Analisi di Atonement: i concetti di intertestualità e ucronia

analisi di Atonement

Atonement (Espiazione) è un celebre romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, pubblicato nel 2001 e da cui è stata tratta una nota trasposizione cinematografica diretta da Joe Wright. Un’analisi approfondita di Atonement rivela come i concetti di intertestualità, metanarrazione e ucronia siano le fondamenta su cui si regge l’intera, complessa vicenda.

La storia inizia nell’estate del 1935. La tredicenne Briony Tallis, aspirante scrittrice dotata di una fervida immaginazione, osserva il mondo degli adulti senza comprenderne appieno le dinamiche. Tradita dall’innocenza della sua giovane età e suggestionata dalla letteratura ottocentesca, interpreta erroneamente alcuni eventi a cui assiste, accusando ingiustamente Robbie Turner, il figlio della domestica e amante di sua sorella Cecilia. Questa falsa accusa condanna la vita di un innocente e, di riflesso, anche la sua. Briony trascorrerà il resto dei suoi giorni cercando di rimediare a un errore di gioventù, spingendosi fino a un disperato tentativo di rielaborazione della realtà, mostrando così al lettore il potere, talvolta salvifico, della letteratura.

Intertestualità: il mondo interconnesso della letteratura

Effettuando un’analisi di Atonement, uno dei concetti principali presenti nel romanzo è l’intertestualità. Come definito da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Treccani, questo termine indica l’abitudine di porre in connessione un testo con un altro, costruendo narrazioni attraverso chiari riferimenti ad altre opere. A partire dal postmodernismo, le singole opere non sono creazioni isolate e l’intertestualità è una delle tecniche ricorrenti, per cui l’autore è libero di giocare a costruire testi fatti di altri testi o che ne omaggiano o parodiano altri ancora.

L’intertestualità in Atonement si nota dalla presenza di svariati riferimenti alla letteratura inglese. Ciò è evidente a partire dall’ambientazione: siamo negli anni ’30, in una casa di proprietà nella campagna inglese. Il dipingere questa casa come un po’ tetra è un’eco intertestuale, perché in qualche modo è come se l’autore citasse L’amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence, dove spesso viene sottolineato l‘aspetto tetro delle dimore di campagna.

Un altro esempio di intertestualità, proseguendo nell’analisi di Atonement, è la suggestione di Briony. Questo personaggio legge la realtà con la fervida immaginazione di un’adolescente alimentata dalla letteratura ottocentesca, vivendo in un mondo di fantasia tipico dei romanzi d’appendice: fughe, malattie, persone che perdono gli affetti più cari, eroine perseguitate da cattivi seduttori. Questo è il suo universo e con questo tipo di bagaglio immaginativo lei interpreta la realtà, distorcendola inevitabilmente. L’approccio distorto della realtà di Briony ricorda la protagonista de L’abbazia di Northanger di Jane Austen, la quale, appassionata di letteratura gotica, risulta suggestionata da questa al punto da travisare gli eventi e le circostanze in cui si trova coinvolta.

Dal punto di vista strutturale, il romanzo, che si presenta in tre parti, è un chiaro omaggio a un’altra grande scrittrice inglese, Virginia Woolf, e più precisamente al romanzo Gita al faro. In ambedue le opere, la seconda parte segna uno spartiacque nella visione del mondo, poiché vi è il tempo della guerra a occupare la narrazione, un evento storico che spezza le vite e le illusioni dei protagonisti.

Colpa ed espiazione: il cuore metanarrativo del romanzo

Il titolo stesso, Atonement, definisce il tema portante: l’espiazione. La colpa di Briony non nasce da cattiveria, ma da un complesso intreccio di ignoranza, gelosia e dal desiderio di dare un ordine narrativo a eventi più grandi di lei. La sua falsa testimonianza è il peccato originale che innesca la tragedia. Per tutta la vita, Briony cerca una forma di redenzione, prima come infermiera durante la guerra e poi, in modo definitivo, attraverso la scrittura. Qui emerge la potente dimensione metanarrativa dell’opera: il romanzo che stiamo leggendo è, in realtà, l’ultimo tentativo di Briony di espiare la sua colpa. Lei non è solo un personaggio, ma l’autrice stessa della storia, che riflette sul potere e sui limiti della finzione nel riparare ai torti della vita reale.

L’ucronia e la manipolazione della realtà

La parola ucronia deriva dal greco οὐ «non» e χρόνος «tempo» e significa appunto “nessun tempo”. Indica uno stato sospeso delle cose in rapporto alla realtà, poiché consiste nella sostituzione di eventi immaginari ai fatti realmente accaduti. L’ucronia non rappresenta un modello positivo o negativo, fornisce semplicemente una realtà alternativa.

Nell’epilogo di Atonement si scopre che il personaggio di Briony, ormai anziana, ha scritto il romanzo che abbiamo appena letto. La storia, però, è andata diversamente rispetto ai fatti narrati. Il lettore scopre così di non aver letto la vera storia, ma una versione con un lieto fine che Briony ha scritto per espiare la colpa di aver distrutto la vita di sua sorella e di Robbie. Nella realtà, i due amanti non si sono mai più ritrovati.

Elemento della narrazione La realtà alternativa di Briony (il romanzo)
Il destino di Cecilia e Robbie Si ritrovano e vivono insieme il loro amore, anche se brevemente.
La morte di Cecilia Morta durante un bombardamento alla stazione di Balham nel 1940.
La morte di Robbie Morto di setticemia sulla spiaggia di Dunkerque durante la ritirata del 1940.
L’atto di espiazione Dare ai due amanti, nella finzione letteraria, la felicità che lei ha negato loro nella vita reale.

Ecco così che la letteratura si fa redenzione: l’alterazione della realtà, che trova spazio in un possibile universo narrativo, diventa l’ultimo e disperato tentativo di espiazione. Briony non può cambiare il passato, ma può donare a Cecilia e Robbie l’eternità e la giustizia sulla pagina scritta.

Analisi di Atonement: il punto di vista dell’autore

Per Ian McEwan, la letteratura non può essere solo un gioco intellettuale o pura sperimentazione, ma deve anche mettere in moto dei meccanismi emotivi. Infatti, da un’attenta analisi di Atonement vediamo che la versione della storia scritta da Briony permette di entrare in sintonia con i personaggi. Anche se a un certo punto ci si interroga su cosa si stia leggendo, finendo nel gioco intellettuale della riflessione sui piani della realtà e della finzione, l’impatto emotivo rimane potentissimo. Il romanzo dimostra come le storie possano essere più reali della realtà stessa, influenzando le nostre vite e la nostra memoria.

Fonte immagine in evidenza: Freepik


Articolo aggiornato il: 15/09/2025

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