No Time to Die, la recensione del nuovo film di James Bond

No Time to Die

No Time to Die, la recensione del nuovo film di James Bond diretto da Cary Joji Fukunaga e sceneggiato da Robert Wade e Phoebe Waller-Bridge.

No Time to Die è il recente film di James Bond diretto dal regista americano Cary Joji Fukunaga (autore dei film Jane Eyre, Beast of No Natation e la serie tv True Detective), dove Daniel Craig torna per l’ultima volta nei panni di 007 dopo Spectre (2005) di Sam Mendes.

No Time to Die, l’ultima missione per James Bond

In seguito agli avvenimenti del capitolo precedente, James Bond decide di abbandonare il suo lavoro  per godersi la “meritata” pensione in Giamaica. Qui viene raggiunto dall’amico e collega Felix Leiter, agente della CIA, che gli chiede aiuto. Uno scienziato russo è stato rapito da un laboratorio  segreto e una grave minaccia può abbattersi sul mondo. Così Bond decide di tornare per la sua ultima missione per salvare il mondo e la sua amata Madeleine.  Al suo ritorno scopre che il mondo dei servizi segreti britannici è cambiato radicalmente e dovrà confrontarsi con  la “nuova 007” arrivata per sostituirlo.

Il Canto del cigno dello 007 di Daniel Craig

No Time to Die è il canto del cigno dello 007 di Craig che conclude la saga iniziata nel 2006 con Casino Royal di Martin Campbell dopo quattro film con protagonista Pierce Brosnan. La pellicola, per il suo impatto emotivo verso gli spettatori,  può essere paragonata ad altri capitoli finali di altre saghe come Logan-The Wolverine, The War-Il pianeta delle scimmie, Avengers: Endgame e Il Cavaliere Oscuro- Il Ritorno.

Tra i punti forti del film abbiamo il ritorno di Daniel Craig, fresco del successo di Cena con delitto-Knives Out, che ci regala il “James Bond più umano della saga”, un agente sofferente per la morte della sua fiamma Vesper Lynd e preoccupato della sorte della coniuge Madaleine Swann; stufo di combattere per Sua Maestà e desideroso di concedersi un momento di pace. Così con Craig abbiamo avuto il primo James Bond realistico; lontano da Sean Connery, Roger Moore e Pierce Brosnan e molto vicino al poco noto Timothy Dalton.

Un grande cast per la fine di una pentalogia

Altro aspetto rivoluzionario sono le tre figure femminili che dominano la vicenda; la sposa Madeleine Swan (interpetata da Léa Sydoux), l’agente segreto Nomi che sostituisce Bond oramai in pensione (Lashana Lynch) e la spia cubana della CIA Paloma (Ana de Armas). Mentre la Seydoux ci regala momenti di forte tenerezza e di grande pathos, la Lynch è l’ideale eroina d’azione, forte e motivata, mostra la sua capacità nelle scene d’azione mentre Ana d’Armas si conferma la vera sorpresa del film definita da molti critici frizzante ed esplosiva. La grande prova offerta da quest’ultima è la scena del combattimento nel locale della Spectre a L’Avana,  il momento più energico del film.

Tra i protagonisti di questo film abbiamo anche il villain Lutsifer Safin interpetato da Rami Malek oramai reduce dell’Oscar per Bohemian Rhapsody, un cattivo freddo ma molto interessante, che ci ricorda il Dottor No del film Licenza di Uccidere. È la vera minaccia del film che brama la sua vendetta e “gioca a fare Dio minacciando la vita di molte persone”. Inoltre nel film No Time to Die viene concesso maggior spazio ai personaggi di M (Ralph Fiennes), Eve Moneypenny (Naomi Harris) e Q (Ben Wishaw) rispetto ai precedessori.

Fukunaga, Robert Wade e Phoebe Waller-Bridge hanno realizzato una grande sceneggiatura, lodevole sia per i momenti d’azione (tra cui lo scontro tra Bond e gli agenti della Spectre a Matera e nel locale a Cuba), per i momenti di affetto tra Bond e Madaleine che per l’ottimo uso dell’umorismo per smorzare la tensione.

Ciliegina sulla torta invece le musiche del grande Hans Zimmer e la canzone No Time to Die della giovanissima Billie Eilish, che si inserisce tra i pezzi più belli della nuova saga assieme a Skyfall di Adele e Writing on the Wall di Sam Smith.

In conclusione, il film è un must-to-see per i fan di 007, non ai livelli di Casino Royale e Skyfall ma supera di gran lunga Quantum of Solace e Spectre per trama e personaggi.

Fonte immagine di copertina: La Stampa

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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