Videogiochi dannati, 3 giochi a cui non dovresti giocare

Videogiochi dannati, i 3 giochi a cui non dovresti giocare

Da sempre i videogiochi sono una delle forme di svago più amate e diffuse, capaci di affascinare e coinvolgere adulti e bambini. Il fascino dell’intrattenimento videoludico potrebbe essere alimentato dalla capacità che i videogiochi hanno di permettere all’essere umano di viaggiare in mondi sconosciuti e di vivere esperienze che, nella realtà, non sarebbe possibile sperimentare. Questo universo è caratterizzato da videogiochi di vario tipo, tuttavia esiste una categoria di giochi che attraggono molti giocatori e ne allontanano molti altri: i videogiochi maledetti. Vediamo quindi 3 videogiochi dannati a cui non dovresti mai giocare.

1. Berzerk, il videogioco dannato omicida

Volantino North American Arcade per Berzerk - Fonte: Wikipedia (autore: Elettronica Stern)
Volantino North American Arcade per Berzerk – Wikipedia (Elettronica Stern)

Il primo videogioco dannato prende il nome di Berzerk. Il gioco viene ricordato soprattutto per l’innovazione della sintesi vocale usata per le voci dei robot, elemento non solo innovativo ma anche raro, dato che in quegli anni era una tecnologia decisamente costosa e avanzata. All’epoca Berzerk era considerato un videogioco molto divertente e riscosse una fama notevole. Lo scopo era semplicemente quello di guidare il protagonista, un omino vestito di verde, all’interno di una serie di labirinti popolati da robot, ma il nemico più pericoloso era rappresentato da una faccina sorridente che aveva la capacità di geolocalizzare il protagonista e ucciderlo al semplice contatto. Purtroppo, ciò che rese famoso il videogioco non fu l’innovazione della sintesi vocale, bensì una serie di avvenimenti macabri che sembrerebbero essere legati a questo videogioco dannato. Pare che dal 1982 fino al 1988 siano stati registrati 3 casi di decesso di 3 giovani ragazzi, passati a miglior vita dopo aver giocato a Berzerk. Appresa la notizia delle morti, il caso divenne mediatico, dando vita a una serie di teorie speculative che alimentarono la convinzione secondo cui il videogioco fosse maledetto. Le indagini condotte sui decessi, però, dimostrarono il contrario. Il primo ragazzo deceduto dopo aver giocato a Berzerk fu Peter Burkowski. Molti iniziarono a pensare che la morte del ragazzo fosse legata proprio al videogioco e, quando si scoprì che Peter aveva totalizzato un punteggio di 16.660, alla vista del numero “666” (associato al male) iniziarono a diffondersi una serie di teorie speculative e molti cominciarono a pensare che il gioco potesse essere davvero maledetto. Successivamente si scoprì che Peter soffriva di problemi cardiaci e la causa del decesso fu in realtà un infarto causato da un affaticamento fisico ed emotivo. Anche per quanto riguarda gli altri due decessi, le teorie che sostenevano che la causa della morte fosse il videogioco vennero smentite. La morte degli altri due ragazzi non venne causata dal gioco e le cospirazioni furono solo frutto della suggestione generale. Ad ogni modo, nonostante tutto fosse stato smentito, questo videogioco venne classificato come videogioco dannato, portando la maggior parte dei giocatori a mantenere le distanze da questo videogame.

2. Killswitch

La storia associata a questo videogioco dannato è particolarmente agghiacciante e disturbante, ed è una delle più famose creepypasta a tema videoludico. Da quel che sappiamo, questo videogioco venne lanciato sul mercato nel 1989 dalla Karvina Corporation. Il gioco venne programmato in modo tale da non poter ripetere nuovamente la partita una volta conclusa; in poche parole, era possibile giocare a questo videogioco una sola volta, di conseguenza non rimaneva alcuna traccia del gioco una volta completato. Come se non bastasse, la Karvina Corporation mise in circolazione pochissime copie del gioco, rendendo la diffusione di quest’ultimo impossibile. L’intento della Karvina Corporation era quello di fornire al giocatore un’esperienza unica e giustificò questa sua scelta come una volontà di adattare il gioco alla vita quotidiana dell’uomo, che non permette un rewind o la possibilità di cambiare idea rispetto alle proprie scelte. In ogni caso, una delle ultime copie del videogioco, se non l’ultima, venne acquistata da Ryuichi Yamamoto, l’uomo che conferì al videogioco Killswitch la fama di “videogioco dannato”.
Prima di parlare della storia di quest’uomo bisogna fare una premessa: nel videogioco i personaggi giocabili erano esclusivamente due, Porto e Ghast. Quest’ultimo, però, era impossibile da giocare in quanto era un personaggio invisibile. Nessun giocatore giocò utilizzando questo personaggio, eccetto uno: Ryuichi Yamamoto. L’uomo ebbe la capacità di arrivare alla schermata finale del gioco utilizzando questo personaggio, il tutto è testimoniato da due gameplay che vennero pubblicati su YouTube dallo stesso Yamamoto. Dopo aver pubblicato la seconda parte della sua avventura, in cui si vede Yamamoto giungere alla schermata finale per poi scoppiare in un pianto incontenibile, l’uomo fece perdere le tracce di sé. Da quel momento in poi non si ebbero più notizie di Ryuichi Yamamoto; l’uomo sparì completamente dalla circolazione. Alcuni pensarono che potesse essersi suicidato, mentre altri iniziarono a credere che Yamamoto fosse stato fatto uscire di scena da qualcuno che temeva potesse rivelare i segreti nascosti del videogioco. Ad ogni modo, questa storia basta per conferire a Killswitch un posto d’onore nella classifica dei videogiochi dannati.

3. The theater

Menù principale di "The Theater" - Fonte: Wikipedia (autore: Marco Khouri)
Menù principale di “The Theater” – Wikipedia (Marco Khouri)

L’ultimo videogioco di cui parleremo prende il nome di The Theater, gioco che uscì sul mercato nel 1993. The Theater è un vero e proprio disastro della programmazione. Già dall’installazione e dall’apertura del gioco si potevano riscontrare i primi problemi: il videogame, infatti, non faceva altro che bloccarsi in continuazione, impedendo al giocatore di accedere a una nuova partita. Dopo esser riuscito a far partire il gioco, il giocatore si ritrovava all’ingresso di un cinema davanti ad un unico personaggio, il bigliettaio. Il videogioco non è altro che un insieme di glitch e bug che non permettono al giocatore di avanzare. Fa parte della classifica dei videogiochi dannati a causa di una serie di testimonianze di molti giocatori, i quali raccontarono di aver assistito a glitch disturbanti, urla disumane, suoni sinistri e immagini angoscianti che li avrebbero perseguitati anche nella vita reale. Molti giocatori raccontarono di aver vissuto episodi di allucinazioni sia visive che uditive dopo aver giocato al videogioco. La realtà, però, è ben diversa: sembrerebbe infatti che le immagini e i suoni disturbanti presenti nel gioco non siano frutto di una maledizione, bensì pare siano opera di programmatori incompetenti. Ad ogni modo, per un lungo periodo di tempo, The Theater venne considerato uno dei videogiochi dannati più disturbanti di sempre a causa delle scene agghiaccianti che si presentavano agli occhi dei giocatori durante le partite.

Ecco qui il gameplay di “The Theater”

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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