Dal greco “εμπαθεία”, la parola empatia, composta da en-, “dentro”, e pathos, “sentimento”, “sofferenza”, indicava il rapporto di condivisione e coinvolgimento emozionale che legava un cantore al suo pubblico. Empatia significa “sentire dentro”, “sentire con l’altro”. Oggi il termine indica la capacità d’interagire con l’altro, mettersi nei suoi panni, di condividere le proprie emozioni, che si tratti di gioie o dolori, e soprattutto di comprendere quelle dell’altro.
Empatia come condivisione, e condivisione come ricetta della felicità, perché l’uomo è un animale sociale e l’empatia è, o dovrebbe essere, una sua capacità innata, connaturata. Ma, riflettendoci, quanto poco spesso ci accade di poter definire una persona empatica? Le occasioni di condivisione con l’altro non mancano, il problema è evidentemente nel non saper cogliere le opportunità che ci vengono offerte. Quante volte abbiamo sprecato nello studio o nel lavoro, ad esempio, l’occasione di conoscere meglio i nostri colleghi, o di scambiare quattro chiacchiere con i vicini di casa? Quante volte abbiamo sottovalutato l’effetto benefico di un caffè e una chiacchierata al bar con un amico? Quante volte l’ennesima occhiata allo smartphone ha vinto sulla possibilità di confrontarsi con l’altro?
Se c’è una correlazione tra la condivisione d’emozioni e la felicità, allora si comprenderanno le ragioni che portano la Danimarca ad essere considerata il paese più felice al mondo.
In Danimarca l’empatia si sviluppa anche a scuola
Si chiama Klassens Tid l’ora settimanale scolastica nella quale in Danimarca i bambini si esercitano a sviluppare le loro capacità empatiche. In queste ore, i bambini imparano a condividere problemi ed emozioni, sia positive che negative, con i loro compagni e con gli insegnanti e, quanto di più importante, imparano ad ascoltare cosa gli altri bambini hanno da dire e si sforzano di trovare tutti insieme delle soluzioni efficaci ai loro problemi.
Nel mentre, i bambini mangiano ognuno una fetta di torta al cioccolato, la Klassens Tid Kuge, preparata con le loro mani. La preparazione della torta spinge i bambini a trascorrere più tempo insieme, attraverso un’attività che li impegna e diverte. L’obiettivo di queste lezioni d’empatia è quello di creare un ambiente sicuro ed accogliente nel quale i bambini si sentano a loro agio e possano esprimersi liberamente, al fine di migliorare la loro qualità di vita, in quanto le relazioni con gli altri influenzano decisivamente la possibilità di essere felici, e di renderli adulti empatici e in grado di saper gestire i problemi che incontreranno sul loro cammino. Come ha dimostrato un recente studio effettuato in Michigan su un campione di 14.000 studenti, oggi siamo tutti meno empatici, e ancor meno lo sono i giovani, tra i quali si registrano altissimi tassi di depressione giovanile dovuti, stando allo studio, alle scarse capacità relazionali delle nuove generazioni.
Bambini più empatici diventeranno adulti più felici.