Chicas muertas di Selva Almada | Recensione

Chicas muertas di Selva Almada | Recensione

Chicas muertas è un romanzo di Selva Almada, pubblicato nel 2014, che si riferisce a femminicidi realmente accaduti durante gli anni’80 in Argentina; in regioni piuttosto interne, in un periodo in cui vi era ben poca attenzione su tale argomento. 

Selva Almada, nata a Entre Ríos nel 1973, è una scrittrice argentina, cui romanzi sono best seller in tutta l’America Latina, e ha sperimentato diverse forme e generi, come la narrativa classica, la poesia, il racconto breve e il romanzo di non-finzione, a cui appartiene  Chicas muertas

Chicas muertas (2014) tratta essenzialmente degli omicidi di tre ragazze argentine (Andrea, María Luisa e Sarita), sineddoche di tutti i femminicidi oscurati e irrisolti tra Chaco, Entre Ríos e Córdoba negli anni’80, periodo in cui si verifica la transizione dalla dittatura alla democrazia. Gli anni’80 in Argentina sono visti come un periodo generalmente più sereno e tranquillo, a causa proprio dei cambi inerenti alle strutture governative e statali, ma su questo sfondo festivo e gioioso si inseriscono eventi che giacciono nell’oblio, che sono stati silenziati, dimenticati, abbandonati: i femminicidi.

Durante questi anni il termine “femminicidio” non era ancora diffuso, e come ricorda la stessa autrice, si parlava ben poco di violenza sistemica di genere, ma in filigrana era percettibile una certa ansia, una paura di essere ontologicamente “donna“. Infatti, Selva Almada in questo romanzo di non finzione, spiega le cause illogiche dei femminicidi: una donna viene uccisa per il semplice e mero fatto di essere donna, vi è una logica di dominio, violazione, potere e sopraffazione che regna sovrana sul corpo della donna, da parte di un uomo. 

Almada, in Chicas muertas, ci accompagna in questo percorso, in cui mescola l’autobiografia, il romanzo poliziesco, il romanzo dell’orrore e quello gotico, non per condurre un’indagine che porta ai criminali che hanno commesso tali atrocità; anzi, l’intento dell’autrice è quello di scoprire, attraverso l’espediente della ricerca e dell’investigazione, le motivazioni di un femminicidio. Porre un certo focus anche sulla drammatica situazione attuale, perché vi sono ancora femminicidi irrisolti, perché la violenza di genere -in ogni sua forma- viene ancora perpetuata e minimizzata, perché tutte queste vittime, sono vittime da parte di tre agenti: gli omicida in sé, lo stato che lascia le vittime in balia di sé stesse, senza fornire loro aiuto e sostegno e l’opinione pubblica, che ridimensiona e generalizza una violenza evidente, sistemica e illogica. 

Immagine in evidenza: amazon.it

Altri articoli da non perdere
Dipendenza, Tove Ditlevsen | Recensione

È finalmente uscito presso Fazi Editori “Dipendenza”, il romanzo forse più sofferto di Tove Ditlevsen, la grande scrittrice danese morta Scopri di più

Classifica dei libri più venduti nel 2019
libri più venduti

Classifica dei libri più venduti nel 2019: la nostra top 10! Se è vero quel che sosteneva Daniel Pennac, ossia Scopri di più

Cos’è la letteratura comparata: definizione ed esponenti
Cos’è la letteratura comparata: definizione ed esponenti

La letteratura comparata è la disciplina che studia le relazioni tra opere letterarie di diverse culture, lingue e periodi storici. Scopri di più

Un esperimento d’amore, il nuovo romanzo di Hilary Mantel | Recensione
un-esperimento-d-amore

Nata nel Derbyshire nel 1952, Hilary Mantel ha scritto tredici romanzi, fra i quali spicca la fortunata trilogia sulla dinastia Scopri di più

Romina Casagrande torna in libreria: I bambini del bosco
Romina Casagrande

I bambini del bosco, edito da Garzanti, segna il ritorno in libreria di Romina Casagrande, che, attraverso uno stile narrativo Scopri di più

Divergenze: la casa editrice anticonformista | Intervista
Divergenze: la casa editrice anticonformista |Intervista

Divergenze e lo slow book Divergenze è una casa editrice che nasce nel 2018 e vive sotto la direzione di Scopri di più

Condividi l'articolo!

A proposito di Carolina Colantuono

Vedi tutti gli articoli di Carolina Colantuono

Commenta