Azaleas di Kim Sowŏl | Recensione

Azaleas di Kim Sowŏl | Recensione

Azaleas è la prima e unica raccolta di poesie di Kim Sowŏl, conosciuto come «il poeta della musica popolare», uscita nel 1925.

La Vita di Kim Sowŏl

Considerato il poeta dei giovani, Kim Sowŏl nasce nel 1902 a Kusŏng, nella provincia del Nord Pyŏngan, vicino P’yŏngyang in Corea. Frequenta la scuola media Osan, dove incontra il suo mentore letterario Kim Ŏk. Ha frequentato poi la Paejae Academy ed è stato per un breve periodo a Tokyo. La sua carriera letteraria è breve. Kim Sowŏl pubblica Azaleas, sua unica opera, e subito dopo, abbandona il mondo letterario. Entra a far parte della redazione del quotidiano Tonga Ilbo.

La sua vita è costellata da disgrazie e tragedie. Il padre venne picchiato da dei lavoratori giapponesi ed in seguito a tale evento, iniziò a soffrire di una sorta di demenza. Questo problema creerà nel poeta un dubbio, cioè se disprezzare o meno la figura paterna che percepisce assente. Di conseguenza, nella sua vita e anche nelle sue poesie, diventa dominante la figura femminile, che ritrova nella madre principalmente e talvolta nella sorella e nella zia. Kim Sowŏl muore molto giovane per problemi di alcolismo e overdose da oppiacei.  Sarà il suo mentore Kim Ŏk a raccogliere i suoi lavori e a far uscire un saggio postumo nel quale descriveva il poeta Kim Sowŏl come un giovane caparbio e testardo che si impegnava a scrivere le poesie affinché esprimessero il suo ideale con il tono desiderato. Aggiunse che Kim Sowŏl per l’aspetto linguistico seguiva la tradizione, a differenza dei suoi coetanei che seguivano le mode. Per questo motivo fu escluso dai circoli letterari dell’epoca ed ebbe bisogno del sostegno del mentore per poter pubblicare il suo elaborato.

La poetica e l’unica raccolta

La raccolta di poemi Azaleas di Kim Sowŏl è la quattordicesima raccolta di poesie pubblicata in Corea. La sua tendenza al classicismo e la lingua che utilizza, gli permette di creare una poesia molto particolare. In quest’opera riesce a trovare il giusto equilibrio tra sentimento e forma poetica, armonizzando la metrica delle canzoni tradizionali del folklore coreano con un innato senso linguistico con un’attenzione particolare per la dizione e il tono utilizzato. Infatti, leggendo le sue poesie in lingua originale, hanno un andamento molto musicale, cosa che si perde nella resa in italiano. La struttura della rima e la scelta di un determinato ritmo sono molto reminiscenti delle canzoni tradizionali coreane, ma allo stesso tempo le sue poesie non si possono racchiudere in nessuna delle categorie poetiche coreane. Richiama il canto popolare coreano sia nel ritmo che nell’evocazione di immagini. In realtà ci sono diversi riferimenti all’elemento nazionalista nelle sue opere, nonostante gli sia stato criticato proprio di essere indifferente nei confronti dei problemi della nazione. La sua interpretazione del classicismo è riscontrabile anche nel «sentimento han», cioè un sentimento puramente coreano, direttamente collegato al loro senso di nazione sotto il giogo giapponese, risultato del sentimento di rancore, tristezza, impotenza che essi provavano durante il periodo della colonizzazione.

Tutta la sua opera è dominata da una patina malinconica anche se è possibile rintracciare una fioca speranza nel futuro e una luce molto vaga. In alcune poesie si sente infatti il dolore per la perdita della casa e della terra, ma anche un forte senso di comunità. La perdita dell’amato si potrebbe interpretare come la perdita della patria.

È stato da molti criticato: fra questi, troviamo Kim Kijin, un poeta del KAPF (Korean artists’ proletarian federation), che vedeva la poesia come propaganda. Secondo lui, la poesia aveva un compito e le poesie di Kim Sowŏl, raccolte in Azaleas, esprimevano esclusivamente la tristezza per la tristezza e nient’altro. Altri critici hanno valutato negativamente le sue poesie poiché, come accennato prima, non conformi alla situazione dell’epoca e perché, pur consapevole della difficile situazione dovuta all’occupazione giapponese, la sua poetica non offre una risposta alla disperazione che accomuna chi la stia vivendo. Una rilettura moderna di queste poesie, però, le ha rese apprezzabili semplicemente per la loro estetica e per la loro forma.

Temi ricorrenti della sua poetica sono amore, addio, sofferenza e perdita.

Analisi della poesia Azaleas 진달래 꽃 (1925) di Kim Sowŏl

Quando sarai stanco di vedermi
e sarà ora di andartene,
ti lascerò andare senza parole.

Sul monte Yaksan, in Yeongbyeon,
raccoglierò una bracciata
di azalee, per irrorarne il tuo cammino.

Nel tuo partire calpesta dolcemente,
passo dopo passo,
quei fiori posati sulla tua strada.

Quando sarai stanco di vedermi
e sarà ora di andartene:
anche a costo di morire, non verserò nemmeno una lacrima.

Questo componimento, che dà il nome «Azaleas» all’intera raccolta di Kim Sowŏl, esprime la sofferenza per l’abbandono. Non sappiamo se a parlare in Azaleas sia un uomo o una donna poiché non abbiamo riferimenti diretti e precisi, ma nella prima strofa il narratore viene spesso associato ad una donna per la presenza del tema dell’abbandono e per la decisione di restare in silenzio, cosa che nella tradizione coreana non si associa ad un uomo. L’«azalea» costituisce una metafora per il narratore. Quest’ultimo getta le azalee sul cammino del proprio amato e il fiore rappresenta al tempo stesso l’amore e il suo spirito di sacrificio, in quanto lascia andar via l’amato. I petali di fiori che vengono gettati rappresentano un’apparente felicità del narratore, che allo stesso tempo nasconde la sofferenza. L’esperienza dell’addio è legata all’atto di calpestare i fiori, l’amato non solo dice addio ma, calpestando i fiori, calpesta l’animo del narratore stesso. Ha anche un carattere quasi autodistruttivo. Pur trattenendo le lacrime, nel tentativo di superare lo sconforto dell’addio, il narratore nasconde la sua tristezza.

 

Fonte immagine “Azaleas di Kim Sowŏl | Recensione”: Copertina libro versione coreana

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