Black Swan Bitcoin (BTC) inevitabile: Cosa aspettarsi la prossima settimana

Oltre 3 miliardi di dollari di Bitcoin (BTC) provenienti dal famoso hack di Mt Gox saranno restituiti agli investitori a partire dalla prossima settimana.

Mt Gox: la storia dell’hack e il rimborso dei Bitcoin

Un tempo attore chiave, responsabile dell’80% di tutte le transazioni di Bitcoin nel mondo, la borsa di criptovalute Mt Gox è stata violata nel 2014. Secondo quanto riferito, sono stati rubati quasi 850.000 Bitcoin, di cui circa il 90% apparteneva a 24.000 clienti di Mt Gox. All’epoca valevano 473 milioni di dollari. Oggi varrebbero più di 18,2 miliardi di dollari. Poco dopo Mt Gox ha recuperato 200.000 Bitcoin dal suo vecchio portafoglio. Una parte di questi, per la precisione 137.000 BTC, sta per essere rilasciata sul mercato dopo oltre 8 anni.

Cos’è un evento “Cigno Nero” e perché Mt Gox potrebbe esserlo?

Lo spazio delle criptovalute teme che questo possa essere un evento da Cigno Nero che scuote l’intero mercato delle criptovalute. L’evento del Cigno Nero è un concetto comune sia nelle criptovalute che nei mercati finanziari. Introdotto per la prima volta dal saggista, statistico e trader Nassim Nicholas Taleb nel 2008, un evento del Cigno Nero rappresenta un evento estremamente raro e inaspettato che di solito ha conseguenze negative.

Scenario 1: Cigno Nero – vendita massiccia e crollo del prezzo

Se 137.000 Bitcoin, o più di 3 miliardi di dollari di asset digitali, tornano agli investitori, il rischio che il prezzo dei Bitcoin scenda notevolmente aumenta. Perché? La psicologia potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’indurre gli investitori a riscattare i loro rimborsi di Bitcoin in contanti. Tenendo presente che la maggior parte di loro ha acquistato i Bitcoin a meno di 1.000 dollari alla fine del 2013, potrebbero avere un motivo per ottenere il tanto atteso profitto. E se la vendita diventasse massiccia anche su piattaforme come Bitcoin 360 AI? Ricordate la performance del Bitcoin durante il crollo di Terra (LUNA). Il valore di LUNA è sceso a una frazione di centesimo e il crollo ha scatenato il panico in tutto il mercato delle criptovalute, inducendo i grandi investitori a vendere le loro partecipazioni in Bitcoin. Circa 80.000 Bitcoin sono stati messi in vendita, portando il prezzo del Bitcoin a scendere da quasi 40.000 dollari all’inizio di maggio a 19.000 dollari un mese dopo. Come dice il principio della domanda e dell’offerta, quando c’è una maggiore offerta di un bene, c’è un calo della domanda e viceversa. Pertanto, più Bitcoin circolano sulle borse, più significativa diventa la pressione per la diminuzione della domanda, che di conseguenza si converte in un calo dei prezzi.

Attualmente, le piattaforme di trading di criptovalute non riportano l’aumento degli afflussi di Bitcoin. In realtà, non riportano nemmeno la crescita del deflusso di Bitcoin. Come si evince dai dati di analisi del mercato delle criptovalute di Glassnode, gli afflussi di Bitcoin negli scambi di criptovalute sono bassi e addirittura inferiori ai deflussi.

Scenario 2: Cigno Nero neutralizzato – i creditori mantengono i Bitcoin

D’altra parte, c’è sempre la possibilità che un cigno nero si trasformi in un cigno bianco, o almeno in un cigno grigio. In altre parole, c’è sempre la possibilità che l’evento del cigno nero venga neutralizzato e quindi non colpisca in tutta la sua forza. Questo scenario potrebbe essere possibile se i creditori di Mt Gox decidessero di continuare a detenere i Bitcoin che verranno loro restituiti. Negli otto anni trascorsi dal crollo di Mt Gox, hanno visto i cicli del mercato del Bitcoin e sono ben consapevoli del potenziale del BTC di raggiungere nuovi massimi storici.

Il futuro di Bitcoin: incertezza e prospettive

Lo scenario del cigno nero neutralizzato sembra essere più atteso. Ma il rischio principale che si avveri è l’inverno macroeconomico che stanno vivendo le economie e i mercati finanziari mondiali. Gli alti prezzi dell’energia dilagano e continuano a catalizzare l’inflazione, nonostante le banche centrali aumentino i tassi di interesse per contrastarla. Gli Stati Uniti sono attualmente leader rispetto ai Paesi dell’Unione Europea, il che significa che i rialzi dei tassi d’interesse nel continente europeo non si fermeranno presto per raggiungere i livelli dei tassi statunitensi. Quale scenario è più realistico? Solo il tempo potrà dirlo.

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Partite Iva, i regimi agevolati conquistano sempre più professionisti
Il dipartimento delle Finanze ha diffuso i dati sulla diffusione dei regimi agevolati scelti dalle persone fisiche nel corso del 2017, da cui si nota un forte incremento di aperture di regime forfettario al posto di quello ordinario. Il "popolo" delle partite Iva in Italia ha deciso: il regime forfettario è il sistema migliore per la gestione delle propria (piccola) attività. È questo il messaggio più chiaro che arriva dal puntuale aggiornamento realizzato dall’Osservatorio insediato presso il dipartimento delle Finanze, che ha diffuso un report con le informazioni definitive sulle decisioni assunte nel corso dello scorso anno. Le adesioni al regime forfettario I numeri parlano chiaro: più di 182 mila soggetti, su un totale di 512 mila nuove aperture in proprio sia a livello imprenditoriale che professionale registrate nel Paese, hanno optato per il sistema "forfettario", vale a dire più del 35 per cento del totale, a conferma di come il metodo abbia un appeal crescente. Per fare un paragone, nel 2016 questa tipologia rappresentava "solo" il 27 per cento delle nuove posizioni, con un dato quantitativo stimato in 165 mila soggetti. I requisiti L'analisi si sposta dal piano quantitativo a quello qualitativo quando prova a chiarire le motivazioni del successo di questo regime, individuate innanzitutto nelle imposte ridotte di cui beneficia chi è in possesso dei requisiti per beneficiare del sistema agevolato. Come spiega anche l'approfondimento del blog di Danea, tra i requisiti per il regime forfettario 2018, validi dunque anche per questo anno fiscale, c'è innanzitutto il vincolo dei ricavi e compensi, che a seconda della attività esercitata può andare da una soglia di 25 mila fino ai 50 mila euro. Vantaggi e semplificazione In termini pratici, poi, il grande vantaggio principale che funge da calamita per accedere al regime agevolato sono le imposte ridotte, ma non bisogna trascurare gli aspetti legati alla semplificazione degli adempimenti fiscali e burocratici: giusto come citazione veloce, si deve ricordare che i professionisti rientranti in minimi e forfettari non devono compilare gli studi di settore né inviare lo spesometro, né tanto meno sono soggetti allo split payment. Niente obbligo di fatturazione elettronica Proprio nelle ultime settimane, inoltre, durante l'evento Telefisco (organizzato dal Gruppo 24 Ore) è stato possibile appurare che i sistemi agevolati saranno esclusi anche dall’obbligo di fatturazione elettronica tra privati che prende il via nel 2019, anche se invece sono sottoposti regolarmente alle norme che regolano l’e-fattura verso le Pa (e, allo stesso modo, sono obbligati a ricevere il documento digitale in scambi tra privati in qualità di fornitori). Una flat tax Insomma, il sistema si poggia su leve che attraggono i soggetti con Partita Iva, al punto che nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore si è spinto a parlare di "flat tax sui redditi delle persone fisiche", descrivendo i risultati del regime forfettario e, soprattutto, mettendo in relazione il sistema con la sua caratteristica di base, ovvero la presenza di un’imposta sostitutiva del 15 per cento. Un appeal crescente Sempre nello stesso articolo, poi, si invita a non misurare l’appeal del regime forfettario soltanto con le nuove aperture, segnalando le distinzioni con il vecchio regime dei minimi (in quest'ultima tipologia la flat tax è ancora più bassa, fissata al 5 per cento, ma le adesioni sono terminate nel 2016): con il forfettario è infatti possibile anche il "cambio in corsa", ovvero il passaggio durante l'anno da un regime ordinario e semplificato, "in cui comunque si applica l’Irpef ad aliquota progressiva con tanto di addizionali locali, ma anche l’Irap (se c’è il requisito dell’autonoma organizzazione) e l’Iva".

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