Da oggi anche gli pneumatici hanno una loro carta di identità

Da oggi anche gli pneumatici hanno una loro carta di identità

Gli automobilisti italiani sono tra i più “ignoranti” d’Europa quando si tratta di informazioni circa lo stato delle gomme montate sulle proprie vetture, o quanto meno sono tra i più indisciplinati e meno accorti a fattori come la non omogeneità per asse o, peggio ancora, l’usura. È il quadro che emerge dalla analisi delle irregolarità compiute alla guida nel nostro Paese, che vede una forte preponderanza di comportamenti sbagliati circa appunto la salute delle coperture.

Poca conoscenza delle gomme.

Eppure, è da anni che le associazioni dei produttori di gomme e l’Unione Europea, tra gli altri protagonisti, sono impegnati per divulgare le giuste informazioni e per far passare un messaggio tanto semplice quanto importante: la sicurezza al volante passa anche e soprattutto dagli pneumatici, e quindi conoscerli in tutti i loro aspetti (e sapere quando sostituirli) è un fattore di prevenzione per incidenti o altri problemi. 

Come leggere le caratteristiche degli pneumatici.

Dal punto di vista pratico, come si può vedere anche nello specchietto realizzato sul noto portale di eCommerce https://www.euroimportpneumatici.com/, gli pneumatici devono rispettare una serie di criteri e caratteristiche, a cominciare dall’indice di carico (che segnala il carico massimo che può sopportare una gomma) e dal codice di velocità (la velocità massima cui può arrivare una copertura in condizioni di sicurezza), riportati sulla spalla del modello con specifici cifre e numeri. Tuttavia, in pochi ricordano che esiste una vera e propria “carta di identità” degli pneumatici, così come nuovi simboli sono stati approvati a livello comunitario.

La carta di identità.

La prima iniziativa è partita già nel 2007 ad opera di Assogomma e Federpneus, le associazioni che rappresentano i produttori e i rivenditori di pneumatici, e si “manifesta” in un documento che ogni automobilista e motociclista privato può richiedere gratuitamente al rivenditore all’atto dell’acquisto di pneumatici di qualsiasi marca, che accompagna lo scontrino o la fattura fiscale e riporta i termini della garanzia unitamente alla descrizione del prodotto. Tra le altre caratteristiche, su questo foglio sono segnalate anche la data di produzione e il codice identificativo con cui risalire al modello comprato. 

L’intervento dell’Ue

È entrata invece in vigore il primo novembre 2012 la nuova etichettatura europea degli pneumatici, obbligatoria per tutte le gomme fabbricate ex novo dal 1 luglio di quell’anno, che mette immediatamente in luce alcuni aspetti dei prodotti, anche dal punto di vista dell’effettiva resa delle gomme circa consumo di carburante, caratteristiche di sicurezza su fondo umido e inquinamento acustico, che comunque (è bene ricordare) dipendono strettamente dal comportamento del conducente.

La nuova etichetta

In termini pratici, l’etichetta riporta innanzitutto il risparmio di carburante ed emissioni di CO2, ovvero il livello di resistenza del battistrada al rotolamento, con una scala di valutazione varia da A (il migliore in termini di resa) a G (che invece indica il modello più dispendioso). La stessa scala viene utilizzata anche per l’aderenza su fondo bagnato, un parametro che identifica le prestazioni di frenata su fondo bagnato: anche in questo caso, la lettera G viene attribuita alla gomma meno performante, mentre la A segnala uno pneumatico che riduce la distanza di frenata. Infine, l’etichettatura prevede una simbologia precisa per il rumore del rotolamento misurato all’esterno del veicolo, espresso con il segno grafico di onde, da una a tre tacche piene.

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