L’era dei Samurai: il documentario sul Giappone Muromachi e Tokugawa

L’era dei Samurai: il documentario sul Giappone Muromachi e Tokugawa

L’Era dei Samurai è una serie documentario canadese distribuita da Netflix nel 2021. È composta da 6 puntate che narrano alcuni degli avvenimenti storici avvenuti tra il periodo Azuchi–Momoyama (1568-1600) e l’inizio del periodo Tokugawa (1603-1868). La narrazione è affidata a un team di storici e studiosi specializzati nella storia medievale del Giappone, tra cui Stephen Turnbull, David Spafford, Tomoko Kitagawa e Isaac Meyer, e viene accompagnata da scene che riproducono eventi significativi dell’epoca. I protagonisti principali sono interpretati da attori come Masami Kosaka, Hayate Masao, Masayoshi Haneda e Hideaki Itō.

Dettagli produzione Informazioni serie
Titolo originale Age of Samurai: Battle for Japan
Piattaforma Netflix
Periodo storico Sengoku / Azuchi-Momoyama
Focus narrativo Unificazione del Giappone

Trama e protagonisti storici

I samurai e l’epoca in cui erano attivi sono tra gli elementi più iconici che hanno contribuito a diffondere l’immagine del Giappone nel mondo. Dal concetto popolare (ma anche inaccurato e costruito a posteriori) del Bushidō ai caratteristici armamenti come katana, naginata, yari e le elaborate armature, molti si sono avvicinati alla cultura giapponese proprio attraverso questa immagine. La serie non affronta l’intera storia della classe guerriera, ma si concentra su alcuni momenti chiave in cui la figura del samurai ebbe un ruolo determinante.

Le prime puntate sono dedicate a Oda Nobunaga: nato nel clan Oda nella provincia di Owari, ereditò il ruolo di capoclan dopo la morte del padre. Viene mostrato come un personaggio caratterizzato da comportamenti eccentrici e forti ambizioni politiche. Tra gli eventi più importanti presentati vi sono la battaglia contro Imagawa Yoshimoto, decisiva anche per l’alleanza con Tokugawa Ieyasu; il massacro dei monaci del tempio Enryaku-ji sul Monte Hiei (1571); e infine il tradimento di Akechi Mitsuhide, che portò Nobunaga a compiere seppuku.

Le puntate successive si concentrano sull’ascesa di Toyotomi Hideyoshi, che proseguì il progetto di unificazione del Giappone e avviò le campagne militari in Corea, conclusesi però con un fallimento.

L’ultimo protagonista è Tokugawa Ieyasu, già alleato di Nobunaga e figura centrale nel lungo processo di consolidamento del potere. La serie segue la sua affermazione politica, dall’insediamento come shōgun alla Battaglia di Sekigahara (1600), che sancì l’inizio del dominio Tokugawa. Per comprendere meglio le dinamiche di questo periodo cruciale, è utile consultare risorse storiche come la voce dedicata al periodo Sengoku sull’Enciclopedia Britannica.

Rappresentazione visiva e stile

Le scene di ricostruzione storica sono spettacolari e coinvolgenti, ma non prive di inesattezze. Sono state mosse diverse critiche per l’uso di costumi poco coerenti con il periodo rappresentato e per alcune scelte sceniche, come l’uso costante della katana in battaglia: un’arma che, nella realtà, era secondaria rispetto a yari e naginata, e spesso utilizzata solo come arma di riserva o per il combattimento ravvicinato. Inoltre, la serie tende a enfatizzare la violenza e la brutalità dei personaggi, accentuando aspetti sanguinosi per aumentare la drammatizzazione, talvolta a scapito della credibilità storica.

Critica all’accuratezza storica

L’era dei Samurai: il documentario sul Giappone Muromachi e Tokugawa
Locandina di promozione (2021 Canadian Screen Awards)

È forse l’aspetto più criticato. Molte rappresentazioni risultano semplificate o spettacolarizzate. Un esempio ricorrente, nella serie e genericamente, è la celebrazione della katana come arma superiore alle altre, soprattutto quelle europee, nonostante la qualità dell’acciaio giapponese fosse spesso inferiore a quella pregiata di molte zone del continente europeo, rendendole di conseguenza meno resistenti. Inoltre, nelle battaglie dell’epoca erano centrali arcieri, archibugieri e soldati armati di armi in asta, non spadaccini. Un altro tasto dolente è che la serie contribuisce anche alla diffusione del mito dei ninja come organizzazione clandestina unitaria con capacità straordinarie, reso popolare dalla cultura pop a partire da opere come Ninja Bugeichō o il più recente Naruto. Questa figura è narrata, soprattutto nella terza puntata, come parte di una grandissima organizzazione con base nel villaggio di Iga e capace di grandissime imprese tra cui assassinii mirati, mentre storicamente si trattava di gruppi locali di guerrieri e ricognitori con competenze variabili, soprattutto nelle regioni di Iga e Kōka.

Conclusioni sulla serie

In generale, la serie ha pregi e difetti: può essere un’infarinatura al periodo per chi non lo conosce, ma richiede attenzione nel distinguere la realtà storica dalle esigenze narrative. Chi desidera approfondire può trovare materiali più accurati, e la serie rappresenta un’occasione mancata per mostrare con precisione e fedeltà uno dei periodi più affascinanti della storia giapponese, soprattutto visto il team di produzione e di sceneggiatura.

Immagine in evidenza: locandina di lancio della serie (Netflix)

 

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