Intervista a Diego Macario. Il coraggio di guardare avanti è un inno alla speranza

“Il coraggio di guardare avanti” è un cortometraggio scritto, diretto e interpretato dall’attore e regista Diego Macario. Il progetto è nato in collaborazione con l’associazione “Angeli della Finanza“, con cui Macario condivide l’attenzione ad un tema molto sensibile di questi ultimi tempi: la crisi imprenditoriale. Realizzato con la partecipazione di Marilù Armani, Carmine Imbimbo, Nino de Santis e Paolo Perrotta, contiene le musiche originali di Luigi Scialdone – premio Donatello per le musiche di Gatta Cenerentola -. Nel corto si parla della crisi e di come si possa tradurre nel tentato suicidio da parte di chi viene repentinamente travolto dalla vergogna di perdere il proprio lavoro. Una storia verosimile che racconta il dramma personale di un uomo e del suo percorso per uscirne, intessendo un forte legame tra arte-cultura ed imprenditoria. Diego Macario con la sua produzione cerca di mandare un messaggio di speranza e di analizzare una crisi di cui i media parlano ancora poco. Lo abbiamo intervistato, per saperne di più.

Intervista a Diego Macario

Lei ha scritto, diretto e interpretato il cortometraggio “Il coraggio di guardare avanti”. Ci può raccontare di cosa parla?

È un cortometraggio che descrive i momenti drammatici vissuti da un imprenditore, durante uno dei peggiori periodi della crisi economica. Fu costretto a chiudere la propria attività, ritrovandosi poi soffocato dalle mancate commissioni, dai debiti e dall’aumento delle tasse. Il protagonista si trova al balcone e racconta ad uno suo fantomatico vicino di casa, ma più in generale al pubblico, la sua storia, che finirà a lieto fine. La scena prende spunto dalla famosa scena del “caffè” tratta dall’opera “Non ti pago” di Eduardo De Filippo, al quale ho voluto rendere omaggio. Nel corto ci saranno delle similitudini anche con il clima attuale che cambia d’improvviso, così come può cambiare la vita inaspettatamente.

Viene dato risalto alla realtà vissuta da molte piccole e medie aziende costrette dalla crisi economica a cessare la propria attività. Come è nata l’idea di trattare questo tema in particolare?

Anni fa anche io avevo un’attività autonoma e proprio in quel periodo storico, mi sono ritrovato a “chiudere i battenti”. Da quel momento ho scelto di “rinnovare” la mia vita lavorativa attraverso l’arte ed il teatro ed oggi è il mio unico lavoro. A distanza di anni, ho avuto modo di incontrare l’associazione Angeli della Finanza, che si occupa di sostegno alle famiglie e agli imprenditori in difficoltà, alla quale, vedendo numeri spaventosi circa i tanti suicidi avvenuti (e che avvengono ancora oggi), ho proposto il mio progetto artistico per creare uno spunto di riflessione e dare utili informazioni a coloro che ne hanno bisogno.

Nel suo percorso artistico ha spesso prediletto ruoli comici. La comicità è uno strumento da sempre usato per affrontare e dare risalto a tematiche sociali. Come mai in questo corto ha prediletto un approccio più “drammatico” e “realistico”, abbandonando il linguaggio comico?

La comicità è il genere di teatro che preferisco e mi appartiene da sempre. Ritengo sia necessario, oggi in teatro, portare in scena momenti di assoluto relax per il pubblico, facendolo distrarre dai problemi quotidiani. Come giustamente Lei dice, la comicità è un valido strumento per dare messaggi talvolta anche con amara ironia. Un esempio classico è stato il grande Totò, che attraverso la sua comicità ha saputo trasmettere seri momenti di riflessione. Nel caso del cortometraggio, invece, ho preferito interpretare un ruolo drammatico, al fine di emozionare lo spettatore attraverso lo stesso stato d’animo di chi ha vissuto o vive ancora oggi delle difficoltà, fotografando appunto la realtà dei fatti.

Nel suo corto il teatro assume un ruolo fondamentale per il protagonista. Secondo lei in che modo l’arte può incidere sulla vita delle persone e aiutarle a sopravvivere e resistere nelle difficoltà?

È pur vero che il protagonista del cortometraggio sceglie di cambiare vita attraverso il teatro, ma ciò non toglie che chiunque abbia una propria passione, in altri tipi di attività o hobbies, possa trasformarla in un nuovo lavoro. Ad ogni modo l’arte in generale è un qualcosa che appartiene a tutti noi e si può essere “artisti” in qualsiasi campo e settore, l’importante sta nel superare gli ostacoli con determinazione e perseguire le proprie ambizioni senza mollare mai.

Quale messaggio vuole trasmettere agli spettatori che vedranno “Il coraggio di guardare avanti”?

Vorrei far comprendere che nella vita nonostante all’improvviso possa accadere di tutto, anche crollarti il mondo addosso, non bisogna mai perdere la speranza, c’è sempre qualcuno pronto a dare una mano, ma soprattutto una nuova via d’uscita, sempre.

Cosa pensa dell’attuale crisi imprenditoriale e cosa consiglierebbe a chi si trova in difficoltà?

È un problema nazionale che deve al più presto essere risolto con interventi concreti da chi di dovere, non solo da parte delle istituzioni ma anche da tutti gli organi interessati. L’imprenditoria è il motore trainante di tutto il comparto economico, portarla al collasso sarebbe un fallimento per tutti. Guardo in particolare al disagio dei giovani che non riescono a trovare lavoro e alle tante famiglie al limite della povertà. È triste che in un Paese come il nostro, ma anche nel resto d’Europa, si arrivi a tali circostanze per politiche economiche fallimentari. Per chi ancora si trova nel disagio e nelle difficoltà posso solo consigliare di non perdere mail la speranza, di affidarsi a coloro che davvero possono dare sostegno e soprattutto di trovare “il coraggio di guardare avanti”.

Ha già altri progetti in cantiere?

Certamente: il primo progetto è di portare avanti nelle altre città questo progetto allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica. L’obiettivo è diffondere “informazioni utili” a coloro che ne necessitano, attraverso gli addetti del settore che hanno aderito all’iniziativa, partendo dall’associazione Angeli della Finanza fino alle associazioni di categorie locali. Per i restanti progetti, proseguirò con i miei spettacoli teatrali, comici naturalmente.

Grazie per l’intervista e in bocca al lupo!

Grazie a Lei di tutto.

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A proposito di Mara Auricchio

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