Crash Bash: un party game con dei problemi | Recensione

Crash Bash | Recensione

All’interno del panorama videoludico ci sono tantissimi party game, raccolte di minigiochi pensate per divertirsi in compagnia. Mario Party per Nintendo 64 ne è stato il capostipite. Anche PlayStation, con il suo Crash Bash, ha voluto investire nel genere, con un tentativo abbastanza goffo.

Crashing the party

Crash Bash | Recensione
Il minigioco Beach Ball.

Crash Bash è un videogioco del 2000 per Playstation One sviluppato da Eurocom Entertainment Software in collaborazione con Cerny Games. Questo sarà l’ultimo capitolo di Crash a essere esclusiva Sony. Crash Bash è un party game, ma come il suo predecessore Crash Team Racing, nonostante non fosse necessario, ha una modalità storia, in cui bene e male si sfidano in una serie di gare per vedere chi è più forte.
È basato principalmente sui minigiochi, ognuno dei quali ha diverse varianti che alterano il gameplay. Un esempio, nel minigioco “Polar Panic” cavalcheremo degli orsi polari e cercheremo di spingere gli altri giocatori fuori dall’arena, dovendo però distruggere prima una barriera di ghiaccio. In una sua variante il ghiaccio mancherà e l’arena verrà ogni tanto ribaltata dall’arrivo di un tricheco.

Il prezzo del divertimento

Crash Bash | Recensione
Il minigioco Polar Panic.

Crash Bash ha effettivamente un solo unico vero difetto, che è direttamente collegato alla modalità storia: L’unico modo per sbloccare minigiochi nuovi oltre i quattro presenti dall’inizio, bisognerà giocare la modalità storia e sbloccarli al suo interno. Per farlo dovremo ottenere diversi collezionabili, come le gemme e i cristalli, con delle varianti dello stesso minigioco ma con degli effetti negativi, come punti di svantaggio o delle aggiunte che possono uccidere all’istante. La parte peggiore arriva nell’ultima zona della modalità storia dove saranno richieste le reliquie d’oro, che richiederanno due vittorie consecutive contro dei nemici con un’intelligenza artificiale mirata a essere estremamente ostile nei confronti del giocatore.
Un modo per ottenere tutti i minigiochi sin dall’inizio esiste, tramite una copia di Spyro 3: Year of the Dragon, da cui si può accedere alla demo di Crash Bash, inserire un codice dal quale si potrà aprire un menù che ci permetterà di scegliere un minigioco a nostra scelta. Tuttavia, senza l’utilizzo di codici, l’unico modo per ottenere tutto in modo “legittimo” è finendo la modalità storia. Questo è l’unico difetto, che per un party game da giocare con un gruppo di amici che limita l’accesso alla maggior parte dei suoi minigiochi in questo modo è decisamente grave ed è un vero peccato, perché molti di questi minigiochi sono anche divertenti e il modo in cui è strutturata la modalità storia non fa che renderli frustranti.

Crash Bash: In conclusione

Crash Bash è un gioco figlio del suo tempo e di un periodo in cui i vari proprietari della IP di Crash non sapevano bene cosa farci, tuttavia i suoi difetti non derivano da nessuna di queste due circostanze, bensì da delle strane decisioni che sono andate a minare l’esperienza del gioco stesso e che a 25 anni dall’uscita, rispetto alla concorrenza, si sentono decisamente di più. Inoltre, non è purtroppo possibile giocarci se non cercando un CD originale o tramite emulazione, non essendo disponibile nel catalogo online Playstation.

Fonte immagine di copertina: Screenshot della schermata del titolo
Fonte prima immagine nell’articolo: Wikipedia inglese

Fonte seconda immagine nell’articolo: Wikipedia italiana

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