Marcella (serie tv): recensione, trama e analisi delle stagioni

Marcella(serie tv) Recensione

Marcella Backland è una ex detective del Metropolitan Police Service di Londra. Quando il marito decide di abbandonarla, un caso del passato torna a tormentarla: tre omicidi irrisolti avvenuti a Grove Park. Spinta da un bisogno di risposte, Marcella decide di tornare in servizio. La serie, creata da Hans Rosenfeldt (già autore di *The Bridge*), si inserisce nel filone del “Nordic noir” trapiantato nel Regno Unito, unendo una trama crime a un’intensa analisi psicologica.

Il profilo psicologico della protagonista

La serie si sviluppa intorno a un grave trauma subito dalla donna, la quale ha perso la sua bambina, Juliette, quando era ancora in culla. A causa di questo dolore irrisolto, Marcella soffre di black-out improvvisi, veri e propri vuoti di memoria che la lasciano frastornata e sconvolta. Durante questi episodi dissociativi, può commettere azioni violente senza averne il minimo ricordo successivo.

Marcella è una serie tv che porta all’estremo l’ambiguità della protagonista. Ciò avviene attraverso l’ossessione per un caso irrisolto, la lotta contro ferite psicofisiche, l’utilizzo di metodi investigativi che oltrepassano spesso la linea, ma soprattutto attraverso l’essenza enigmatica della sua personalità, che viaggia sul confine sottile che divide il bene dal male. Marcella si presenta come un personaggio sdoppiato, che tenta continuamente di interrogarsi per comprendersi, o meglio, per provare a ritrovarsi. Questa condizione di disequilibrio, per quanto possa essere devastante, è la matrice di una forza che la rende uno dei migliori investigatori della squadra. Proprio a causa della sua instabilità, la donna sa comunicare con il killer, creando un varco che spesso sembra pericolosamente fatto di empatia.

Analisi delle stagioni: un’evoluzione controversa

Questa serie tv, inizialmente prodotta dall’emittente britannica ITV e distribuita a livello internazionale da Netflix, si inserisce nella solida tradizione delle serie crime britanniche. Le prime due stagioni sono molto convincenti, nonostante alcuni difetti nella sceneggiatura. Nella seconda, perfino i figli di Marcella entrano in contatto con la follia omicida rischiando molto. La terza stagione, invece, presenta un cambiamento che ha diviso il pubblico.

Stagione Sviluppo narrativo principale
Prima stagione Ritorno in polizia per indagare su un serial killer del passato, mentre affronta la separazione dal marito.
Seconda stagione Indagine su un assassino di bambini che la costringe ad affrontare il trauma della perdita di sua figlia.
Terza stagione Cambio di identità e ruolo di agente sotto copertura a belfast per infiltrarsi in una potente famiglia criminale.

La poca coerenza della terza stagione risiede nella scelta di trasformare la protagonista. Nelle prime due stagioni è una detective del Metropolitan Police Service, mentre nella terza diventa inaspettatamente un’agente sotto copertura che ha come obiettivo quello di sgominare un clan irlandese. Appare poco verosimile offrire un lavoro simile a una persona con uno stato mentale così disturbato, che in qualsiasi momento avrebbe potuto compromettere un’indagine tanto complessa e delicata.

Valutazione finale: perché guardare Marcella?

Allo stesso tempo si può dire che Marcella è una serie tv di grande calibro. A prescindere dalla presenza della superba Anna Friel, la cui interpretazione è stata lodata a livello internazionale, lo sviluppo della trama è molto interessante e ben costruito. La complessa stratificazione della protagonista sa come tenere alta la tensione durante tutta la visione, lasciando sbigottito lo spettatore in più di un’occasione. È un prodotto consigliato agli amanti dei thriller psicologici che non temono personaggi oscuri e complessi. La filmografia del suo creatore, Hans Rosenfeldt, è una garanzia di qualità nel genere.

Fonte immagine in evidenza: Netflix

Articolo aggiornato il: 22/09/2025

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