Una miniserie dal gusto ipermoderno: The Slap

The Slap

The Slap, la famiglia oggi

 

In un’epoca in cui sembrano essere crollate definitivamente certezze e credenze del passato, incombente domanda è: cosa ne è rimasto della cara vecchia famiglia? Come molti esperti di pedagogia potrebbero affermare con certezza, parlare di famiglia al singolare sarebbe anacronistico.
Ci sono così tante tipologie di famiglie, che ci si preoccupa di quale possa essere il tipo di educazione da loro impartita. Anche per quello si dovrà parlare al plurale? Cos’è l’educazione?
Le etimologie di spicco sono due: educare, dal latino ex ducere, portare fuori qualcosa di potenzialmente già covato in noi, un etimo dunque maieutico che riesuma il buon vecchio Michelangelo; d’altro canto, non si può trascurare la nostalgica definizione di educare come allontanare dal sé. Il discente è disperso in questa condizione di astrazione, in un mondo altro, migliore. L’educazione è ciò che ci rende umani, aggiungerebbe Françoise Dolto.
Definizioni accorte, lirismo pedagogico. Ma quando il mondo reale imperversa, tu da che parti stai? Questo l’interrogativo lanciato dalla miniserie della NBC The Slap.

Trasmessa in Italia nel 2016, The Slap è il remake di una miniserie australiana omonima, tratta a sua volta dal bestseller Lo schiaffo dell’autore Christos Tsiolkas. La nuova versione è tinteggiata da nomi illustri nel suo cast, a partire dall’attrice e modella Uma Thurman fino a Brian Cox, attore presente in più occasioni nelle opere di Spike Jonze e Woody Allen.

Tutto inizia con una festa, il tipico party americano nel quale il festeggiato Hector (Peter Sarsgaard) si sente imbottigliato, incastrato, in una vita che non sembra soddisfarlo pienamente. Riuniti nella sua casa, ci sono tutti i membri della famiglia Apostolou, dal nome riconoscibilmente greca, pian piano adattatasi alla realtà americana. Allo stesso tavolo siedono dunque tre generazioni diverse: i nonni Apostolou, con il loro attaccamento ai figli, timorosi di essere gettati in un polveroso dimenticatoio, e pronti quindi a non perderli mai di vista; le nuove coppie, quelle che hanno dato vita alle loro famiglie americane; i figli delle nuove famiglie, frutti di scelte educative assai differenti le une dalle altre. Si parla di famiglie, perché sono tutte diverse, e così i loro figli. Universo infantile e genitoriale si intrecciano, fino a quel fatidico gesto. Un gesto che cambierà le vite di tutti gli invitati, che porterà a galla problemi assopiti o semplicemente ben celati. Latenti, ma pronti a zampillare. Un gesto, quello di The Slap, che segnerà lo spettatore, inerte di fronte all’inevitabile.

The Slap: una ferita difficile da rimarginare, che segnerà la famiglia per sempre

Il tema familiare sembra ossessionare la realtà televisiva, una riflessione che ha portato anche alla ribalta la serie TV più citata agli Emmy Awards 2017: Big Little Lies. Le problematiche degli universi dell’infanzia e della cosiddetta adultità schiacciano i protagonisti, tutti presenti al momento fatidico, il momento motore della trama.
Da una condizione di calma apparente, di perfezione esterna, un gesto scuote gli animi di tutti gli invitati, colti ora da istinti irrazionali, ora dalla voglia di ribellarsi a questa sorta di determinismo generazionale. Gli otto episodi sono piccole monografie di ogni personaggio, ognuno protagonista della propria vita, ma anche comparsa nelle vite degli altri. Tutte le storie a loro modo sono legate, rapporti consolidati da un’esperienza comune.

La tematica dell’educazione dell’infante è forza motrice della narrazione di The Slap. Qual è il modo di educare correttamente un bambino?

 

Massimo Recalcati, noto psicologo esperto delle relazioni familiari, ha parlato nel suo libro Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna dello spigolo duro del “no”. Quando per strada critichiamo le madri per il loro modo di rapportarsi ai propri figli, riusciamo davvero a pensare a cosa sarebbe giusto fare? In The Slap sono presentati tanti generi di rapporti umani, non solo quelli con i minori, ma ognuno di questi sembra avere un lato giusto e uno sbagliato, un lato morboso e uno completamente distaccato.

La domanda resta sempre la stessa: tu, da che parte stai? Lo spettatore ha quasi difficoltà a pronunciarsi, perché ogni personaggio sembra avere le sue ragioni. Messa in scena è la quotidianità, nessun effetto speciale o rivelazione divina. Così nella nudità dell’evento The Slap non lascia che questioni aperte e quesiti dalla difficile risoluzione. Una miniserie stimolante, espressione della vita vera, la vita dura e contraddittoria nella quale siamo immersi insieme ai protagonisti. Inerti di fronte alla demolizione delle certezze, attori principali della società postmoderna.

A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

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