Pride and Prejudice, il femminismo di Jane Austen

Pride and Prejudice, il femminismo di Jane Austen

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa abbia a che fare il femminismo con un’opera che narra di fidanzamenti, matrimoni e pettegolezzi nella vita di provincia del settecento inglese. In effetti, il celebre romanzo Pride and Prejudice (1813), della nota scrittrice inglese Jane Austen, apparentemente sembra trattare di questioni che non hanno nulla a che vedere con l’emancipazione femminile che conosciamo oggi. Anzi, il romanzo è stato più volte considerato come un’opera moralista, espressione delle convenzioni etiche e sociali del suo tempo, che non lasciavano alcun margine di libertà alle donne. 

Uno dei temi principali affrontati da Jane Austen è, infatti, quello del matrimonio, presentato non come una questione d’amore, bensì d’interesse economico e sociale. 

“È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.”

La sua importanza è sottolineata sin dall’inizio, a partire dal famoso incipit di Pride and Prejudice. Tale affermazione riassume perfettamente la mentalità e le ambizioni della frivola Signora Bennet, madre di cinque fanciulle: Jane, Elizabeth, Mary, Catherine e Lydia. L’obiettivo principale della donna è quello di trovare un marito per le giovani figlie, in modo tale da poter garantire loro un futuro e, possibilmente, elevare il loro rango sociale.

Nel diciottesimo secolo il matrimonio rappresentava per le donne l’unico modo per emanciparsi dalla famiglia d’origine e garantirsi una stabilità economica per vivere una vita rispettabile e appagante. Il loro ruolo consisteva nel sottostare all’autorità maschile, prendersi cura della casa e della famiglia. Esse trascorrevano gran parte della loro vita a sviluppare abilità che le rendessero delle accomplished women, in modo da attirare l’attenzione di uomini rispettabili. Tali abilità comprendevano spesso: la danza, il canto, la capacità di saper suonare uno strumento musicale, il disegno, la pittura e l’arte del ricamo. L’interesse della società, dunque, non era rivolto verso le capacità intellettuali delle donne, piuttosto verso alcune qualità che potevano essere messe in atto per creare attività di svago piacevoli, soprattutto per gli uomini. 

Pur riflettendo le principali convenzioni sociali a cui le donne erano sottoposte nella società settecentesca, Pride and Prejudice di Jane Austen si presenta come un romanzo rivoluzionario, che potremmo definire addirittura femminista. L’autrice, consapevole dell’impossibilità di esprimere a pieno il suo giudizio critico in quanto scrittrice e donna, utilizza una forma di scrittura indiretta sotto la quale cela tutto il suo dissenso verso i valori della società in cui vive, senza dover necessariamente manifestare una critica esplicita. È in questo che risiede la vera chiave di lettura del romanzo. Attraverso l’utilizzo dell’ironia, Jane Austen mette in ridicolo e critica i costumi della società del suo tempo, a partire dall’istituzione matrimonio, fino al sistema d’educazione femminile, enfatizzando i limiti imposti da una società prevalentemente maschile sul potere femminile.

Pride and Prejudice e il personaggio protofemminista di Elizabeth Bennet

Tutto ciò avviene grazie alla costruzione di un’avvincente eroina, Elizabeth Bennet, un personaggio “protofemminista” che si distingue per la sua arguzia e il rifiuto di adattarsi ai canoni e norme comportamentali imposti alle donne dell’epoca. “Lizzy” non lascia che la società pieghi i suoi valori, anzi, sfida gli standard dell’epoca rifiutando di sposare uomini verso i quali non prova alcun interesse sentimentale, presentandosi come una donna moderna alla ricerca della libertà. Agendo al di là dei ruoli prefissati della sua epoca, Elizabeth mette in discussione la disparità tra i diritti dell’uomo e della donna all’interno della società del diciottesimo secolo. 

Cosa ha reso Pride and Prejudice un’opera femminista? Jane Austen è stata in grado di creare un’eroina che pur non rivoltandosi esplicitamente contro i modelli sociali, al contempo non vi si sottomette del tutto. Come quasi tutti i personaggi femminili della scrittrice, la rivoluzione di Elizabeth risiede nella sua capacità di farsi spazio e realizzarsi in quel po’ di libertà che le è concessa all’interno della vita familiare e matrimoniale, combattendo per la sua felicità e il diritto di scegliere. Attraverso la sua opera, Jane Austen enfatizza la necessità dell’uguaglianza tra i sessi, incoraggiando le sue lettrici a far sentire la loro “voce femminile”.

 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Lisa

Classe ’98. Laureata in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe presso l’Università degli Studi di Napoli “L'Orientale” e attualmente studentessa magistrale di Lingue Letterature Europee e Americane. Appassionata di: letteratura, arte, gastronomia e commedie romantiche anni '00.

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