Laughing gas party: protossido di azoto per divertimento

Laughing gas party: protossido di azoto per divertimento

Il protossido di azoto è un gas incolore e dall’odore dolciastro che è conosciuto anche come gas esilarante a causa degli effetti esaltanti e dissociativi che provoca nelle persone che lo assumono. Oggi viene utilizzato nelle anestesie soprattutto dai dentisti, e rientra in una delle scoperte mediche più rivoluzionarie della storia proprio grazie al suo effetto analgesico e anestetizzante. Purtroppo è anche impropriamente utilizzato come mezzo di divertimento, e infatti nel Regno Unito è il secondo metodo ricreativo più usato dopo la cannabis. La sua scoperta, però, risale al 1772 e proprio a cavallo tra questo secolo e l’800 nasce il laughing gas party.

Laughing gas party: cos’è e come si svolgeva

Il laughing gas party, come suggerisce il nome stesso, è una festa in cui gli invitati inalavano del protossido di azoto per divertirsi. L’alta società borghese organizzava feste in cui invece delle classiche bevande da sorseggiare durante la serata, si offriva del gas esilarante all’interno di un sacchetto di seta oliato (spesso verde). Questo perché fin dal primo utilizzo le persone avevano apprezzato gli effetti esilaranti, di leggerezza corporea, di aumento della risata e di dissociazione. Tra queste feste c’è stato chi ha offerto il sacchetto esilarante non solo per divertimento, ma anche come fonte di studio, perché a quei tempi le feste erano i luoghi migliori dove mostrare alla comunità le ultime scoperte scientifiche.

Vent’anni dopo la scoperta del gas esilarante, Humphry Davy, nato in Inghilterra e apprendista di un chirurgo-farmacista (surgeon apothecary) grazie al quale scoprì la sua passione per la chimica, iniziò a sperimentare il protossido di azoto su di sé e sugli altri.

Humphry Davy

«I was now almost completely intoxicated. The sensations were superior to any I ever experienced. Inconceivably pleasurable. I seemed to be a sublime being, newly created and superior to other mortals.» 

Sono le parole di Davy rinvenute nei suoi scritti, in cui descrive le sensazioni vivide e surreali provocate dal gas. I colori erano più accesi, i suoni più acuti e un fiume di idee era in un continuo affiorare alla mente. Si dice che ad una festa avesse così tanta voglia di ridere e ballare, che lo fece con così tanta euforia finché non svenne.

Sperimentando nel suo laboratorio di Bristol (Pneumatic Institution), l’uso di questo gas e dei suoi effetti, pian piano sempre più ricercati, portarono le persone a recarsi all’istituto solo per partecipare a queste feste.

A queste ultime, organizzate da Humphry Davy, presenziavano personalità di un certo rilievo come altri scienziati, medici, ingegneri e poeti. Infatti tra loro spiccano due amici e grandi poeti: Samuel Taylor Coleridge e Robert Southey. 

In una lettera a suo fratello, quest’ultimo dichiara: «Davy has actually invented a new pleasure for which language has no name. O, Tom! I am going for more this evening; it makes one strong and so happy, so gloriously happy! O, excellent air-bag!»

Mentre Samuel Taylor Coleridge definisce il gas come «Great Ecstasy!»

Curiosità

All’età di vent’anni, con l’aiuto dell’ingegnere ed inventore scozzese James Watt, Davy creò una scatola ermetica in cui entrare dentro completamente e sperimentare gli effetti del gas con un rilascio della sostanza ogni cinque minuti fino a quando si riusciva a rimanere coscienti. 

Laughing gas party: protossido di azoto per divertimento
Vignetta satirica di Humphry Davy e Sir J.C. Hippisley

Inoltre esiste una vignetta satirica di una delle dimostrazioni di Davy alla Royal Society, a Londra nel 1802, che rappresenta Sir J.C. Hippisley, un arrampicatore sociale e politico. L’uomo sta inalando molto velocemente il gas offerto da Davy che gli provoca delle forti flatulenze. Ovviamente non è mai accaduto davvero.

Nel 1914 il film Laughing Gas dell’attore e produttore cinematografico più influente di quegli anni, Charlie Chaplin, fa una rappresentazione comica degli effetti del gas esilarante.

Fonte immagine: Wikipedia

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