Il cinema dell’est: i 10 film indipendenti più interessanti del 2023

Il cinema dell’est: i 10 film indipendenti più interessanti del 2023

Il cinema dell’Est, a partire dal dopoguerra e ancor di più dopo la caduta del muro di Berlino, ha assunto sempre più importanza nelle maggiori rassegne internazionali.

Andiamo a scoprire i 10 film indipendenti più interessanti e acclamati dalla critica che sono stati prodotti in Europa dell’est nel 2023.

1. Metronom –  Alexandru Belco (Romania) 

Tra i più attesi del cinema dell’est c’è il primo film del documentarista romeno, ambientato nella Bucarest dei primi anni ‘70 e narra di un gruppo di adolescenti, tra il regime comunista di Ceaușescu e l’ascolto clandestino di Radio Free Europe, il cui contenitore Metronom, curato da Cornel Chiriac, giornalista e conduttore radiofonico rumeno, non si occupava solo della contaminazione della proposta internazionale con quella di artisti locali, ma attraverso la selezione, faceva sì che i giovani si interrogassero sulla politica del tempo, a contrasto dei totalitarismi.

2. Butterfly Vision –  Maksym Nakonechnyi (Ucraina)

Altro film imperdibile del cinema dell’Est è questo in cui il privato si mescola con il politico, e la guerra si insinua in ogni spazio possibile distruggendo vite. Racconta la storia di un’ufficiale, Lilia, il cui nome di battaglia durante la guerra era “Butterfly” che viene imprigionata e torturata dai militari russi. Quando viene liberata si accorge di aspettare un bambino. Il film risulta particolarmente toccante anche alla luce dei crimini di guerra che si stanno verificando in Ucraina.

3. Beautiful Helen – George Ovashvili (Georgia)

Un atipico road movie esistenziale del cinema dell’est. Protagonista è la giovane Helen che torna a Tbilisi dopo aver studiato all’estero e fatica a riconnettersi con l’ambiente che aveva lasciato tempo prima. Incontra Gabo, regista di mezza età in piena crisi esistenziale, con il quale decide di intraprendere un viaggio, che sarà un’occasione per riflettere sul senso della vita e dell’amore.

4. Safe Place – Juraj Lerotić (Croazia)

Narra il dramma di una famiglia composta da madre e due figli sconvolta dal tentato suicidio di uno dei due. Bruno e la madre devono proteggere Damir non solo dai suoi demoni ma anche dal sistema indifferente costituito da membri della polizia sospettosi e dal personale medico freddo, a volte persino arrogante. Alla ricerca di un luogo sicuro, sia fisico che metaforico.

5. Zbudi me – Marko Šantić (Slovenia)

Presentato in anteprima all’ultimo festival di Tallin, tappa imperdibile per gli amanti del cinema dell’est, racconta di Rok, che si risveglia in ospedale, dove è finito dopo un incidente. Del suo passato ricorda solo la sua città natale e la casa in cui viveva con la madre e il fratello minore. Una volta ritornato nel suo quartiere, Rok si accorge che la famiglia e i conoscenti si comportano in modo strano nei suoi confronti. Lentamente ricostruirà i ricordi e cosa davvero è accaduto in passato.

6. Fucking Bornholm – Anna Kazejak (Polonia)

Un gruppo di quarantenni vacanzieri polacchi vive esistenze piene di frustrazioni e rimpianti. Nemmeno i bambini del gruppo sono indifferenti al malcontento degli adulti, che viene automaticamente trasmesso a loro. Infatti, al centro della vicenda, c’è un imbarazzante incidente che si verifica tra i bambini quando decidono di dormire insieme in una tenda, non troppo lontano dai camper dei genitori. Il film è un mix fra dramma psicologico e commedia amara ed è uno dei più controversi del cinema dell’est.

7. Gentle – László Csuja e Anna Eszter Nemes (Ungheria)

Sicuramente tra le pellicole più controverse del cinema dell’Est, narra delle vicende dolorose di una campionessa di body building, sotto il dominio del suo compagno e allenatore. Tra narcisismo e masochismo, ambizione e schiavitù, l’aspirazione ad essere amata e i complessi per la sua mancanza di femminilità che le impedisce di ottenere sponsor la donna si vede costretta, per avere soldi e poter continuare a seguire il programma di allenamento, a lavorare come come escort, dove attirerà individui curiosi. Come Krisztián, che le farà conoscere per la prima volta la dolcezza e tenerezza.

8. Bread and Salt –  Damian Kocur (Polonia)

Narra la storia del ventenne Tymek, pianista di talento, che torna a casa per le vacanze estive. Agli occhi degli altri appare però come un fannullone che sta sprecando la propria vita. Tymek ha un fratello minore che suona anch’egli il pianoforte che cerca di spronare affinché lasci la loro città natale. Ma il ragazzo sta bene nel suo ambiente, frequenta i suoi amici e la sua ragazza in un kebab gestito da due immigrati arabi. Mentre Tymek, che ha una mentalità aperta, cerca di far amicizia con il dipendente del kebab Yousef, gli altri ragazzi cominciano a maltrattarlo. La situazione degenera fino alla violenza ed a un punto di non ritorno. Temi importanti del film, ma in generale del cinema dell’Est, sono le idee sbagliate e i pregiudizi.

9. Victim  – Michal Blaško (Slovenia)

Igor finisce ricoverato in un ospedale ceco, sostenendo di essere stato picchiato da un gruppo di ragazzi rom. Tuttavia non racconta mai i particolari dell’accaduto e la madre, immigrata ucraina, si ritrova al centro di una serie di menzogne, circondata da persone che cercano solo di sfruttarla a di strumentalizzare il potere delle tensioni razziste. 

10. Il boemo – Petr Václav (Repubblica Ceca)

Film biografico, narra del “Boemo”, compositore ceco che si trasferisce a Venezia e diviene tra gli autori d’opere più geniali e prolifici d’Europa nel ‘700, richiestissimo dalle corti e dai teatri dell’Europa dell’epoca. Ammirato anche da Mozart, allora più giovane, tuttavia venne cancellato dalla memoria collettiva, sebbene all’epoca fosse ben più affermato del collega. Film molto particolare che riesce a creare anche un “ponte” tra il cinema dell’est e la cultura italiana.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Costantino Gisella

Sono nata a Napoli nel 1977 e sono cresciuta con la musica di Pino Daniele, i film di Massimo Troisi e il Napoli di Maradona. Ma non sono mai stata ferma e infatti metà del mio cuore e’ nel Regno Unito dove ho vissuto per svariati anni. Dopo l’esperienza all’estero, ho deciso di iscrivermi all’ Università di Napoli “L’Orientale” (sono laureanda in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe) per specializzarmi in quella che è la mia passione più grande: la letteratura anglo-americana. Colleziono dischi in vinile, amo viaggiare e non rientro mai da un posto senza aver assaggiato la cucina locale perché credo che sia il modo migliore per entrare realmente in contatto con culture diverse dalla mia.

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