Turismo in Corea del Nord, tra cultura e propaganda

Turismo in Corea del Nord, tra cultura e propaganda

Il turismo in Corea del Nord ha attraversato diverse fasi nel corso della storia necessarie per comprendere le attuali rarissime modalità in cui è possibile visitare il paese. La Repubblica Popolare Democratica di Corea è uno Stato dell’Asia Orientale al centro delle cronache di tutto il mondo per le politiche del dittatore Kim Jong-Un, a capo della Nazione dal 18 dicembre 2011. Secondo le indagini di Amnesty International e Human Rights Watch ha uno dei livelli di rispetto dei diritti umani più bassi al mondo, non solo è al terzo posto al Mondo fra i Paesi con il tasso di corruzione più alto. Alla luce di questi dati, scopriamo insieme come si è evoluto il turismo in Corea del Nord a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso.

Turismo in Corea del Nord per i tre leader

Storicamente nei sistemi socialisti il turismo ha ricoperto vari e distinti ruoli sociali, culturali, economici e politici talvolta rimasti un’utopia. La visione passata del turismo in Corea del Nord e i progetti attuali per il “turismo socialista”, mettono in evidenza il suo ruolo nella costruzione di un’economia socialista e la sua importanza per Kim Jong Un come mezzo per legittimare la sua leadership, costruire la sua immagine, modernizzare il paese e rafforzare la sua base di potere. Ma analizziamo il valore che il turismo in Corea del Nord ha avuto per ogni leader storico:

  • Kim Il Sung

Il turismo non è mai stato incluso nel piano economico nazionale dello stato ed è servito principalmente come strumento di propaganda per promuovere l’ideologia indigena del Juche ai visitatori dei paesi alleati socialisti. Alla fine di dicembre 1979 il leader Kim Il Sung affermò che il turismo in Corea del Nord non poteva essere effettuato senza controllo perché non si poteva permettere l’entrata libera di stranieri nel paese. Negli anni ’80 e nei primi anni ’90 Kim Il Sung iniziò ad articolare attraverso i suoi discorsi un’iniziale visione del turismo. La sua idea era creare progetti e direttive per costruire infrastrutture turistiche, migliorare servizi e costruire un patrimonio attraverso la promozione di “tradizioni rivoluzionarie”, protezione di siti panoramici, e così via in luoghi come Pyongyang, Rajin-Sonbong, Hyesan, Samjiyon, Hyangsan, Wonsan, Hamhung, Kaesong, il Monte Kumgang e il Monte Paektu. Lo sviluppo della provincia di Kangwon si concentrò sulla trasformazione di Wonsan in una città turistica “internazionale”. Durante il suo discorso ai membri del Comitato centrale del popolo, Kim Il Sung diede delle indicazioni per lo sviluppo economico della regione, affermando che fosse necessario realizzare superbe località turistiche che attirassero visitatori, solo allora la provincia avrebbe potuto sviluppare rapidamente la sua industria, l’agricoltura e vari settori dell’economia nazionale e migliorare notevolmente il tenore di vita della sua popolazione. Nel complesso, però, il turismo è assente dai discorsi economici tra cui il secondo piano settennale per lo sviluppo dell’economia nazionale (1978-1984), e altri discorsi importanti come quelli di Capodanno; inoltre, le sue istruzioni sembrano parziali e i discorsi non suggeriscono mai un piano maestro o una politica sistematica, integrata e nazionale per la costruzione del turismo in Corea del Nord come un’industria.

  • Kim Jong Il

Kim Jong Il potrebbe aver preso la prima decisione di intraprendere lo sviluppo del turismo per fini di lucro quando, nel 1983, si espresse informalmente ad un visitatore cinese affermando che la Corea del Nord avrebbe seguito l’esempio della Cina nello sviluppare il turismo per guadagnare capitale straniero attraverso una “politica della porta aperta”; tuttavia, Kim espresse anche riserve, poiché a suo avviso significava rivelare le difese del paese ai visitatori stranieri, e quindi equivaleva a essere disarmati. Il suo iniziale impegno piuttosto scialbo nello sviluppo del turismo arrivò con la decisione di procedere con il Festival mondiale della Gioventù e degli Studenti nel 1989, il più grande evento internazionale mai tenutosi in Corea del Nord a quel tempo, anche se gli osservatori esterni considerano lo scopo del festival principalmente come un evento per diffondere la propaganda comunista nordcoreana piuttosto che per promuovere turismo. A metà degli anni ’90 privazioni e carestie sconvolsero il paese. Tuttavia, Kim Jong Il non decise di utilizzare il turismo per stabilizzare l’economia. Le sue riserve appaiono, chiaramente, in un discorso ai funzionari della provincia di Jagang nel 1998. Mentre ammetteva che la situazione economica della Corea del Nord era più terribile di quella del dopoguerra e sottolineava lo sviluppo industriale come la via d’uscita dalle difficoltà, fece una rara dichiarazione ufficiale sul turismo: «Il business del turismo guadagna denaro vendendo risorse, ma non può sviluppare l’economia». Affermò, inoltre, che mentre il turismo avrebbe potuto aiutare a fare soldi, non coincideva con la realtà del paese, che era “stupido” promuovere lo sviluppo economico tramite investimenti stranieri, che i nordcoreani avevano vissuto senza turismo anche dopo la guerra e che, indipendentemente dalle condizioni dell’economia, essa doveva essere sviluppata fedelmente ai loro ideali e abbracciare l’autarchia di fronte ad ogni avversità. Per la maggior parte nei suoi discorsi fino al 2003, specialmente quelli che trattano di costruzione economica socialista, Kim Jong Il non espresse alcun piano riconoscibile per turismo in Corea del Nord in modo esplicito. Nel dicembre 2004, parlò con i funzionari locali durante la sua visita alla regione turistica del Monte Chilbo, nella provincia settentrionale di Hamgyong, ed espresse la sua soddisfazione per la bellezza paesaggistica, elogiò i funzionari e lavoratori per la loro costruzione di strutture, ma fornì anche ulteriori istruzioni dettagliate su questioni di design ed estetica: bisognava rendere letteralmente tutto un fiore all’occhiello del socialismo nordcoreano, sia per gli stranieri in visita che per i cittadini nazionali. La cosa più importante, tuttavia, fu il suo avvertimento al popolo di preoccuparsi non tanto di guadagnare soldi quanto di avere una buona educazione ideologica per evitare l’influenza delle culture “decadenti” dei turisti stranieri.

  • Kim Jong Un

Kim Jong Un ha pianificato lo sviluppo sistematico del turismo in Corea del Nord, con attenzione alle relative strutture e lo sviluppo della manodopera, la designazione di nuove ZES e un nuovo approccio verso gli stranieri. Nel 2013, due anni dopo essere succeduto a suo padre, Kim Jong Un ha dichiarato una nuova politica che sostiene lo sviluppo parallelo dell’economia del paese e del programma di armi nucleari. In questo spirito, il regime ha cercato ancora una volta di promuovere il turismo in entrata, questa volta con una strategia ben sviluppata. L’investimento nelle infrastrutture è uno dei suoi pilastri principali, poiché l’ultimo decennio ha visto l’apertura della stazione sciistica Masikryong e del complesso alberghiero del centro ricreativo culturale delle Yangdok Hot Spring, nonché il rapido sviluppo della zona turistica costiera di Wonsan-Kalma, sebbene tale progetto sia rimasto incompiuto. La formazione di professionisti del turismo è un’altra area di interesse che il regime mira a svolgere presso il Pyongyang Tourism College, inaugurato nel 2014.

All’inizio dell’era di Kim Jong Un, emerge una definizione di turismo nel mondo accademico letterario: il “turismo socialista”, che secondo la letteratura ha cinque ruoli/funzioni, in ordine di importanza: (1) funge da propaganda (2) assiste nella promozione dello sviluppo economico; (3) lavora per migliorare la vita materiale e culturale delle persone; (4) aiuta a sostenere la protezione ambientale; e (5) offre un mezzo per aumentare le entrate finanziarie dello Stato. Il robusto sviluppo turistico della Corea sotto Kim Jong Un non è solo una risposta all’ambiente esterno ostile creato dal regime delle sanzioni, ma anche una reazione per molteplici cambiamenti nella società e un modo per legittimare e garantire la sua leadership. Sotto Kim Jong Un, la Corea del Nord ha introdotto nuovi prodotti turistici di successo e riorganizzato nel 2018 i Giochi di Massa Arirang, che erano stati cancellati nel 2013 e che nel 2019 sono durati quattro mesi e hanno incluso un omaggio a Xi Jinping e al comunismo cinese. Questo ha trasformato la grande performance ginnica da artistica ad un evento principalmente per la socializzazione politica delle masse e il branding della nazione in un prodotto turistico offerto al crescente numero di turisti cinesi, che di recente stanno avendo un grande impatto sulla Corea del Nord economicamente, politicamente e socialmente. A seguito di una crescita costante delle entrate del turismo dal 2014 e avendo apparentemente raggiunto la sua capacità massima di ospitare turisti, specialmente dalla Cina, il regime nordcoreano si aspettava che il 2020 sarebbe stato un altro anno redditizio per il turismo ma, con l’arrivo della pandemia, la Corea del Nord ha chiuso i suoi confini e ha interrotto tutti i viaggi per prevenire la diffusione del COVID-19 per diverso tempo.

Turismo in Corea del Nord: modalità e regole per visitare la Repubblica Popolare Democratica di Corea

La maggior parte delle strutture turistiche, sia nella capitale Pyongyang sia in altre zone del paese, è destinata ai turisti cinesi, che sono la stragrande maggioranza di quelli che visitano la Corea del Nord. Nella Cina nordorientale ci sono le province di Jilin e Liaoning a confine con la Corea del Nord ed è proprio da qui che arrivano molti dei turisti cinesi. L’unica compagnia aerea che permette voli per giungere a Pyongyang è la Air Koryo, che, tuttavia, possiede aerei molto vecchi prodotti da aziende sotto l’ex Unione Sovietica come Tupolev e Antonov. Anche il numero di turisti occidentali è aumentato nel tempo e la Young Pioneer Tours è stata istituita nel 2008 e gestita da membri di team misti provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Irlanda, Nuova Zelanda e Australia. Koryo Tours è un’altra agenzia di viaggi che opera dal 1993, ha sede a Pechino e collabora con la International Travel Company, una delle principali agenzie di viaggio statali in Corea del Nord. Perfino l’Italia ha partecipato attivamente allo sviluppo del turismo in Corea del Nord e nel 2003 il tour operator Azalai Travel Design, con sede a Firenze, decise di organizzare il suo primo viaggio e da allora manda nel paese un centinaio di italiani all’anno. Il turismo in Corea del Nord naturalmente non funziona come il turismo in altri paesi a causa delle numerose regole e restrizioni da rispettare per non incappare in spiacevoli conseguenze. In passato ci sono stati casi di arresti di turisti stranieri e il caso più celebre è quello di Otto Warmbier, detenuto nel 2016 per avere provato a rubare un poster di propaganda nell’hotel in cui alloggiava e morto nel giugno 2017 dopo essere stato riportato negli Stati Uniti quando era già in coma.

I viaggi organizzati dai tour operator seguono direttive concordate con il governo e durante il viaggio non ci si può mai allontanare dalle guide locali, né prendere iniziative fuori programma o interagire con i cittadini nordcoreani, ci sono perfino tappe obbligatorie che celebrano il regime dei Kim. Per evitare problemi tutti i tour operator forniscono ai clienti fascicoli in cui vengono dettagliatamente illustrati i comportamenti potenzialmente rischiosi e le regole da seguire, come il fatto che i giornali con i ritratti dei leader non possano essere piegati né gettati per terra, o che di fronte alle statue dei Kim sia necessario inchinarsi in una certa maniera per render loro omaggio. I turisti sono sempre e costantemente seguiti da due guide che, oltre a controllare gli stranieri, si controllano tra di loro e si denunciano a vicenda nel caso uno dei due violi qualche regola imposta dal regime. Uno dei divieti rimossi da poco è quello di introdurre i cellulari, tuttavia questi risultano comunque inutilizzabili vista l’assenza di internet, il costo assurdo delle chiamate per l’estero e il controllo perfino su cosa può essere legalmente fotografato o meno.

Negli ultimi quarant’anni il ruolo del turismo in Corea del Nord ha assunto via via un’importanza maggiore per il regime e se da un lato visitare il paese significa sovvenzionare le casse di una dittatura vera e propria, dall’altro c’è la possibilità di osservare con i propri occhi la vita in una nazione unica al mondo.

Fonte immagine di copertina: Pixabay

A proposito di De Fenzo Benedetta

Benedetta De Fenzo (1995) studia Coreano e Giapponese presso l'Università di Napoli L'Orientale. Nel tempo libero si dedica alle sue passioni principali: la cucina, la musica, gli animali e la letteratura.

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