Ecosia: il motore di ricerca ecologico

Ecosia

Investire parte dei ricavi in progetti di riforestazione: questa è l’idea alla base di Ecosia, motore di ricerca ecologico. La società che gestisce Ecosia ha sede in Germania e per fornire i suoi servizi si appoggia a Bing, il motore di ricerca gestito dalla Microsoft, usando anche algoritmi propri. Questo poiché ovviamente mettere su un motore di ricerca proprio ha dei costi e dei tempi che per una piccola società sono impossibili da affrontare. È come se Ecosia fosse una “maschera” per cercare su Bing, solo che i guadagni della pubblicità mostrate nelle pagine dei risultati del motore di ricerca oltre che a Bing vanno ad Ecosia, che li reinveste. Nelle pagine dei risultati sono presenti sia link a siti sponsorizzati correlati che referral a negozi online (cioè link che prevedono sull’acquisto una commissione per chi ospita i link, senza comunque aumentare il prezzo d’acquisto).

La società che gestisce Ecosia, la Ecosia GmbH con sede a Berlino, è composta da circa venti persone ed ha lanciato il motore Ecosia nel 2009. Si definisce un “social business”, cioè una società che genera degli utili (vi lavorano dipendenti, non volontari) ma ne reinveste buona parte in attività sociali. Nel 2014 è arrivata a finanziare progetti per un totale di un milione di alberi piantati (numero arrivato a sei milioni ora) e si prefigge di riuscire a piantare un miliardo di alberi entro il 2020. Tra i vari progetti ecologici che potevano essere finanziati Ecosia ha scelto alcuni riguardanti proprio la riforestazione poiché piantare alberi oltre ad avere effetti ambientali (come l’assorbimento della CO2 ed il contrasto alla desertificazione) aiuta le comunità locali offrendo opportunità di lavoro, ad esempio nell’agricoltura, consentendo uno sviluppo economico della zona.

Ecosia: i progetti finanziati

I progetti finanziati sono tre (per non disperdere eccessivamente i finanziamenti): Greening the Desert in Burkin Faso, gli Eden Reforestation Projects in Madagascar e Alto Huayabamba in Perù.

Greening the Desert è un progetto in Burkina Faso dell’ONG belga WeForest in collaborazione con l’ONG Entrepreneurs Without Borders. Prevede di contrastare l’espansione del deserto del Sahara ripristinando foreste nel Sahel con una particolare tecnica di coltivazione. I semi sono posti in fossati a mezzaluna riempiti d’acqua, così possono superare la stagione asciutta ed essere poi in grado di sopravvivere autonomamente al clima arido. Gli Eden Reforestation Projects in Madagascar mirano invece a ripristinare le foreste di mangrovie che oltre ad assorbire CO2 fanno da barriera contro l’erosione delle coste dovuta alle maree. Il progetto Alto Huayabamba (parte del PUR Project) opera in una zona del Peru deforestata durante gli anni 80 per coltivare cocaina. Successivamente i coltivatori con aiuti statunitensi sono passati alla coltivazione del cacao, il progetto si occupa di rimediare ai danni della deforestazione ed assicurare che la coltivazione del cacao sia sostenibile.

Francesco Di Nucci

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Studente, appassionato di musica e libri.

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