De Magistris a Telese per raccontare la sua “Città ribelle”

De Magistris a Telese per raccontare la sua “Città ribelle”

Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, mercoledì 16 maggio è stato ospite a Telese Terme presso la Sala Goccioloni delle Terme, per presentare il suo libro “La città ribelle – il caso Napoli”, scritto insieme alla giornalista Sarah Ricca, che ha raccolto le testimonianze del Sindaco,  e con la collaborazione di Erri De Luca e Maurizio De Giovanni.
L’evento, in forma dialogata, è stato moderato da Michele Selvaggio, scrittore e storico telesino, e ha previsto la partecipazione del Sindaco di Telese Pasquale Carofano, che ha evidenziato gli antichi rapporti tra la città telesina e Napoli quando, ad inizio secolo, un treno speciale conduceva i bagnanti partenopei alle strutture termali; dell’assessore Teresa Teta e di Filomena Grimaldi, titolare della libreria telesina Controvento e spunti di lettura presentati da Antonio Troiano e Claudia Mobilia, della Compagnia “Bacco, Tabacco e Venere”.

De Magistris in questo incontro si è raccontato, precisando che il libro è la prosecuzione di “Assalto al PM”, pubblicato la prima volta nel 2010.

Ha evidenziato la volontà di continuare, di rialzarsi, tratta dagli ideali e dalla consapevolezza di non aver fatto nulla di male, ma soprattutto ha sottolineato il dovere di denunciare, lui, magistrato che aveva coronato il suo sogno di giurista e che si è ritrovato tradito dallo Stato che doveva proteggerlo, ma da cui sceglie di non allontanarsi del tutto, per non consegnarlo interamente alla sua parte marcia.

Si è ritrovato ad essere Sindaco della città dove lo avevano assegnato, in seguito ad una campagna elettorale iniziata con le strette di mano, ed oggi la sua ribellione consiste nell’impegnarsi in una battaglia contro il debito ingiusto.

Veniamo così a sapere che Napoli è stata la prima città della storia della Repubblica italiana ad organizzare una manifestazione contro il debito ingiusto, che la città non ha mai contratto e di cui, anzi, è vittima reiterata, a causa di una politica “che si è mangiata il denaro pubblico e che si è indebitata per il terremoto dell’80 e per l’emergenza rifiuti”. Da qui la ribellione, anche se le battaglie contro il Sistema non sono indolore, con al fianco soltanto la gente semplice, che è la cosa migliore che un Sindaco si possa augurare.

Napoli ha dimostrato che, con capitale umano, orgoglio, onestà e partecipazione dei cittadini, si può arrivare a dei risultati impensabili perché non è vero che non c’è l’alternativa: sette anni fa la città partenopea era invasa dai rifiuti, ostaggio della camorra, sull’orlo della bancarotta mentre oggi i napoletani non si vergognano più della loro città.

De Magistris: a Napoli siamo ripartiti dal verbo essere

De Magistris ha spiegato che il segreto per realizzare il cosiddetto “Rinascimento napoletano”, di cui oggi si è testimoni, è stata la creazione di una borsa di valori che al mercato capitalista non valgono nulla: amore per la città, passione, coraggio, follia, onestà, autonomia, vicinanza alla gente.

Centralità della persona e valorizzazione delle bellezze delle nostre terre porta oggi la gente a non scappare più da Napoli ma a voler, piuttosto, restare e, perché no?, a ritornarvi.

Alla base di questa rinascita c’è una visione politica che parte dal sovvertimento dei verbi basilari, ESSERE ed AVERE. Finora si è vissuto per Avere ma a Napoli si riparte dal verbo Essere e questo, per De Magistris, significa attenzione alla persona, rispetto per gli altri, dignità, economia reale orizzontale.

Napoli è la testimonianza che si può cambiare destino e, attraverso l’obbedienza alla Costituzione repubblicana, in questi sette anni la città ha portato avanti una ribellione contro coloro che si vestono di legalità formale e compiono le peggiori nefandezze. Una ribellione che è un dovere.

A proposito di progetti per le periferie, De Magistris ne cita tre: abbattimento delle Vele di Scampia, tranne una che diventerà sede della città metropolitana di Napoli, bonifica integrale della spiaggia pubblica di Bagnoli e delocalizzazione dei porti petroliferi a San Giovanni a Teduccio per creare un lungomare, un porto turistico e cantieristico delle merci e una sede universitaria.

Napoli è un antidepressivo naturale: Paradiso, Purgatorio e Inferno insieme

De Magistris ha concluso la presentazione ammettendo di non avere programmi per il futuro: il suo mandato scade nel 2021 e fino ad allora la sua volontà è di fare il Sindaco. In tanti gli stanno chiedendo di candidarsi nel 2020 ma in due anni di politica ci sono tante cose da fare. In ogni caso il suo intento, alla base di un potenziale movimento regionale, nazionale, europeo, è di cambiare veramente il Sistema nazionale, coniugando rivoluzione e affidabilità di governo, cosa che riesce solo col coraggio.

Intanto lancia una sfida a Salvini che sostiene le autonomie del nord: fare di Napoli la prima città autonoma d’Italia, autosufficiente, autofinanziata e si impegna a dare un segnale forte, perché se si realizza il cambiamento nella propria città, si permette il contagio.

E questo si augura siano i napoletani: contagiosi nella rivoluzione.

 

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