Il cratere, il primo lungometraggio di finzione di Silvia Luzi e Luca Bellino, arriverà nei cinema italiani il 12 aprile, e vedrà come protagonista Sharon Caroccia, la giovane e talentuosa cantante neomelodica, che insieme a suo padre, Rosario Caroccia, si cimenterà nella sua prima esperienza cinematografica.
Il film, racconta la storia di Sharon, una ragazzina napoletana di 13 anni con una innata passione per il canto, e di suo padre, Rosario, un uomo di mezza età particolarmente frustrato dalle tante delusioni e da una vita senza prospettive. La famiglia Caroccia si mantiene, grazie ad una “bancarella di peluche” che viene portata in giro tra fiere e feste di piazza. La piccola Sharon vive in un contesto grigio, in una famiglia estremamente umile dove non c’è spazio per l’educazione e per la scuola, l’unico suo sfogo è la musica. Rosario, che ha da sempre incoraggiato il talento della figlia, inizia ad essere affascinato dal mondo del business musicale neomelodico, particolarmente fiorente nel contesto napoletano. Decide di puntare tutto sulla figlia, investendo tempo e denaro nel progetto di rendere Sharon una piccola star.
Le pressioni, le aspettative e i sacrifici a cui la bambina è costretta sono però sempre maggiori e ciò porterà ad inaspettate conseguenze.
Il Cratere: l’esordio cinematografico di Sharon Caroccia
La giovane cantante neomelodica non è nuova alle telecamere, sono molte le trasmissioni a cui a ha partecipato e moltissimi i video musicali di cui e protagonista, in particolare tra i tanti possiamo citare quello di reggaeton napoletano, successo che ha conferito all’artista particolare fama tra i giovani partenopei. Date le molte apparizioni televisive, e conoscendo il carattere allegro e pimpante dell’artista, c’era da spettarsi la solita Sharon, ma invece, nel film, la giovane assume un comportamento completamente diverso da quello che le è proprio.
Nel lungometraggio Il Cratere, Sharon Caroccia si pone come una ragazza introversa, cupa, arrabbiata e malinconica. Nella pellicola la protagonista ha dimostrato grande impegno per la recitazione, e come ha affermato la stessa, durante una conferenza stampa, in futuro cercherà di coltivare questa sua nuova grande passione. All’intero del film però i protagonisti sono due ed infatti particolari complimenti vanno anche al padre di Sharon, Rosario Caroccia, che ha posto in essere un’interpretazione particolarmente sentita e realistica, molto apprezzata dal pubblico, anche da coloro che erano reticenti all’idea di un film fatto da attori non professionisti.
Il Cratere, una finzione che non va confusa con la realtà
Il film narra la storia di una giovane ragazzina che viene forzata dal padre al successo, e c’è da chiedersi quanto della pellicola possa ritenersi corrispondente alla realtà di Sharon Caroccia. Di fronte a questo quesito, attori e registi hanno chiarito che la storia narrata non è autobiografica ed anzi che i personaggi interpretati sono molto diversi da come la famiglia Caroccia è nella realtà. Ovviamente sono presenti similitudini, Sharon ama cantare, la sua famiglia ha una bancarella di peluche e suo padre ha sempre creduto in lei, ma per il resto Il Cratere non può ritenersi ispirato alla vita reale della giovane protagonista.
Silvia Luzi e Luca Bellino dichiarano di aver scelto Sharon e Rosario Caroccia come protagonisti del loro film perché alla ricerca di attori capaci di capire fino in fondo i personaggi da interpretare. La storia è quella di una famiglia, intesa come una voragine (un cratere appunto), dove diversi soggetti cercano di sopravvivere pur sentendosi giorno dopo giorno sempre più inghiottiti da una quotidianità fatta di sacrifici e delusioni. Un padre cercherà di sfruttare il talento della figlia come mezzo per uscire dal baratro, ma purtroppo il mondo dello show business è difficile e crudele, e Rosario imparerà questa lezione a caro prezzo.
Ogni giorno sono moltissimi i genitori che sfogano le proprie frustrazioni sui figli, genitori che trasformano le aspettative in pretese, caricando così ingiustamente dei bambini di ansie e responsabilità che non meritano. Come dichiarato dal cast, questo non è il caso della famiglia Caroccia, ma il cratere racconta comunque una storia attuale, triste e fin troppo diffusa. Il film trasmette il messaggio che è giusto incoraggiare i piccoli a perseguire i propri sogni, ma non va mai dimenticato di non travalicare il limite della ragionevolezza, i bambini dovrebbero fare i bambini.
Luca Bellino e Silvia Luzi sono produttori e registi, fondatori della casa di produzione Tfilm. I due si sono occupati nel corso degli anni principalmente di documentari per il cinema, ricevendo numerosi riconoscimenti internazionali. Il film Il Cratere rappresenta il loro primo lungometraggio di finzione e pur apprezzandone il prodotto, in quanto è impossibile non cogliere l’intensità del tema trattato e la qualità del lavoro posto in essere, va comunque segnalato che in alcuni frangenti, la pellicola, con immagini e scene ritraenti la quotidianità familiare, sembra assumere venature eccessivamente “documentaristiche” che per quanto apprezzabili da un punto artistico, poiché indubbiamente finalizzate a far comprendere appieno il contesto dei protagonisti, le loro emozioni e quindi le ragioni del loro agire, in alcuni punti, hanno forse, “rallentato eccessivamente” la narrazione, ledendo la fluidità del film.
Il Cratere ha ricevuto ottime critiche sia a livello nazionale che internazionale, in particolare nel 2017, al 30° Tokyo International film festival; la pellicola ha ottenuto il Jury Special Prize, il più importante riconoscimento mai conferito ad un film italiano del festival.