La Dea Fortuna. Il nuovo e personalissimo capolavoro di Ferzan Özpetek

La Dea Fortuna. Il nuovo e personalissimo capolavoro di Ferzan Özpetek

A due anni da Napoli velata (2017), Ferzan Özpetek torna ad emozionare il pubblico raccontando i misteri e i tormenti dell’animo umano nel nuovo lavoro La Dea Fortuna.

L’attesa di ogni nuovo film del regista turco – naturalizzato italiano – genera sempre patos e gioia, grazie agli enigmi, i turbamenti e i momenti magici che costellano le sue storie. Il suo modo “dolce-amaro” di declinare l’amore e la bellezza in ogni singolo aspetto e momento di vita rende i suoi lavori unici e peculiari. Dalle particolari colonne sonore all’originalità dei personaggi e delle trame, Özpetek è un’autentica garanzia: mirando dritto ai cuori, seducendoli attraverso il coraggio e la passione.

La Dea Fortuna è il tredicesimo  lavoro di Ferzan, prodotto da Warner Bros Entertainment Italia, R&C Produzioni e Faros Film ed è nelle sale cinematografiche dal 19 dicembre 2019.  Il film vede ancora protagonista Stefano Accorsi, già collaboratore del regista italo-turco in Fate ignoranti e Saturno contro. L’eccellente cast viene completato da Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Filippo Nigro (anche lui in Le fate ignoranti e La finestra di fronte) e l’immancabile portafortuna di Ferzan, Serra Ylmaz, voluta in ben sette film.

La Dea Fortuna. Trama

La storia pone ancora una volta al centro l’amore. Si tratta di un amore consolidato in quindici anni, quello di Arturo (Stefano Accorsi) – uno scrittore insoddisfatto, un tempo aspirante docente, ora costretto a ripiegare come traduttore – e Alessandro (Edoardo Leo) – idraulico gioviale ed empatico -, ma sempre più stancamente trascinato. La fiamma della passione, al principio divampata, sembra abbandonarsi progressivamente ad una deriva senza speranza, facendo precipitare la coppia in una crisi senza spiragli di risalita. Giunge a dare una sferzata a questo rapporto Annamaria (Jasmine Trinca), migliore amica di Alessandro, che lascia in custodia alla coppia per qualche giorno i suoi due figli di nove e dodici anni Sandro (Edoardo Brandi) e Martina (Sara Ciocca), a causa di personali problemi di salute. L’ingresso delle due giovani vite in quelle di Arturo e Alessandro smorzerà la spenta routine, portando un pizzico di magia e inducendo i due ad una scelta folle, un po’ irrazionale se vogliamo, ma autentico motore d’amore.

La Dea Fortuna. I luoghi del set e le colonne sonore

La vicenda del film si svolge nella città adottiva di Ferzan, Roma, in particolare a Palestrina, dov’è sito il Santuario della Fortuna Primigenia (luogo di lavoro per Annamaria), da cui il film trae titolo. Un bel ritorno nella città eterna, dopo Rosso Istanbul – ambientato nella sua patria natale – e Napoli velata – il cui intreccio si snodava fra i luoghi e le vie più famosi di Napoli. E Napoli fa ancora una volta capolino, grazie al bellissimo scorcio del Golfo con il Vesuvio in una scena della pellicola durante un viaggio da Roma in Sicilia dei protagonisti. E la Sicilia stessa diviene luogo del set, con le riprese girate tra Villa Valguarnera a Bagheria e la zona Vergine Maria di Palermo.

Location suggestive, che incantano gli sguardi e incatenano i cuori, grazie anche alle meravigliose note che dal sottofondo emergono a deliziare e cullare le sensazioni più recondite del pubblico. E l’amore risiede anche qui, in particolare nelle malinconiche e magiche note di Luna diamante, cantata dall’intramontabile voce di Mina e scritta e composta da Ivano Fossati. Non a caso il regista italo-turco decide di avvalersi di una colonna sonora magnifica e struggente, le cui note aiutano il pubblico a camminare ed inoltrarsi nei misteri e palpiti di cuori bistrattati ed intimoriti, eppure gioiosi e innamorati, pronti a rialzarsi, mirando alla bellezza autentica, quella che i cuori li solletica e li fa brillare come stelle nel firmamento. Tra le colonne sonore del film vanno menzionate la bellissima Che vita meravigliosa di Diodato, Veinte Años di Isaac & Nora, le cui note dolci sembrano quasi un magico sussurro che si insinua tra pelle e anima e Aldatildik di Sezen Aksu, la cui melodia turca rimanda alla mente l’universo personale e amato dal regista Ferzan Özpetek. 

La particolarità della “Я”

Non può sicuramente sfuggire la chicca che Özpetek ha adoperato nel titolo del film: la parola FOЯTUNA è scritta infatti con la “R” in forma speculare (Я). Il titolo rimanda  al Santuario della Fortuna Primigenia a Roma ed è anche propriamente un rimando alla “fortuna”, quella che, pur presentandosi timida ed introversa, sorprende gli animi pronti ad accoglierla.

Eppure qualcos’altro si cela e svela dietro la particolare lettera scritta in modo speculare. La “Я”, chiamata “ya”, è una lettera dell’alfabeto cirillico. Tale “Я” rappresenta la vocale iotizzata IPA (International Phonetic Alphabet) /ja/. Trentatreesima ed ultima lettera dell’alfabeto cirillico russo. Apparente versione speculare della lettera latina “R”, nella lingua russa la “Я” è propriamente una parola, precisamente il pronome personale “io”. Un detto popolare, basato sul fatto che “ya” è l’ultima lettera dell’alfabeto, viene usato per insegnare ai bambini la modestia e l’umiltà.

Questa peculiarità morfologica, così apparentemente recondita, reca dunque un forte significato personale e identitario: l’accento vien posto sull’io, ed è ciò che compie Ferzan nel suo ultimo capolavoro. Con La Dea Fortuna afferma di fare, dopo tanti film, un lavoro che somigli a lui. Ed effettivamente è un lavoro molto personale, in quanto ispirato da un evento che ha interessato la vita del regista: «Tutto è nato da una telefonata di mia cognata, che per un problema di salute prospettava a me e al mio compagno se ci saremmo potuti occupare dei loro figli. Mi è subito piaciuta questa idea che avrei potuto sviluppare. Mi andava poi di raccontare più che il solito primo incontro di una coppia, la fine di un rapporto, quando l’erotismo si trasforma in affetto», dichiara Özpetek.

La Dea Fortuna. L’amore come centro di gravità

E con tali premesse diviene naturale l’intento del regista, che non è quello di dare un messaggio né focalizzarsi sulle problematiche etico-morali dell’omosessualità. Ciò che vuol raccontare è l’Amore, declinato in tutti i suoi aspetti, da quello di coppia, a quello che lega un genitore ai figli, fino a quello autentico che bacia e solletica le amicizie pure. E l’amore non è quasi mai imprescindibile dalla felicità. Sì, una felicità non duratura, come affermava anche il filosofo tedesco Artur Schopenhauer, ma pur sempre felicità.

Con il suo meraviglioso lavoro, Özpetek pone il pubblico di fronte alla consapevolezza e alla responsabilità della felicità e dell’infelicità, perché tale responsabilità deriva solo da noi, dalle scelte che effettuiamo, dalle conseguenze che ne derivano e dalle gioie che possono fiorire, esiliando l’inettitudine, la pigrizia e la rassegnazione, che magari per troppo tempo hanno albergato nel cuore, nella mente e nelle azioni compiute.

E cos’è in definitiva la Dea Fortuna? Ce lo spiega Annamaria (Jasmine Trinca), in apertura al teaser trailer, affermando con voce calda: «La Dea Fortuna è un segreto, un trucco magico. Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, prendi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore, e da quel momento quella persona sarà per sempre con te».

 

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A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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