Cyberpunk: il mondo distopico è diventato una realtà odierna ?

Cyberpunk

Cyberpunk, quale lezione filosofica abbiamo appreso da questo genere, nonostante l’avviso di una realtà distopica e imminente ?

Alcuni topoi del genere cyberpunk sono le metropoli futuristiche sovraffollate, quartieri multietnici, giornate di pioggia e il cielo grigio ma anche piccoli hacker che combattono contro multinazionali e la tecnologia sempre più invadente.

Le origini di questo termine risalgono al racconto omonimo di Bruce Bethke pubblicato nel 1983. Il nome nasce dalla fusione del termine “cyber” (relativo alla parola cibernetica) e “punk”, che vuole soffermarsi sull’aspetto critico e di denuncia degli scrittori contro l’uso negativo della tecnologica, riprendendo il nome del famoso movimento di denuncia giovanile.
Il cyberpunk, che vanta tra i suoi antenati gli scrittori George Orwell, Aldous Huxley e Philip K. Dick, continua ancora oggi ad affascinare, ma una domanda sorge spontanea.

Tale movimento di critica ha predetto la nostra (e futura) realtà oppure no?

Cyberpunk: il rapporto tra uomo, macchina e ambiente circostante in Blade Runner

Lo scrittore Philip K. Dick pubblicò nel 1968 un romanzo, “Il cacciatore di androidi” (Do Android Dreams of Electric Sheep?). Tale opera ha ispirato il film Blade Runner di Ridley Scott e il seguito Blade Runner 2049 di Denis Villenueve.

Il futuro descritto nel mondo di Blade Runner (1992 per il romanzo e 2019 per il film) è pessimista. La città di Los Angeles è una megalopoli caotica simile a realtà come Tokyo o Hong Kong, multietnica e il tempo è sempre piovoso (anche a causa dell’inquinamento). La popolazione dei bassifondi parla il city-speak, una lingua creola nata in seguito all’arrivo di immigrati, mentre un corpo speciale di poliziotti, i Blade Runner, si occupano di dare la caccia ai “replicanti”, androidi creati per colonizzare nuovi mondi che sono scappati.

Rivendendo il “futuro-passato di Blade Runner”, possiamo accorgerci quanto la nostra realtà somigli al mondo di Dick e Scott. Effettivamente le metropoli sono da tempo luoghi caotici e ci sono stati casi di lingue creole nate con l’immigrazione oppure interazioni linguistiche come il caso dello spanglish.

Anche l’ambiente colpito dai cambiamenti climatici ha delle somiglianze con quanto sta accadendo oggi. Lo scorso anno, nel mese di settembre, il cielo di San Francisco si è tinto di arancione a causa degli incendi che divamparono in California. Il paesaggio apocalittico ricorda molte scene del film Blade Runner 2049.

La tecnologia ci possiede, la lezione (attuale) di Matrix

Un decennio dopo il primo Blade Runner, un altro film cyberpunk ha scosso il suo pubblico sui pericoli della tecnologia e sul rischio che le macchine, dopo aver preso coscienza di sé, possano sottomettere il genere umano. Si tratta di Matrix, pellicola d’azione delle sorelle Wachowski con Keanu Reevs, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving e Laurence Fishburne.

Omaggiando il mito della Caverna di Platone, la filosofia cartesiana, religioni asiatiche, ma citando anche manga e film di arti marziali, Matrix vuole essere un monito per lo spettatore.
Gli esseri umani non hanno consapevolezza di ciò che realmente sta succedendo, conducono una vita tranquilla, nelle loro faccende quotidiane, ignari di essere sotto il controllo delle macchine.

Esattamente pochi anni dopo, l’umanità si trova realmente circondata da macchine e tecnologie. Il cyberspazio con blog, social network, bitcoin ha conquistato anche un proprio valore mentre l’individuo ha creato estensioni di sé nel virtuale. Proprio in questo mondo dominato da algoritmi e codice binario, possiamo mascherare la nostra identità creando una vita parallela anche falsa (è il caso delle differenze di chi siamo e chi sembriamo sui vari social network). Insomma una finta realtà, l’apparenza delle cose come il caso delle ombre nella Caverna di Platone.

Infine, tra gli ultimi aspetti di Matrix, nel secondo capitolo della saga, l’Oracolo offre al protagonista Neo un biscotto (in inglese statunitense si dice cookie) affinché lui possa accedere alle sue informazioni e capire se sia l’eletto o meno. Guarda caso, oggigiorno, durante la navigazione, dobbiamo accettare i cookies che raccolgono informazioni durante l’interfaccia con il sito web.

Infine, sia la pellicola di Scott che quella delle sorelle Wachoski hanno provato ad avvisare l’umanità dei rischi causati dalla tecnologia. ma sembra che tali avvisi non siano stati ascoltati.

Fonte immagine di copertina: Pixabay

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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