Venerdì 3 ottobre è stato presentato, al Palasì di Terni, “100% Italia”, un libro che mette gli italiani davanti allo specchio, restituendo la fotografia di “chi siamo e cosa pensiamo”. Suddiviso in spazi tematici, il saggio parte da quelle domande che chiunque avrebbe curiosità di fare, se solo avesse in mano il, così detto dall’autore, “giochino”, dei sondaggi: domande di attualità, cultura e tradizione, le cui risposte svelano l’identità e le contraddizioni del popolo italiano.
L’evoluzione del ruolo dei sondaggi

“I sondaggi sono un animale strano” spiega Livio Gigliuto perché nascono, circa 80 anni fa, come ricerche fatte dalla politica per conoscere e misurare il pensiero dell’opinione pubblica su svariati argomenti. Gigliuto giustifica la caratterizzazione dei sondaggi come “strani” per il modo in cui, le genti, ne immaginano e ne raccontano l’origine. Si può tendere, infatti, a credere che siano nati in funzione delle strategie di marketing, diffondendo l’idea che la politica abbia preso ispirazione dal marketing in un secondo momento. In realtà è esattamente l’opposto. Il ribaltamento di questa cognizione dipende dalla figura imprenditoriale, scesa nell’arena politica, di Silvio Berlusconi, che ha portato i sondaggi d’opinione, fino a quel momento confinati nel dietro le quinte, ad essere visibili all’interno del palinsesto della spettacolarizzazione, sbloccando, così, una nuova funzione: l’effetto trascinante, cioè il potere di incidere e influenzare l’opinione pubblica.
Negli anni ’70 venne sviluppata, da Elisabeth Noelle-Neumann, la teoria della “spirale del silenzio”, che spiega il potere persuasivo dei mezzi di comunicazione di massa. La tesi di fondo è che i mass media (allora ci si riferiva alla televisione, oggi potremmo aggiungervi i social media, in relazione alla loro struttura algoritmica) sono in grado di enfatizzare l’opinione prevalente a tal punto da creare nelle persone la percezione che ci sia un “pensiero unico dominante” il quale può disincentivare i singoli ad esprimere apertamente la propria idea, perché divergente rispetto a quella che, apparentemente, è l’opinione della maggioranza. Il sondaggio pubblicato, ad esempio, in occasione di un’elezione politica, che mostra la percentuale di vittoria di candidato, di un partito, può indurre gli indecisi a “saltare nel carro del vincitore”.
Oggi i sondaggi non hanno più quell’effetto trascinante, almeno non come una volta, perché se prima erano una novità, oggi sono la quotidianità e, come spesso accade, il troppo stroppia. “La comunicazione politica deve adattarsi al mezzo del tempo”, afferma Gigliuto, ed oggi quel mezzo è l’account social personale del leader politico, con contenuti che, in qualche maniera, siano in sintonia con i mille altri video che scorrono la for you page. Insomma, pubblicare su Instagram o Tiktok un filmato alla “Tribuna politica” non funzionerebbe. Eppure i sondaggi continuano ad essere fatti e usati, e “100% Italia” ne è l’esempio, ma, mentre inizialmente erano in funzione della politica, da un po’ di anni a questa parte, osserva il moderatore Giovanni Parapini, sembra sia la politica ad essere in funzione dei sondaggi, nella ricerca spasmodica di consensi.
“100% Italia”: chi siamo dalla politica alla tavola

La fonte di divertimento per l’autore e per il lettore è stata, e sarà, attraversare l’Italia, e gli italiani, grazie a 100 domande “strane” (perché se “strani” sono i sondaggi è inevitabile: anche le domande devono esserlo) che toccano diversi temi, dallo sport alla fede, dai diritti civili alla cucina. Per gli italiani una cosa è certa, la cucina, come la mamma, non va toccata, ironizza Gigliuto. Infatti, tra le contraddizioni emerse dai sondaggi, si è evidenziato come, mentre a domande volte a misurare la propensione all’accoglienza, a non giudicare l’altro, l’accettazione della diversità, le risposte erano, per la maggior parte, aperte e straordinariamente umane, quando, invece, le domande vertevano sulla cucina, il velo di maya veniva sollevato, rivelando una profonda divisione interna. Perché, ridendo e scherzando, per gli italiani il cibo è qualcosa di molto serio: rappresenta convivialità, identità e memoria e, attualmente, possiamo vantare un primato nell’industria agroalimentare come il paese migliore per qualità e sicurezza. Ciò detto, se non fosse stato per la casa editrice, confessa Gigliuto, questo libro, al posto di “100% Italia”, dall’omonimo game show televisivo, condotto da Nicola Savino, si sarebbe chiamato “mangio meglio a casa mia”.
Tra le domande bizzarre, una, la cui risposta ha suscitato stupore tra il pubblico, è stata: chi è il Presidente del Consiglio più amato dagli italiani, negli ultimi 30 anni? Quale risposta dareste e sopratutto quali sono le ragioni che l’hanno determinata? Il libro sondaggio riporta il nome di Giuseppe Conte, condannato a restare per sempre nelle nostre menti, insieme alla pandemia, ma anche grazie al fenomeno sociale, di tendenza in quel periodo, de “le bimbe di Conte”.
Livio Gigliuto, in qualità di sociologo, si propone di richiedere, a distanza di anni, molte di quelle domande, dell’esistenza di un Dio (2 italiani su 3 credono a un’entità metafisica) e di persone con poteri sovrannaturali (il 40% crede di si) per vedere se, con il tempo, alcune cose cambieranno. Quanto la nostra cultura è statica o dinamica? In politica, l’elettorato italiano sembra che viaggi sulle montagne russe, eppure i sondaggi evidenziano una perpetua stasi, dovuta, ipotizza Cigliuto, a un progressivo spegnimento della passione verso la politica.
“100% Italia”: numeri per la certezza e per la riflessione
Presente all’incontro l’imprenditrice Dominga Cotarella, amministratore delegato dell’azienda vitivinicola “Famiglia Cotarella” e presidente della Fondazione Campagna Amica. Nella presentazione del ruolo dei sondaggi, trasferisce al pubblico la sua esperienza e il suo modo di fare: “le decisioni non vanno prese sulle posizioni, sulle ideologie, vanno prese sui numeri”, illustra Cotarella, parlando delle tendenze di consumo. Ma quando si raccoglie l’eredità di famiglia, sottolinea l’imprenditrice, è importante essere consapevoli di ciò che si è, al di là dei sondaggi. La riflessione è sulla natura stessa dei sondaggi, i numeri portano con sé la certezza, la sicurezza, le quali possono però essere un limite alla creatività, perché è il dubbio che sprona a conoscere, ad alzare sempre più l’asticella. Le sorelle Cotarella, invece di rimanere caute, limitandosi alle certezze, al mantenere alto il nome dell’azienda di famiglia, si sono interrogate su chi sono e vogliono essere, realizzando che per loro il vino non è il fine, ma è il mezzo. Perciò sono nati una serie di progetti, come la Fondazione Cotarella e “Intrecci”, l’accademia di Alta formazione di sala, che stanno in piedi grazie al vino, pur non parlando direttamente del vino.
Sentita l’assenza di Mario Morcellini, sociologo e professore emerito di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università La Sapienza di Roma, che purtroppo non è riuscito a partecipare alla presentazione, causa treni.
Ciò che Livio Gigliuto ha compreso, redando questo libro, e ciò che il lettore stesso comprenderà leggendolo, è che spesso si può conoscere molto di più di una persona ponendo domande che possono sembrare bizzarre, piuttosto che chiedere direttamente la preferenza di voto. Nelle pieghe di ogni domanda si trovano dei pezzi di un’identità culturale, politica, sociale tutta italiana.
Fonte immagine in evidenza: sito web “Il Mondo delle Persone Per Bene”, sezione Eventi