Bujo, 3 buoni motivi per iniziare a compilarlo

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Il Bujo, acronimo di Bullet Journal, è un termine coniato nel 2013 da Ryder Carroll nel suo libro Metodo Bullet Journal e che va a designare un modo creativo di organizzazione del tempo con l’aiuto di un diario, sul quale vengono elencate attività ed eventi. Ma è qualcosa in più rispetto ad una semplice agenda. In questo caso, all’esigenza di fissare una priorità, si coniuga una metodologia di organizzazione che lascia spazio alla libertà di ciascuno nella personalizzazione. In altre parole, l’elencazione sterile è sostituita dalla necessità di rendere un contenuto più facilmente assimilabile attraverso un apporto visivo che si confaccia alle esigenze personali.

Al di là della sua funzione di partenza, il margine di libertà è reso attraverso la personalizzazione di una pagina, in partenza bianca (il cosiddetto dot-grid notebook, un quaderno puntinato a griglia), sulla quale poter scrivere in autonomia. Ad oggi, i simboli ideati da Carroll riguardo il Bujo si sono notevolmente ampliati, con l’aggiunta frequente di illustrazioni, adesivi, grafici che rendono il contenuto più personale.

Bujo: perché iniziare a compilarlo?

1. Razionalizzazione
La scrittura è uno dei mezzi di cui l’uomo dispone per tentare di mettere ordine nel marasma generato dalla mente. Quanto più si sente di non aver controllo sulla propria vita, sulle proprie attività, più ricorrere alla scrittura conferisce un immediato senso di sollievo, di razionalizzazione. Il Bujo mutua questo concetto e aiuta ad ottenere una migliore chiarezza mentale. Potrebbe agevolare chi non ha molto senso di controllo e vorrebbe averne, o coloro che trovano giovamento nel memorizzare e assimilare attraverso la memoria muscolare connessa alla scrittura.

2. Stimolazione della creatività
La personalizzazione del Bujo è tra le parti più importanti nel lavoro, per molti una seccatura se non si considera che aiuta a stimolare la creatività e l’immaginazione individuale, in un mondo in cui spesso non vengono esaltate, sostituite dai continui impulsi offerti da una società tanto frenetica. L’attività legata al Bujo, soprattutto se praticata con costanza, ha ottimi risultati anche sull’umore: nella routine, ritagliarsi un momento per sé, per dar sfogo alla propria estrosità, non può che essere benefico. Inoltre, si ha completa autonomia nella compilazione. C’è chi preferisce tener nota dei propri progressi, delle proprie spese, di hobby o interessi, fino alle più canoniche elencazioni di impegni e lezioni da seguire. 

3. Organizzazione del tempo
Per uno studente o per un lavoratore che deve dividersi tra vari impegni, il tempo è un elemento che sembra sempre sfuggire di mano. Comporre una lista di cose da fare, darsi scadenze, sono cose fondamentali per non rimanere in balìa degli eventi della vita. La scansionatura lucida della giornata, soprattutto se mirata ad un risultato, può avere risultati sull’efficienza del proprio lavoro. In più, comprendendo le proprie tempistiche, attraverso un processo cognitivo a ritroso permette di apprendere le attitudini personali, modificarle all’evenienza o scoprire di avere assi nella manica di cui non si conosceva l’esistenza.

Fonte foto dell’immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Diana Natalie Nicole

Studentessa di Letterature Comparate, sostengo la continuità tra filosofia e letteratura, con qualche benigna interferenza di linguistica, arte e cultura.

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