Haifaa Al-Mansour, la prima regista saudita a Venezia76

Haifaa al-Mansour è arrivata alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia con “The perfect candidate” – in concorso – che racconta la battaglia per spezzare le antiche logiche del sistema patriarcale nella società saudita.

Haifaa è la prima regista donna dell’Arabia Saudita. Nata ad Al Zulfi nel 1974, ottava di dodici figli del poeta Abdul Rahman Mansour, laureata in Lettere all’Università Americana del Cairo e con un master in Regia all’Università di Sydney, ha iniziato la sua attività di regista con tre cortometraggi: “Who?”, “The Bitter Journey” e “The Only Way Out”2.
Il suo quarto documentario “Women Without Shadows” ha segnato il suo ingresso nel mondo del “tabù” del Regno Saudita, con argomenti che spaziano dalla tolleranza ai pericoli dell’ortodossia e la critica alla cultura restrittiva araba. Il documentario, che riguarda le vite nascoste delle donne in Medio Oriente (ad esempio nell’utilizzo dell’abaya, un indumento femminile che copre tutto il corpo eccetto la testa, i piedi e le mani, e utilizzato in alcuni Paesi musulmani con la funzione di hijab), è stato visto in 17 Festival Internazionali del Cinema e ha vinto numerosi premi.

La regista ha sempre rigettato le lettere d’odio e le critiche che la accusavano di essere ostile alla religione, sostenendo che l’Arabia Saudita debba assumere una visione più critica rispetto a determinati aspetti della propria cultura.

Con il film “La bicicletta verde”, Haifaa ha ottenuto una candidatura ai Premi BAFTA 2014 nella categoria “miglior film straniero”. Il suo lavoro era stato anche proposto nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2012, dichiarando Haifaa come prima donna saudita a dirigere un film nella storia del Festival.

Se ne “La bicicletta verde” la lotta per l’emancipazione femminile passava per l’acquisto di una bicicletta, in “The Perfect Candidate”, la protagonista, Maryam (interpretata dall’attrice Mila Al Zahrani), è una giovane e ambiziosa dottoressa che ogni giorno lotta per farsi accettare e rispettare da colleghi e pazienti uomini, all’interno di un una società maschilista nella quale continuano ad esserci stereotipi di genere che condizionano scelte e comportamenti e limitano la libertà.

Quando, per un problema con i documenti, le viene impedito di volare a Dubai per un convegno ed è costretta a misurarsi con la burocrazia, si imbatte per caso nel modulo di candidatura come Sindaca alle elezioni cittadine e decide di parteciparvi. Approfittando dell’assenza del padre, impegnato nel primo tour musicale consentito in Arabia Saudita dopo molti anni, e con la complicità delle sorelle, comincia a progettare una campagna elettorale puntando sulla ricostruzione della strada che conduce all’ospedale, scontrandosi con le barriere culturali e religiose che impongono alle donne ruoli tradizionali.

«Oggi la società saudita è più aperta – spiega Haifaa Al-Mansour – accetta le donne che fanno le registe e concede spazio alle arti. L’arte rende la società più tollerante, il cinema è un importante strumento di cambiamento e nel mio Paese la gente ama andare a vedere film, soprattutto le donne. Ma è una società ancora conservatrice e le stesse donne sono ancora riluttanti ad accettare un ruolo più attivo. Le donne sono costrette a lottare più duramente per conquistare quell’autorevolezza che invece si riconosce più facilmente negli uomini. La gente crede negli uomini, mentre le donne suscitano scetticismo. Spero dunque che film come questo possano mostrare quanto sia importante, al di là dei fallimentari risultati iniziali, dare il via al processo di cambiamento.»

Haifaa è già stata premiata con il “FRED AWARD”, il premio di FRED Film Radio, la International Web Radio ufficiale del Festival. Federico Spoletti, fondatore di FRED Film Radio, si è detto davvero onorato di poter consegnare il premio a una regista così sensibile e impegnata in particolare contro le discriminazioni e in favore del dialogo interculturale.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Maria Laura Amendola

Nata a Potenza il 28 giugno 1993, madre australiana e papà Irpino. Impegnata, per diversi anni, in organizzazioni a carattere sociale e culturale, ho prediletto come ambito il femminismo e le battaglie contro le disuguaglianze di genere. Nel 2021, è nata la mia prima opera letteraria, "Una donna fragile", Guida Editori.

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