Caminito, il ritorno del commissario Ricciardi I Recensione

Caminito, il ritorno del commissario Ricciardi I Recensione

“Caminito- Un aprile del Commissario Ricciardi” (edito da Einaudi, Stile Libero) è l’ultimo romanzo del celebre scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni con il quale si inaugura la continuazione della saga che vede come protagonista il commissario Ricciardi, in contrasto con quanto lasciava presagire “Il pianto dell’Alba” (2020, Einaudi), pubblicato due anni fa (e i romanzi precedenti). 

Caminito, la trama

Sono passati cinque anni,  siamo nel 1939 ormai, il commissario Ricciardi è padre di una bella bambina di nome Marta,  cresciuta dalla tata Nelide e dalla sua amica Bianca di Roccaspina che cura la sua istruzione ed educazione.  Oramai la bambina è abbastanza grande e quindi Ricciardi deve capire se Marta, come lui, ha doti sensitive. 

L’Europa è molto cambiata, il fascismo è sempre più forte in Italia  e il clima politico lascia presagire l’arrivo di nuovi venti di guerra: la persecuzione degli ebrei è tangibile anche a Napoli e inizia ad allargarsi a macchia d’olio in tutte le sfere. Anche il padre di Enrica ne resta toccato, tant’è che deve ricorrere ad un escamotage per continuare a lavorare nel suo stesso negozio. Forte è anche l’opposizione al regime, di cui fa parte il medico amico del commissario, Bruno Modo, che inizia ad assumere posizioni più estreme che lo allontanano dall’amico.

Un nuovo omicidio è protagonista delle giornate di Ricciardi e di Maione: vengono trovati ammazzati due giovani amanti mentre fanno l’amore. Sarà stato il fascismo ad ammazzarli o la motivazione va cercata altrove?

In un aprile dolce e appassionante, il brigadiere Maione si troverà alle prese con una situazione familiare complessa che vede come protagonista la piccola Benedetta ma che troverà una soluzione grazie alle sue doti investigative (e all’aiuto di Bambinella),  mentre Livia ormai all’estero con un’altra identità, canta il suo dolore attraverso le parole della canzone “Caminito”, un tango di Carlos Gardel del 1926. 

Aprile che mischia le carte, perché fa salire il sangue alla testa e fa cambiare idea, e certi matrimoni diventano prigioni dopo uno sguardo raccolto per strada, rendendo difficile la permanenza e disponendo alla fuga, che rimane però un sogno perché si sa che aprile è come maggio, un mese di illusioni che non è mica reale.

Caminito è un romanzo ben scritto, dalla narrazione fluida come tutti gli altri ma rispetto alle opere precedenti appare “monco” degli aspetti più squisitamente emotivi: la narrazione perde di intensità senza la descrizione della storia di amore con Enrica.  Ciononostante, la trama è sempre accattivante e coinvolgente come gli altri romanzi. 

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A proposito di Rita Giordano

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e mi occupo di progettazione sociale per il No Profit. Mi definisco curiosa e appassionata verso l’arte in tutte le sue forme: amo scrivere, dipingere ma soprattutto leggere, tanto da andare in astinenza se non leggo per più di un una settimana. Ho collaborato con varie riviste specializzate (Storie, Cevitasumarte, Guerra e Pace, Eco delle città).

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