Cinema e videogiochi, come l’intrattenimento digitale sta cambiando grazie ai nuovi videogames sempre più simili ai film
Il 7 ottobre è arrivato il nuovo capitolo della saga videoludica Far Cry, ambientato in uno stato fittizio di nome Yara, situato nel Mar dei Caraibi. Il giocatore veste i panni di un rivoluzionario e deve guidare la resistenza contro il dittatore Antón Castillo che governa l’isola con il pugno di ferro.
Adesso, la casa sviluppatrice Ubisoft ha sorpreso il suo pubblico con la realizzazione di Fra Cry 6 poichè il dittatore Castillo è interpretato da un noto attore hollywoodiano. Si tratta di Giancarlo Esposito, noto al pubblico come Gustavo Fring nella serie tv Breaking Bad. Costui non ha solo doppiato il personaggio ma ha anche “catturato le proprie espressioni facciali e i suoi movimenti con la tecnica della motion capture”, usata in film come Il Signore degli Anelli, King Kong o Polar Express.
Giancarlo Esposito diventa il personaggio di un videogame
Cosi abbiamo quello che sembra essere considerato l’incontro tra due media: il cinema e i videogiochi. La cura maggiore nella sceneggiatura, i dettagli nel progettare il design dei personaggi, l’utilizzo di musiche sempre più travolgenti, le scenografie memorabili e anche l’utilizzo di attori molto noti o ben amati per intrepretare dei “ruoli”; tutti dettagli che dimostrano come l’industria videoludica punti sempre di più alla qualità.
“Antón è un tiranno che ha la capacità unica di incantare coloro che lo circondano, facendogli credere che quello che che dice sia la verità. È un personaggio che risulta enigmatico, quasi teatrale. Il suo rapporto con il figlio Diego è centrale nella storia di Far Cry 6. Da un lato Antón capisce la pressione che sta applicando al figlio, ma comprende di non avere scelta. Diego sa che quello che suo padre sta facendo alla nazione è sbagliato, ma lo ama comunque. Questa è complessità drammatica che volevamo mettere in scena”.
Queste sono le parole di Navid Khavari, uno dei tanti creatori della saga a tema thriller politico realizzata dalla Ubisoft, (riportate dal quotidiano La Repubblica) il quale descrive la “tragedia familiare e il complesso rapporto padre-figlio tra il dittatore e suo figlio”.
Cinema e videogiochi, il rapporto tra i due media
Cinema e videogiochi hanno sempre avuto un “rapporto molto stretto” (diverso dal caso tra il mondo videoludico e la letteratura che di recente si sono avvicinati nonostante alcune previsioni nel secolo scorso da parte di James Joyce e Italo Calvino), un medium ha fornito ispirazione all’altro: esempio le saghe di Uncharted e Tomb Raider devono molto alla tetralogia di Indiana Jones di Steven Spielberg, Metal Gear Solid di Hideo Kojima si ispira a “1997- Fuga da New York” di John Carpenter con qualche influenza di 007 mentre la trama di Max Payne 3 è ispirata al thriller cult “Man on Fire- Il fuoco della vendetta” di Tony Scott con Denzel Washington.
Non mancano i casi opposti, la serie Monkey Island ispirò gli sceneggiatori Ted Elliot e Terry Rossio per la stesura della sceneggiatura di “Pirati dei Caraibi: la Maledizione della Prima Luna”. In questi ultimi anni alcune pellicole hanno affrontato e raccontano il tema del mondo digitale dei “videogames” come il classico Disney Ralph Spaccatutto, Ready Player One di Spielberg e il recente Free Guy-Eroe per Gioco di Shwan Levy.
Meno intrattenimento e più qualità
Questo dimostra come gli sviluppatori di videogiochi abbiamo acquisito una nuova consapevolezza di ciò che stanno realizzando, puntando tutto su caratteristiche tipiche dei film come la sceneggiatura o la colonna sonora per realizzare un prodotto che “non vuole più essere semplice intrattenimento ma aspira a qualcosa in più”.
Con questa nuova ottica e “filosofia di lavoro” siamo ben lontani da Tetris, Pong e dalle console degli anni Ottanta e Novanta, ma anche dai beniamini dei più piccoli come Mario Bros, Sonic, Kirby e i Pokemon oppure da alcuni classici come i picchiaduro Street Fighter o Dead or Alive.
I semplici pixel hanno lasciato il posto a complesse texture e le trame sono diventate molto più simili alle storie proiettate al cinema. E’ così che nacquero Mortal Kombat, Resident Evil, Tomb Raider, GTA e la Trilogia delle Sabbia del Tempo di Prince of Persia per poi giungere a opere più ricercate come The Witcher, Assassin’s Creed, Uncharted, The Last of Us, God of War e Ghost of Tsushima.
Un mondo ancora in evoluzione anche con l’avvento di Steam, una piattaforma digitale che si occupa della distribuzione di videogiochi tramite sistemi operativi come Linux, Windows o macOS; creando una “corrispettiva videoludica delle piattaforme di streaming come Netflix, Prime Video o Disney Plus”.
Fonte immagine di copertina: immagine senza copyright, si ringrazia Gameblast.com.br