All Tomorrows di C. M. Kosemen | Recensione

Se l’umanità divenisse troppo ambiziosa, espandesse troppo i suoi limiti nello spazio che occupa, e nel suo scapestrato viaggio fatto di guerre e dissidi incontrasse una specie aliena più intelligente capace di sterminare il vero e proprio senso di umanità modificando geneticamente la specie, cosa accadrebbe e come, esattamente? C. M. Kosemen in All Tomorrows apporta all’immaginario umano una spiegazione nei minimi dettagli alla nostra paura in quanto specie, quella della possibilità dell’esistenza di un’altra più potente della nostra.
All Tomorrows di C. M. Kosemen, scrittore noto anche sotto lo pseudonimo di Nemo Ramjet, è un’opera di fiction speculativa che analizza ed esplora un futuro che è in realtà a noi lontanissimo, caratterizzato da un’evoluzione umana immane, la colonizzazione planetaria e l’incontro con alieni crudeli, i Qu.

L’avvento dei Qu

Il libro si avvia già in una fase di prima espansione delle frontiere umane, che assediano Marte rendendolo vivibile. Con il passare degli anni si crea una frazione genetica fra gli umani che abitavano la Terra e quelli che abitavano Marte, problema che si acuiva ancora di più contando che l’umanità pian piano colonizzava il resto della Via Lattea, creando ancora più declinazioni di esseri umani, conosciuti genericamente come gli Uomini delle Stelle. L’umanità – o ciò che ne resta davvero – incontra la falce distruttiva dei Qu, una specie aliena che detiene il primato all’interno dell’universo in quanto dominatrice di mondi e pianeti e le forme di vita che li abitano. Gli umani di diversi pianeti riescono a respingere diverse invasioni della razza ostile dei Qu, venendo infine sconfitti e trattati tragicamente: la vera crudeltà dei Qu sta nel fatto che sono maestri della mutazione genetica, pertanto trasformeranno gli umani in specie simili a grotteschi animali, mattoni, strumenti, tutto ciò che potesse insomma servire agli alieni – alcuni diventano creature simili a vermi primordiali, come nel caso dei Vermi, altri simili a pesci, come nel caso dei Nuotatori, mentre alcuni divengono semplici animali da pascolo, e per i pianeti che sono sopravvissuti più volte alle invasioni dei Qu viene riservato un destino ancora più crudele, come nel caso dei Coloniali: trasformati in colture disincarnate di pelle e muscoli, divennero testimoni della discesa a picco della loro specie, con una memoria e coscienza perfettamente preservate, ma l’impossibilità di muoversi contro i Qu.

Immagine di un esemplare di Nuotatore.

La sopravvivenza dell’umanità più pura e senziente rimase ad una sola stirpe discendente dagli Uomini delle Stelle, rifugiatisi negli asteroidi tramite astronavi generazionali: è il caso degli Spaziali, uomini che si sarebbero abituati così tanto negli anni all’atmosfera spaziale che, anche dopo che i Qu avrebbero lasciato i loro pianeti e li avrebbero risparmiati, non sarebbero mai più riusciti a risalire e sopravvivere nella Via Lattea, ormai lontani come il ricordo del loro essere uomini.

Immagine di un esemplare di Spaziale.

Dopo i Qu

I miliardi di anni di tempi oscuri sotto la dittatura dei Qu era dunque terminata, con la specie aliena che era ora troppo annoiata da tutte le specie pseudo-umane che avevano modificato. Ora i Qu non avevano più alcuna utilità per i loro giocattoli, e con la stessa rapidità con cui soggiogarono l’umanità se ne andarono, senza spiegazioni o cerimonie. Gli esseri umani – se così desideriamo presentarli – erano rimasti sui loro pianeti da soli, con un livello intellettivo pari a quello delle scimmie, destinati a cavarsela da soli. Molte specie forti e indipendenti, proprio come teorizzò Charles Darwin, si evolsero in pochi millenni e ripopolarono e svilupparono i loro pianeti, mentre altri, deboli e dipendenti dai Qu per sostentamento, perirono e si estinsero in pochi secoli.

Immagine di un esemplare di Qu.

Si può dire che, a seconda della specie e del pianeta, prima o poi l’intelligenza umana tornò nel cosmo – il flusso della vita procedette in un costante rinnovamento. Furono numerose le civiltà che si evolsero dalle specie ancestrali a loro, come i Simbionti, discendenti dei Parassiti, che svilupparono un forte legame con il loro Ospite che forniva loro il corpo, mentre i Simbionti ne regolavano i processi mentali; oppure i Pterosapiens, discendenti dei Volatori, che svilupparono una società similissima a quella a noi odierna, ma dalla vita brevissima (l’aspettativa di vita media era di 20 anni); arrivando pian piano alla specie più sviluppata e prolifera tra tutti i discendenti post era dei Qu, ovvero gli Asteromorfi, discendenti degli Spaziali: erano riusciti ad arginare ogni limite fisiologico della mente umana, risolvendo problemi matematici e filosofici con inaspettata semplicità e vivendo di sete di espansione galattica, divenendo, come i Qu, delle divinità nella volta celeste.

Immagine di un esemplare di Simbionte attaccato al suo Ospite.

Tutte – o quasi – le specie umane distribuite sui diversi pianeti entrarono in contatto per formare un Secondo Impero Galattico, per poi imbattersi ad una nuova minaccia interstellare, stavolta proveniente dagli umani stessi: quella dell’Invasione delle Macchine, attuata dai Gravitali, non più organici nella loro essenza, ma detentori di sogni e ambizioni di espansione tipiche dell’umanità. Le specie umane buone dovranno lottare contro le Macchine ed avviare nuovi processi di evoluzione per sopravvivere nei millenni a venire.

Immagine di un esemplare di Macchina.

Lo stile ed i temi e perché funzionano

All Tomorrows ci presenta senz’altro uno dei crucci che sono presenti dal momento in cui noi umani abbiamo scoperto di non vivere sull’unico pianeta esistente, e che invece viviamo all’interno di un tessuto spaziale in continua espansione, quale la presenza di forme aliene e la motivazione dietro la quale queste specie evolute non si siano ancora presentate dinanzi all’umanità, come teorizzato dal Paradosso di Fermi ad esempio.
C. M. Kosemen non si ferma alla semplice presenza aliena per spaventare il lettore, ma ricorre anche ad una tematica più inquietante, che realmente ci fa rabbrividire al solo pensiero: la manipolazione genetica, mostrandoci le conseguenze estreme e terrificanti del controllo assoluto da parte di estranei violenti e contorti sul nostro corpo e sulla nostra identità. All Tomorrows pone al lettore dei problemi di tipo etico e morale, chiedendoci indirettamente cosa contraddistingue l’umanità e cosa significa realmente assomigliare ad una persona del nostro pianeta. Una cosa è certa, e possiamo parlarne con fierezza: ciò che realmente definisce un umano è la sua resilienza, prendendo come esempio i soggetti dei crudeli esperimenti dei Qu, che nonostante i milioni di anni di tortura evolutiva e di ricontestualizzazioni in forme sempre diverse, sono stati in grado di sopravvivere, adattarsi e vincere i loro ostili pianeti.
Lo stile di All Tomorrows risulta documentaristico, è la simulazione di uno scritto scientifico sui quasi-umani, scritto da un umano per gli umani. Il contrasto delle descrizioni fredde ed oggettive con l’orrore degli esseri mostrati all’interno delle immagini fornite dal libro risulta grottesco, ma efficace e creativo – motivazione per la quale il fervore su YouTube e TikTok di analizzare tutte le creature illustrate ha fatto in modo che questo libro riaffiorasse e acquistasse la sua meritata fama decenni dopo la sua pubblicazione.

Fonte immagine in evidenza: Amazon.it (https://m.media-amazon.com/images/I/41dOSfrgWIL.jpg_BO30,255,255,255_UF900,850_SR1910,1000,0,C_QL100_.jpg)

Fonte immagini articolo: All Tomorrows di C. M. Kosemen

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