The Big Catch: Tacklebox | Recensione

The Big Catch: Tacklebox | Recensione

Il mondo videoludico è costoso, sia da parte di chi compra, sia da parte di chi sviluppa. Infatti, non è raro vedere molti sviluppatori indipendenti proporre i loro progetti su Kickstarter, in modo che il pubblico videoludico possa decidere se avere fiducia nel progetto e ricevere ciò che gli è stato promesso (più altri premi in base a quanto viene donato per il progetto). The Big Catch: Tacklebox era in origine uno di questi premi, i cui sviluppatori hanno tuttavia deciso contro l’esclusività, portandolo gratuitamente nelle mani di tutti i giocatori su Steam.

Un mare di sabbia

The Big Catch: Tacklebox doveva inizialmente essere un bonus esclusivo per chi aveva donato durante la campagna Kickstarter sia per questo videogioco, sia per The Big Catch, in uscita nel 2025. I titoli sono stati sviluppati entrambi da Filet Group e il primo è stato invece rilasciato il 7 giugno 2024 su Steam come prologo, disponibile per tutti gratuitamente! The Big Catch: Tacklebox è un platform 3D con un’estetica che s’ispira ai classici dell’era Nintendo 64; il gioco stesso tra le opzioni ha diversi filtri grafici per dare l’illusione di giocare su un tubo catodico, su un emulatore e tanti altri. Lo stesso vale per la soundtrack, che ricorda i classici del genere, tendendo a dare al gioco un’atmosfera a volte avventurosa, a volte misteriosa.

Il gioco è ambientato in un deserto, in cui guideremo Tackle nel suo allenamento per diventare un fyskari (una sorta di pescatore del deserto) attraverso 11 zone, ognuna di grandezza, complessità e difficoltà diverse. In aggiunta, ognuna si concentrerà su una meccanica particolare del gioco. L’oggetto che utilizzeremo per tutto il gioco sarà una canna da pesca, che sarà lo strumento che ci servirà per interagire con l’ambiente, completare sezioni platform, colpire nemici, catturare pesci e agganciarci ai sand shredder: il nostro mezzo per muoverci nel vastissimo plateau dove si terranno le prove di Tackle. La parte più interessante del gameplay sono i movimenti concessi al giocatore (con una grande varietà tra scivolate, corse su muri, arrampicate e l’utilizzo della canna da pesca come rampino), tutti molto fluidi e veloci.

The Big Catch: Tacklebox | Recensione

Niente tregua per i nuovi arrivati

Come platform, Tacklebox ricade nella categoria dei collectathon e avremo principalmente due cose da collezionare, ossia monete e pesci. Le monete si troveranno tranquillamente in giro o verranno rilasciate dai nemici, mentre i pesci si troveranno solo in punti specifici a correre nel deserto o in acqua e in quel caso andranno prima pescati con un’esca.

Il platforming di Tacklebox non è esattamente clemente con i nuovi arrivati. Infatti, dopo la prima area, che farà sperimentare bene o male con tutte le meccaniche del gioco, verremo lasciati a noi stessi. Il problema è che, essendo questo un gioco che tende molto alla verticalità, potrebbe capitare che non ci sia una scorciatoia per tornare al punto dov’eravamo prima, costringendoci a scalare nuovamente le rovine del deserto e rifare parti frustranti. Tuttavia la soddisfazione nel completare una sezione difficile, arrivare alla cima di una delle torri e guardare lo skybox o il paesaggio dalla cima del mondo è una sensazione indescrivibile. Un altro elemento di frustrazione è la mancanza di un buono strumento per capire quanti oggetti mancano in una specifica zona, portandoci a vagare nuovamente nelle zone esplorate a cercare due monete messe in angoli non visibili o punti accessibili solo scalando più volte la stessa zona.

The Big Catch: Tacklebox | Recensione

The Big Catch: Tacklebox – In conclusione

The Big Catch: Tacklebox è un gioco breve, che può durare dalle sei alle dieci ore di gioco, con degli strani elementi frustranti senza i quali questo gioco sarebbe ottimo, ma nonostante questi difetti resta comunque un incredibile platform, che regalerà grosse soddisfazioni ai fan del genere in attesa del piatto principale: The Big Catch.

Fonte immagini: Pagina ufficiale Steam

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