Shaye Saint John: un progetto artistico surreale e intrigante

Shaye Saint John

Shaye Saint John è forse uno dei progetti artistici più insoliti e bizzarri mai creati sulla faccia della terra. Immaginate di imbattervi, magari nella main street di una delle tante piccolissime realtà rurali che costituiscono il Midwest, in una donna dalle sembianze di un manichino che cammina contorcendo gli arti in modo innaturale. Benvenuti nel mondo di Shaye Saint John: ma chi o cosa vi si cela realmente dietro?

Storia di Shaye Saint John

Shaye Saint John è un personaggio immaginario, protagonista di una serie di cortometraggi surrealisti e in stile camp. Si tratta di una supermodella che, all’apice del successo e della fama, è stata travolta da un treno rimanendo totalmente sfigurata. Per sopperire all’orribile aspetto che l’incidente le aveva lasciato, la top model, piuttosto che rimpiazzare le varie parti del proprio corpo con protesi, decise di coprire il viso con quello di un manichino e gli arti con braccia e gambe di legno. Stando alle sue stesse dichiarazioni, inoltre, pare sia stata sottoposta a vari esperimenti da parte della CIA attraverso cui ha acquisito capacità telecinetiche, e possiede inoltre una compagna, Kiki, una bambola mezza bruciata che compare di frequente nei suoi video.

Ma chi si cela dietro questo personaggio?

Su Eric Fournier, creatore di Shaye, non si dispone di molte informazioni. Sappiamo che nacque a Bloomington, nello stato dell’Indiana, nel 1967. Negli anni ’90 era un membro dei gruppi punk The Blood Farmers e Skelegore, quando, nel frattempo, iniziò a lavorare al primo film di Shaye Saint John, Stumpwater Salad. E’ morto all’età di 43 anni per via di un’emorragia interna indotta da una dipendenza da alcolismo. Per avere più informazioni sulla sua vita e sulla storia di Shaye Saint John, è possibile guardare i documentari Trigger Happy (2012) e Eric and Shaye (2016), entrambi diretti da Larry Wessel.

Che fine ha fatto Shaye Saint John?

Fino al 2017 esisteva un canale che conteneva tutti e 56 i video di Shaye, chiamato Elastic Spastic Plastic Fantastic. Qualora foste mai interessati a trovare i suddetti video, molti sono stati caricati nuovamente: si tratta di clip dalla risoluzione infima, con accozzaglie di sequenze prive di senso ricucite in modo tale da non seguire un nesso logico, e con musiche contorte e disturbanti in sottofondo. Il più famoso di questi è Hand Thing cosa, gioco con la mano»): uno dei tanti passatempi di Shaye, infatti, è quello di mettere le dita di una mano nei palmi dell’altra e viceversa, ma in modo molto veloce. Un tempo esisteva anche un sito web ufficiale, shayesaintjohn.net, ma scavando un po’ nei meandri di Internet è ancora oggi possibile risalire a una copia del dominio, e navigare al suo interno è un’esperienza a dir poco snervante, tra le foto e gli audio bizzarri che costellano le sezioni labirintiche e una facciata che ricorda quella dei primissimi siti degli anni ’90. In sostanza, Shaye è morta insieme al suo creatore, ma la sua eredità è ancora oggi visibile e aperta a tutti.

Alla luce di tutte queste informazioni, non stupisce che il mondo di Internet abbia speculato sull’identità di Shaye Saint John per diversi anni, tra chi riteneva fosse una persona reale e chi invece optava per un fantasma, e la lista delle supposizioni può continuare all’infinito. Tuttavia, basta qualche ricerca per capire anzitutto che si tratta di un personaggio fittizio, e per comprendere a fondo un progetto artistico tanto inquietante quanto intrigante. Malgrado un incidente che l’avesse sfigurata e pur vivendo in uno squallore inimmaginabile, Shaye era convinta di trovarsi all’apice della sua fama: era come se un treno non l’avesse mai travolta distruggendole la vita. L’ossessione per il successo e per una cura meticolosa del proprio aspetto, in realtà finalizzata a catalizzare le attenzioni della società su di sé, l’hanno spinta a seppellire la propria patetica tragedia con maschere e pezzi sparsi di un manichino. Una finzione che si è ricucita addosso con la precisione di Picasso: ma quanto è lontana dalla realtà questa finzione, in un mondo in cui oggi è talmente facile snaturare la propria immagine attraverso un filtro o un’intelligenza artificiale?

Fonte immagine in evidenza: poster promozionale film Shaye & Kiki (2004) (https://www.walmart.com/ip/Shaye-Kiki-DVD/55453830).

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A proposito di Dario Muraca

Studente di Relazioni e istituzioni dell'Asia presso l'università L'Orientale di Napoli. Appassionato di scrittura e Asia orientale fin dall'infanzia, ho da qualche tempo maturato un forte interesse per le relazioni internazionali, che mi ha spinto a cimentarmi in un percorso di formazione capace di far convergere tutte e tre queste dimensioni.

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