Skinamarink, il film horror salvato dalla pirateria

Skinamarink, il film horror salvato dalla pirateria

Skinamarink è un film indipendente del regista canadese Kyle Edward Ball. Prima della produzione del film il Ball aveva lavorato molto su YouTube creando video horror basandosi sulle storie inviate dai suoi fan. Heck, un film breve disponibile su YouTube, è visto ad esempio  come il predecessore di Skinamarink. Il cortometraggio sperimentale del regista dopo un rilascio mediocre e molto criticato per essere prolisso e dall’horror annacquato è stato salvato, ironicamente, proprio da un errore tecnico durante una delle prime proiezioni ad un festival a Montreal che ne ha permesso il facile accesso su internet.
Proprio il fenomeno di pirateria e diffusione su YouTube e TikTok ha creato grande aspettativa per il film definito, dall’audience più giovane, uno dei film più traumatici del decennio e collezionando opinioni più che positive.
Insomma non ogni male viene per nuocere.

La trama: tra bisbigli e corridoi bui.

Coloro che masticano un po’ di inglese avranno già dal titolo una vaga idea di cosa tratta il film infatti, Skinamarink che può sembrare un titolo senza senso in realtà non è altro che una filastrocca per i più piccoli anglofoni “Skidamarink a dink a dink. Skidamarink a doo, I love you. I love you in the morning and in the afternoon. I love you in the evening and underneath the moon.”
Si sta avendo a che fare con una storia che riguarda quindi dei bambini, Kevin e Kaylee in questo caso, che un giorno si risvegliano nella loro casa dove i genitori sono scomparsi e le porte e finestre sono sparite di colpo.
Il fattore horror viene proprio dall’utilizzo del tema della paura infantile di corridoi bui e vuoti e il terrore della solitudine o almeno questa è la premessa che col passare del tempo verrà superata da un contenuto che sembra quasi paranormale e dai macabri dettagli.
La capacità narrativa di Skinamarink sta proprio nel non mostrare nulla direttamente ma mantenendo un velo di mistero, le voci dei personaggi sono spesso solo bisbigli e comprensibili solo grazie al grande lavoro fatto dai sottotitoli.
Il film, purtroppo, non è ancora disponibile in Italia e rilasciato solo sulla piattaforma Shudder ed è region locked a paesi come il nostro ma basandosi su fan theory e recensioni si riesce a capire la realtà dietro uno dei film più terrificanti e misteriosi del decennio.
Da qui in poi vige un ferreo allarme spoiler, proseguite e vostro rischio e pericolo.

Kevin e la potenza della sua mente.

Il film horror che dalla critica è stato molto criticato per la lunghezza e la non immediatezza del suo fattore spavento invece per un vero fan dell’horror è una croce e delizia. Skinamarink richiede e ricompensa la pazienza dello spettatore più attento e dedicato; lasciarsi immergere a pieno dal sound design e tenendo gli occhi sempre attenti anche in quelli che sembrano scene più prolisse e di troppo in corridoi bui è il modo per godersi questo film che gioca con la mente e con i brividi dello spettatore.
Il cortometraggio però lascia molti spunti di analisi nei momenti in cui non è dolorosamente vago e su internet hanno spopolato teorie per cercare di comprendere a pieno il significato della pellicola.

Persone come MatPat del canale YouTube The Film Theorists” e non solo hanno fatto un lavoro egregio nel comprendere dettagli e collegare quella che è la trama recondita del film.
Ad esempio, l’incidente di Kevin proprio nei primi minuti di Skinamarink è un momento cruciale del film, il bambino del cuore della notte scende dal suo letto e rovista in maniera molto distratta tra vari armadi prima di sedersi sull’orlo delle scale. Dai suoi bisbigli nel buio si intuisce che forse sta giocando con qualcuno a nascondino, “are you hiding?… three, two, one” ma l’unica cosa che Kevin trova è una rovinosa caduta dalle scale. Il film è vago, ma l’improvviso pianto di dolore del bambino nella notte fa accapponare la pelle allo spettatore e manda in panico il padre che lo porta subito in ospedale.
Kaylee, la sorella maggiore, resta quindi a casa da sola fino al ritorno del genitore introducendo l’elemento più ricorrente del film, la televisione analogica dove vengono riprodotti continuamente vecchi cartoni registrati in videocassette riportando quindi al tema dell’analog horror.

Il ritorno del padre è poi seguita da una telefonata dove spiega che Kevin in realtà sta bene e non ha dovuto neanche subire punti ma ha avuto solo una botta forte.
Da questo punto in poi il film si fa sempre più terrificante, cominciando dalla scena in cui i due bambini restano completamente soli a casa e restano confusi quando realizzano che le loro porte di casa sono scomparse cosi come le finestre.
I fan si sono soffermati molto su un dettaglio, il fatto che tra tutte le cose sia scomparsa anche la tazza del water. Questo ha destato non pochi sospetti e molti hanno teorizzato che in realtà quello che si vede nel film è frutto della mente di Kevin ormai in ospedale in coma o con addirittura un tumore alla parte prefrontale del cervello. Questo giustificherebbe: le porte e finestre scomparse, la televisione davanti a lui sempre accesa e l’aspetto paranormale del film in cui volti si annebbiano e una voce terrificante spinge il piccoletto a compiere azioni particolari come ficcarsi un coltello nell’occhio (potrebbe essere ricollegabile ad un tipo di operazione chirurgica che avviene raggiungendo il cervello dall’occhio ma che il piccolo giustifica in questo modo).

La teoria del coma giustificherebbe anche la frammentazione sempre più rapida della famiglia che Kaylee è costretta a vivere. La scena forse più raccapricciante del film è proprio quella della camera da letto, dove il padre cerca di spiegare alla piccola della separazione dei genitori per poi scomparire e lasciare il posto alla madre che, in una scena lunga e intensa fatta di ansia e incertezza, chiede alla piccola di non guardare e chiudere gli occhi e il suo saluto viene presto seguito da versi e il rumore di ossa che si spezzano.
Dall’altra parte Kevin ormai rimasto solo e in balia del panico, la stanza attorno a lui comincia a ruotare sfidando le leggi della gravità stessa, il bambino resta ancorato nel salone mentre la voce gli dice di poter fare tutto quello che vuole. Il telefono in cui Kevin cerca di chiedere aiuto viene trasformato in un telefono giocattolo tagliandolo fuori da tutto e tutti. In una scena in particolare una casa viene vista allontanarsi sempre di più, sottolineando come ormai di calore familiare e di quello che rassomiglia una casa è sempre più distante in questa sua disgrazia. Tumulto che dura per Kevin, come suggerito dalla didascalia finale del film, 572 giorni e che termina dopo con l’apparizione a di un volto in penombra che gli bisbiglia di finalmente andare a dormire forse alludendo ad un dormire molto più liberatorio e molti hanno speculato essere la madre che lo implora di raggiungerla finalmente nell’aldilà.

Un film decisamente sottovalutato dalla critica che è stata forse pressapochista nell’analisi di un film in realtà molto più profondo e spaventoso di quello che sembra e con una profondità narrativa invidiabile.
In fondo, se anche solo il trailer fa accapponare la pelle il film completo non poteva essere da meno.

 Fonte immagine: Locandina ufficiale del film https://www.skinamarink.com/

A proposito di Nanni Luigi

Studente di Lingue e Culture Comparate presso L'Orientale di Napoli. Ventunenne sempre con le cuffie e un jack of all trades con le mani in pasta in troppe cose.

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