Altri Squilibri, di Annalisa Bruni | Recensione

Altri Squilibri, di Annalisa Bruni | Recensione

Helvetia Editrice: cosa racconta la casa editrice del libro Altri Squilibri, di Annalisa Bruni

Oltre al già recensito Ritratti veri di persone immaginarie, tra i lavori interessanti di Helvetia Editrice si annovera anche Altri Squilibri, di Annalisa Bruni. Pubblicato nel 2005, sebbene sia trascorso qualche anno, non smette di essere un libro sorprendentemente attuale anche ai giorni nostri. Ma prima, qualche breve informazione sulla casa editrice tutta da scoprire, che accoglie e offre piccoli capolavori.

Helvetia nasce nel 1972 a Venezia sotto il nome di Helvetia Edizioni da un progetto di Gianni Spagnol, al fine di fare conoscere e diffondere la realtà storico-letteraria della città. Successivamente nel 2006, passa nelle mani di Daniela Spagnol e con lei innanzitutto il nome cambia in Helvetia Editrice, poi, il catalogo amplia i suoi confini di spazio e di possibilità contenutistiche. Al suo interno, infatti, Helvetia Editrice accoglie varie collane che seguono molteplici filoni tematici.

Una delle collane presenti, appunto, è Miscellanea, di cui fa parte Altri Squilibri: essa abbraccia libri che hanno segnato l’identità e la storia della casa editrice pur sottoposti a cambiamenti inevitabili, al fine di recuperare senza dimenticare le proprie radici e allo stesso tempo di guardare a una crescita continua.

Altri Squilibri: undici particolari racconti al femminile

In piena attività in ambito umanistico, Annalisa Bruni crea diverse sceneggiature radiofoniche, radiodrammi e soprattutto per sua esplicita scelta rifiuta di confrontarsi con la forma del romanzo, almeno per il momento, scrivendo racconti. E infatti, Altri Squilibri proprio come una Miscellanea raccoglie undici brevi storie su undici quotidianità femminili “squilibrate” da qualcosa che, a un certo punto del loro iter, le destabilizza.

Queste donne in Altri squilibri vivono una pedissequa tensione, che in perenne contraddizione le sottrae alla libertà di vita e le rilancia ad essa attraverso un’implosione di moti ribelli: per questo fuggono a quelle prospettive che intendiamo comunemente come equilibrio e, di conseguenza, appaiono caratterizzate da una sottile e travolgente follia. Dunque, la miscellanea si presenta come un climax, che parte da storie di donne oppresse nella loro intimità e finisce con altri squarci di altre donne violate nella loro concretezza corporea.

Ma in tali racconti, Altri Squilibri mette in luce anche personaggi maschili: dalle identità indefinite, eppure tangibili e presenti, sono uomini che compaiono attraverso un titolo, o dietro alle donne protagoniste o talvolta come essi stessi protagonisti ma sempre scaturiti da forze femminili alle spalle (è il caso, per esempio, del racconto Salverò Edoardo). E tra queste due dimensioni, una femminile e l’altra maschile, si aprono voragini, impossibilità collettive di comunicazione, figuriamoci di incontro, “Squilibri” appunto.

Con questa operazione, viaggiando su una penna scaltra, capace di incidere una chiara e perfetta identificazione – uno stile che ricorda abbastanza Delitti Esemplari di Max Aub, anche per il tema affrontato – Annalisa Bruni in Altri Squilibri compone spiragli di luce per guardare in quei bui abissi di latente follia. Così distante?

Ph: Helvetia Editrice

 

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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