Bruno Siciliano, il professore napoletano che sta cambiando la robotica
RoDyMan (RObotic DYnamic MANipulation) è il progetto del PRISMA Lab dell’Università di Napoli Federico II, finanziato dall’ European Research Council ed in svolgimento dal 2013 al 2018.
A dirigerlo il professore Bruno Siciliano, ordinario di Automatica alla Federico II, che vanta la carica di presidente della Società Internazionale di Robotica e Automazione. Il coronamento dei suoi meriti giunge col PROSE Awards (2009) per “Springer Handbook of Robotics”.
Il professore, orgoglio tutto napoletano, ha dovuto scegliere tra la “fuga” all’estero e tentare il successo in patria: «Devo dire che fui molto tentato, però sentivo l’attaccamento a Napoli […] ritengo che in assoluto si viva meglio in Europa, in Italia e perché no a Napoli. […] Alla fine nell’aver scelto Napoli è scattata in me una sorta di molla e di determinazione […] mi dicevo: io rinuncio forse ad una delle più grosse opportunità della mia vita, professionalmente, però io devo arrivare là, a quel livello e ritengo che la scommessa sia stata vinta […] gli studenti a Stanford studiano sul mio libro di testo (“Robotica”).»
L’amore per Napoli e la sua tradizione vivono nel Rodyman di Bruno Siciliano
L’obiettivo era studiare il problema della manipolazione dinamica, ossia la manipolazione degli oggetti senza afferrarli ma deformandoli. Una sera, dopo tanto lavoro e con i morsi della fame, l’arrivo della pizza napoletana al laboratorio assume i connotati di un’epifania: ecco l’idea di manipolare la pizza invece di tessuti molli sintetici.
Certamente si è trattato di un espediente mediatico che ha sortito il suo effetto, facendo parlare di Napoli e del progetto di robotica, ma il robot non nasce per sostituire un pizzaiolo: «L’ambizione è quella di mostrare che con un sistema robotico si può raggiungere l’agilità e la destrezza di un essere umano, è quella la sfida. […] È una piattaforma avanzata che noi abbiamo realizzato per risolvere dei compiti di manipolazione dinamica […] in particolare abbiamo studiato il fenomeno delle deformazioni elastiche e plastiche.»
Il “modello” di Rodyman è stato il pizzaiolo napoletano Enzo Coccia che, indossando una tuta biocinetica sensorizzata, ha permesso di registrare i suoi movimenti. I dati raccolti sono stati utilizzati dal robot, capace di compiere queste tre azioni: stendere l’impasto della pizza, farlo volteggiare e cuocerlo.
Siciliano spiega la difficoltà nella fase della stesura perché si tratta di oggetti che cambiano forma e intensità quando si manipolano, rendendo necessaria una maggiore complessità della descrizione matematica e geometrica e della parte sensoriale. Un altro momento cruciale è quello della cottura in forno: Rodyman deve esercitare un estremo controllo nel muovere l’asta e nel compiere piccoli movimenti rotatori combinati.
Il robot è provvisto di “occhi”: due piccole telecamere e un sensore kinect.
Per quanto riguarda le applicazioni di questa invenzione, si spazia in ogni campo, in particolare si pensa al campo medico. Siciliano mette in guardia da fraintendimenti e durante l’intervista sottolinea che «le tecniche di percezione, di riconoscimento, le tecniche sensoriale di controllo che stiamo sviluppando hanno le applicazioni in campo medico» ma «il robot è solo una piattaforma.»
Dunque non resta che scoprire come continuerà ad evolvere il mondo della medicina con l’aiuto di questi “assistenti” robotici. Nel frattempo si può sempre andare a “conoscere” Rodyman, che sarà mostrato al pubblico quest’anno in una gara ideale con i pizzaioli napoletani al rinomato Pizza Village che annualmente si tiene a Napoli a Via Caracciolo.
Bruno Siciliano e altri progetti del PRISMA Lab
Tra i vari progetti del PRISMA Lab vi è il perfezionamento del robot Da Vinci, che coinvolge il professore Siciliano come direttore del centro Icaros. Il robot è un attrezzo utilizzato negli interventi di chirurgia minimamente invasivi: il medico muove delle pinze con dei joystick da una consolle. Si vogliono applicare le tecniche messe a punto con Rodyman per dare al chirurgo una percezione tattile, che faccia capire tramite un bisturi la consistenza del tessuto da operare, una visualità maggiore e la possibilità di comunicare con un microfono.
Un altro progetto, con il professore Siciliano come protagonista, è Dexmart. Si basa sulla realizzazione di una mano bionica e dei suoi movimenti. L’approccio innovativo è dato dal ricorso alle sinergie posturali, per cui invece di sviluppare tutti i movimenti di tutte le più piccole articolazioni ci si concentra sul controllo dei movimenti elementari della mano, appunto le sinergie posturali.
I robot badanti da Pisa
Ormai la contaminazione con ambiti diversi da quello robotico si espande a dismisura fino a coinvolgere la sfera della vita quotidiana. Un esempio è il progetto Robot-Era al Sant’Anna di Pisa, che prevede una triade di robot composta da DoRo, CoRo e ORO.
DoRo (Domestic Robot) si occupa di assistenza domestica per gli anziani, sorveglia l’appartamento, trasporta oggetti sul vassoio e ricorda di prendere le medicine. CoRo (Condominium Robot) è specializzato nell’offrire aiuto come portinaio; mentre ORO (Outdoor Robot) svolge mansioni quotidiane esterne come buttare la spazzatura, fare la spesa o accompagnare persone anziane per una passeggiata all’aperto.