L’amica geniale. Trionfo partnopeo sulla Rai

L'amica geniale. Trionfo partnopeo sulla Rai

Lo straordinario prodotto di Saverio Costanzo, record d’ascolti che stravince addirittura sulla “serata Champions League”, ha attratto i telespettatori come calamite al televisore per l’intera riproduzione degli otto episodi suddivisi in quattro puntate. L’amica geniale, la fiction dell’anno che ha incantato il popolo partenopeo e non solo; esportata negli Stati Uniti in lingua originale con sottotitoli, così come è avvenuto in Italia. Eccellente tale scelta, quella di descrivere in maniera genuina, realistica e viscerale la Napoli del dopoguerra, disegnata con quell’intreccio di bellezze e storture, di meraviglie e corruzione. E il racconto si serve proprio della lingua napoletana, così da rendere davvero autentico il sapore dei luoghi e dei personaggi partenopei.

L’amica geniale fiction è tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, la misteriosa scrittrice napoletana, già musa ispiratrice de L’amore molesto (1995) e I giorni dell’abbandono (2005). Primo della tetralogia composta da L’amica geniale (2011), Storia del nuovo cognome (2012), Storia di chi fugge e di chi resta (2013) e Storia della bambina perduta (2014). Un grande racconto di libertà individuale, desiderio di riscossa, introspezione e rivalsa femminile. La fiction, e il romanzo che la ispira, ha i toni della ribellione rosa e dei desideri rincorsi ed in parte realizzati.

In onda a partire dal 27 novembre 2018, per la produzione Wildside e Fandango, in collaborazione con HBO e Rai Fiction. Articolata in trentadue episodi totali (contando i sequel che verranno riprodotti successivamente), il long-seller di Saverio Costanzo mette in scena con saggezza e realismo sentimenti complessi e contraddittori, attraverso le talentuose protagoniste Elena (Elisa Del Genio da bambina e Margherita Mazzucco da adolescente) e Lila (Ludovica Nasti da bambina e Gaia Girace da adolescente).

L’amica geniale. Elena e Lila

Quella de L’amica geniale è la storia di un’amicizia straordinaria, guidata da un legame indissolubile nonostante gli ostacoli sociali, culturali ed affettivi. La particolare e genuina amicizia tra Elena e Lila, entrambe nate in un umile quartiere del napoletano negli anni Cinquanta, i difficili anni del dopoguerra in cui la corruzione e l’arte dell’arrangiarsi si fan strada tra arrivismo, omertà e vile adattamento. Due bambine, poi adolescenti e piccole donne, che con coraggio ed orgoglio affrontano i problemi che la dura realtà circostante impone, specie quei pregiudizi legati a una pseudo-tradizione ed ignoranza sociale, che nel dopoguerra condizionavano in particolare la donna.

Questa brillante e pulita amicizia viene raccontata da Elena a distanza di anni (la voce narrante all’interno della fiction) in un romanzo, mettendo in luce i disagi personali, il senso di inadeguatezza, gli errori commessi e i torti subiti.

Brillanti in maniera diversa, entrambe alunne modello, mentre Elena però riuscirà a continuare gli studi grazie allo stipendio da usciere comunale del padre, Lila dovrà arrendersi alla povertà della famiglia ed aiutare l’attività paterna del calzaturificio.

Elena è costantemente guidata dalla luce un po’ scura di Lila. Sin dalle elementari ne ammira il talento, il genio e l’audacia che la rendono una forte e straordinaria creatura ai suoi occhi. Elena sembra vivere all’ombra di Lila, che vede come sua mentore e sua colonna. Tenera a tal proposito l’espressione di Lenù utilizzata nel primo episodio: «Chell c faj tu o facc ij». Così si rivolge a Lila seguendola in ogni pensiero ed azione. Risulta quasi naturale attribuire a Lila l’appellativo di “amica geniale”: la più brillante, bella, viva, audace e coraggiosa della coppia.

Ciò che Elena non riconosce in se stessa tuttavia è quella luce di rivelazione, quell’arte saggia della ricerca dell’equilibrio e di un compromesso che occorre talvolta valutare per non soccombere, per non rinunciare alla propria scintilla e alle proprie idee. Elena è colei in grado di adoperare parole dosate e piacevoli all’ascolto, ma lungi dal vile intento di “impapocchiare” (raggirare) gli altri perché le parole sono preziosi strumenti di saggezza.

In definitiva due personalità diverse, ma forti insieme, e sarà proprio Lila a riconoscere in Lenù la sua “amica geniale”, incoraggiandola a continuare gli studi, perché spesso è la stessa cultura ad aprire e mostrare la strada del vero successo personale, prima ancora che sociale.

Tra intrighi, decisioni difficili, amori incompresi e desideri di riscatto sociale, le vite di Elena e Lila sembreranno destinate a dividersi, ma la forza autentica della loro amicizia supererà qualsiasi ostacolo e qualsiasi compromesso, ritornando sempre nel porto sicuro dell’affetto.

L’amica geniale. Il caso Ferrante

La fiction L’amica geniale, ispirata all’omonimo romanzo, è figlia di un’autrice dall’identità velata. Elena Ferrante fa da anni parlare di sé e del suo talento senza volto. Varie indagini ricondurrebbero la scrittrice all’identità di Anita Raja, traduttrice sessantatreenne residente a Roma, la cui madre era un’ebrea di origine polacca sfuggita all’Olocausto e poi trasferitasi a Napoli. Le indagini ricondurrebbero a lei, analizzando alcune transazioni finanziarie della casa editrice E/O (che pubblica romanzi per la scrittrice Ferrante), con la quale la Raja collabora. Tali compensi avrebbero subìto un incremento notevole proprio in concomitanza col successo de L’amica geniale.

Ma Anita Raja è anche la moglie del noto scrittore napoletano Domenico Starnone (ex insegnante e premio Strega con il romanzo Via Gemito). Ciò sposta il baricentro delle indagini su un altro possibile terreno: la probabile paternità del romanzo attribuibile a Starnone. La fiction e il romanzo appunto sono ambientati nel Rione Luzzatti, frequentato negli anni Cinquanta proprio da un giovane Starnone, così come affermato dalla cugina Nunzia Mattiacci e da altri familiari del luogo. Il futuro scrittore frequentava il rione, visitando i parenti e camminando con un quaderno sul quale prendeva appunti. Proprio i parenti di Starnone confermerebbero come molti nomi e personaggi, tra cui Lila, sarebbero reali. Soprattutto i nomi di famiglia dello scrittore, come la famiglia Mattiacci. Starnone avrebbe dunque utilizzato nomi familiari mischiandone i caratteri, così da creare quel variegato panorama di tipi, persone e situazioni incarnati mirabilmente ne L’amica geniale.

Che le ipotesi abbiano o meno fondamento la teoria reca su di sé fascino ed interesse. Ma Ferrante o Raja o Starnone che sia, il racconto si tinge di toni sublimi, mescolando realtà e finzione, paura e coraggio, bellezza e imperfezione.

L’amica geniale. La Napoli meravigliosa raccontata sinceramente tra bellezze e storture 

La Napoli raccontata dalla Ferrante e divenuta fiction con Saverio Costanzo è la Napoli dai mille volti. La Napoli del dopoguerra con la dura eredità che si trova a raccogliere. Il desiderio di rinascita dalle macerie della corruzione e dell’arrivismo. La Napoli delle meraviglie e delle bellezze, dei toni accesi, dei colori, della miseria, della decadenza e del coraggio. Elena e Lila incarnano tutti questi volti, creando fusioni di spirito e carattere.

Il loro rapporto tesse una sorta di tacito scambio di ruoli, in cui ciascuna delle due giunge incondizionatamente a riconoscere nell’altra il meglio di sé, così come le proprie debolezze. E Napoli è anche questo, terra di emozioni dialettiche, ma sempre inedite. Compaiono nel film l’incantevole Palazzo Donn’Anna, la splendida Piazza del Plebiscito, il meraviglioso lungomare Santa Lucia.

Una trasposizione televisiva unica nel suo genere, con luoghi storici e magici, vissuti difficili e tormentati, abusi, cuori vili ed audaci. Il tutto condito dalla brillante scelta di portare sull’importantissima rete nazionale il dialetto napoletano, che diviene lingua dalla straordinaria potenza narrativa, evocativa, poetica ed emozionale. Potenza ed orgoglio partenopei trasmessi all’Italia intera e all’estero. Storia inedita ed antica insieme di scelte, coraggio ed amore.

Un autentico trionfo nel panorama delle fiction 2018!

Foto di Bergamonews 

Fonte: https://www.bergamonews.it/2018/12/18/annunciata-la-seconda-stagione-de-lamica-geniale/298324/

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A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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