vera e propria arma con cui difendersi. Il sarcasmo per nascondere l’impossibilità e l’incapacità di amare ed essere amati. Nel caso di Fleabag questo non porta ad una autocommiserazione paralizzante ma ad una serie di comportamenti che lei stessa riconoscerà come sbagliati. I tre migliori momenti dell’intera serie sono forse proprio quelli in cui il sarcasmo viene completamente distrutto dagli interlocutori (una psicologa, un prete e una donna d’affari). In tutti e tre i casi Fleabag si mostra estremamente umana, non perché debole ma perché comprensibile. Paradossale che quando, nella prima delle tre scene citate, la psicologa le riassume la descrizione da lei stessa fornita, Fleabag rimane spiazzata perché le stesse identiche cose spogliate del sarcasmo diventano solo dolorose e non più tanto divertenti.

Non si vuole qui sminuire l’importanza di un personaggio principale femminile perché è un ulteriore merito ma celebrare la serie per questo invece che per il resto potrebbe essere un errore. La vera rivoluzione, forse, sta nella scrittura di una serie che riesce a fotografare un presente fatto di sarcasmo, premi consolatori e solitudini da una prospettiva realmente diversa. È il motivo per cui la penna deve essere impugnata (e lasciata impugnare) più spesso da una donna.

Fleabag è una serie risuscita e bella non perché il personaggio principale sia femminile ma perché rappresenta una condizione umana. «Tutti si sentono così ma nessuno ne parla», dirà uno dei personaggi. E ciò che resta, tuttavia, non è una visione negativa. La citazione precedente come questa, «Non c’è niente di più eccitante di una stanza piena di persone. Le persone sono tutto quello che abbiamo», vengono ascoltate da Fleabag e starà a lei capire come porsi e nei confronti di ciò che accade e affrontarlo.

 

Fonte immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fleabag_titlecard.png

Altri articoli da non perdere
Easy, Chicago e relazioni sotto la lente di Joe Swanberg
Easy

Easy non è una serie come le altre. Assolutamente. Innanzitutto per il cast: un cast corale che comprende attori e Scopri di più

American History X (Film, 1998) | Recensione
American History X (Film, 1998) | Recensione

American History X è il titolo di un film del 1998, diretto da Tony Kaye e che ha, tra i Scopri di più

Il Quidditch: lo sport dei maghi
Quidditch

Qualunque fan della saga di Harry Potter sa di cosa si parla quando si dice Quidditch. Chi ha letto i Scopri di più

The Bold Type (serie tv): da vedere su Amazon Prime Video
The bold type (serie tv): da vedere su Amazon Prime Video

The Bold Type è una serie tv americana comedy-drama, anche conosciuta con il titolo di "Ragazze audaci", distribuita a partire Scopri di più

Mockumentary: il genere delle sitcom inventato da W. Allen
Mockumentary: il genere delle sitcom inventato da W. Allen

Il filone narrativo del Mockumentary nasce negli anni ’60, crasi delle parole "mock" (to moke, letteralmente: deridere, canzonare, prendere in Scopri di più

Green Book, storia di un’incredibile amicizia
Green Book, storia di un’incredibile amicizia

Green Book: un'amicizia aldilà del pregiudizio | Recensione Basato sulla storia vera dell’amicizia nata nell’America degli anni Sessanta tra un Scopri di più

A proposito di Salvatore Tramontano

Studia Mass Media e Politica presso l'Università di Bologna. Scrive per capire cosa pensa.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Tramontano

Commenta