E.M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale | Recensione

E.M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale | Recensione

«Questo libro non vuol essere né un atto d’accusa né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare una generazione la quale – anche se sfuggì alle granate – venne distrutta dalla guerra.»

Incipit, Erich Maria Remarque

Erich Maria Remarque è stato lo scrittore che più di ogni altro ha saputo narrare la disumanizzazione della guerra e scuotere le coscienze sulla sua totale insensatezza. Niente di nuovo sul fronte occidentale (titolo originale: Im Westen Nichts Neues) è il suo capolavoro e il primo romanzo della cosiddetta “Trilogia della guerra”, che comprende La via del ritorno e Tre camerati. Basato sulla sua esperienza diretta al fronte, il libro divenne un successo immediato alla sua pubblicazione nel 1929, ma la sua potente denuncia del militarismo lo rese inviso al nascente regime nazista. Le opere di Remarque furono messe al bando e bruciate pubblicamente nei roghi del 1933, come documentato da fonti storiche quali lo United States Holocaust Memorial Museum, perché considerate “antipatriottiche” e portatrici di un messaggio pacifista inammissibile.

Scheda del libro in sintesi

Autore Erich Maria Remarque
Titolo originale Im Westen nichts Neues
Anno di pubblicazione 1929
Genere Romanzo di guerra, romanzo di formazione, letteratura pacifista
Temi principali La disumanizzazione della guerra, la perdita dell’innocenza, la critica al nazionalismo, il concetto di “generazione perduta”, il cameratismo

Trama di niente di nuovo sul fronte occidentale

In una Germania infiammata dalla propaganda, il giovane studente Paul Bäumer, aspirante poeta, viene persuaso dal suo professore ad arruolarsi come volontario per la patria. Insieme ai compagni di classe, viene catapultato nell’inferno delle trincee del fronte occidentale. Lì, l’entusiasmo patriottico si sgretola di fronte alla brutale realtà del conflitto, fatta di fango, fame e morte. Il gruppo di reclute impara a sopravvivere grazie agli insegnamenti del veterano Stanislaus Katczinsky, detto “Kat”, che diventa per loro una figura paterna. Attraverso gli occhi di Paul, assistiamo alla progressiva perdita di ogni compagno, eroso da una guerra che non fa distinzioni. Disilluso e svuotato, Paul muore nell’ottobre del 1918, a poche settimane dall’armistizio, in un giorno così tranquillo che il bollettino ufficiale riporta la laconica frase che dà il titolo al libro.

Analisi dei temi: la “generazione perduta”

Il cuore del romanzo è la rappresentazione della “generazione perduta“, come dichiarato dallo stesso incipit. I giovani soldati come Paul, anche se sopravvissuti fisicamente, sono psicologicamente distrutti, incapaci di immaginare un futuro o di reintegrarsi in una società che non può comprendere il loro trauma. Remarque demolisce la retorica eroica della Grande Guerra, mostrando come la propaganda nazionalista abbia mandato al macello un’intera generazione in nome di ideali astratti. L’unica cosa che resta ai soldati è il cameratismo, un legame forgiato non dall’ideologia, ma dalla condivisione della sofferenza e dalla necessità di sopravvivere. La guerra di trincea, come descritta nel libro, trova riscontro nelle testimonianze storiche conservate in archivi come quelli dell’Imperial War Museums, che confermano la disumanizzazione e l’orrore di quel tipo di combattimento.

Lo stile crudo e realistico di Remarque

Il linguaggio utilizzato dall’autore è forte e diretto, secco e cadenzato come una marcia militare. Le scene ambientate nelle trincee colpiscono il lettore con la violenza di un’esplosione. Remarque non teme di descrivere con dettagli raccapriccianti corpi dilaniati e morti ingiuste, perché le sue parole hanno il compito di sconvolgere e scuotere l’animo. Questo realismo spietato si contrappone alla bellezza indifferente della natura, che continua il suo ciclo incurante della follia umana. La lettura di Niente di nuovo sul fronte occidentale è un’esperienza intensa, un esempio perfetto di ciò che dovrebbe essere la letteratura di guerra: una testimonianza che obbliga a fare i conti con una realtà terribile e, purtroppo, sempre attuale.

L’edizione presa in analisi è edita da Biblioteca Neri Pozza. La traduzione è curata da Stefano Jacini, con aggiornamento e revisione della traduzione da parte di Wolfango della Croce.

Immagine di copertina: Biblioteca Neri Pozza


Articolo aggiornato il: 17/09/2025

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A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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